Vitamina D: a cosa serve, alimenti ricchi e quanta assumerne

Vitamina D: a cosa serve,  alimenti ricchi e quanta assumerne
Ultima modifica 23.08.2023
INDICE
  1. Cos'è la vitamina D? Panoramica
  2. Perché è importante assumere vitamina D con la dieta?
  3. Funzioni e ruolo biologico della vitamina D
  4. In quali alimenti si trova la vitamina D?
  5. Assorbimento della vitamina D
  6. Fabbisogno di vitamina D
  7. Carenza di vitamina D: quando preoccuparsi?
  8. Tossicità della vitamina D
  9. Struttura e chimica della vitamina D
  10. Biologia della vitamina D
  11. Vitamina D: i migliori integratori disponibili online

Cos'è la vitamina D? Panoramica

Per vitamina D si intende un gruppo di secosteroidi liposolubili.

Per l'uomo, la forma biologicamente attiva è il calcitriolo, che viene prodotto nei reni a partire dalle altre molecole dello stesso insieme - come la vitamina D3 (conosciuta anche come colecalciferolo) e la vitamina D2 (nota come ergocalciferolo).

Nota: la vit D3 viene convertita in calcifediolo (25-idrossicolecalciferolo), mentre la vit D2 è trasformata in 25-idrossiergocalciferolo. Pertanto, per determinare il livello totale di vitamina D di una persona, è necessario eseguire una misurazione nel sangue dei suoi due principali metaboliti.

Dotata di vere e proprie caratteristiche pro-ormonali, la vitamina D interagisce con vari recettori nucleari situati nelle cellule di vari tessuti nell'organismo, assolvendo così numerose funzioni biologiche.

Prima fra tutte l'omeostasi e metabolismo del calcio e del fosfato, promuovendo la crescita fisiologica dello scheletro, il rimodellamento osseo e prevenendo la degenerazione con l'età avanzata.

Si osserva anche un effetto promuovente sull'assorbimento intestinale del calcio, del fosfato e del magnesio.

Non di meno, il gruppo della vitamina D sembra avere un ruolo importante sulla crescita cellulare, su varie funzioni neuromuscolari e immunitarie, e sulla riduzione dell'infiammazione.

La vitamina D si trova in pochi alimenti, tra i quali il tuorlo d'uovo, il fegato (organo nel quale viene immagazzinata) e il pesce. Non esistono cibi di origine vegetale che possano essere considerati fonti nutrizionali di vit D.

D'altro canto, in virtù della capacità della maggior parte dei mammiferi di sintetizzare vitamina D3 a livello della pelle, grazie all'esposizione ai raggi UV e partendo dal colesterolo, la vitamina D di origine alimentare non dovrebbe essere considerata un vero e proprio nutriente essenziale.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2019/10/19/vitamina-d-orig.jpeg Shutterstock

Perché è importante assumere vitamina D con la dieta?

Le raccomandazioni dietetiche per la vitamina D hanno un ampio margine di sicurezza e, generalmente, non tengono in considerazione l'entità dell'esposizione solare, basandosi totalmente sull'intake nutrizionale.

Questo perché, in virtù della variabilità legata alle diverse latitudini (si vedano ore di luce e di buio nei paesi nordici), la captazione dei raggi UVB nella popolazione risulta piuttosto variabile; per di più, non dimentichiamo che un'esposizione eccessiva e sconsiderata al sole può aumentare il rischio di cancro della pelle.

In effetti, grazie all'aumento del numero di indagini ematologiche, la diagnosi di "livelli subottimali" (non sempre carenza vera e propria) di vitamina D nel sangue è in continua crescita.

Poiché questo nutriente è presente solo in alcuni alimenti di origine animale, l'uso di specifici integratori e supplementi nutrizionali è in forte aumento - talvolta combinati ad altri fattori, come calcio e omega-3.

Se questa tendenza sia o meno realmente utile, o quantomeno sensata, è ancora oggetto di discussione.

Partiamo dal presupposto che, pur essendo una vitamina liposolubile - e, in quanto tale, a maggior rischio di "tossicità" se assunta in eccesso - un protocollo di supplementazione "ragionevole" non comporta alcun rischio nei soggetti sani.

Dal lato opposto, anche in considerazione delle sue numerose numerose funzioni, non possiamo nemmeno pretendere che integrandola si possa porre rimedio all'immensa gamma di problematiche per le quali viene "statisticamente" associata la sua carenza (depressione nervosa, debolezza immunitaria ecc.).

Gli integratori di vitamina D vengono tutt'oggi somministrati giustamente per trattare o prevenire l'osteomalacia, il rachitismo e l'osteoporosi. Sono comunque utili nel caso in cui, previo dosaggio nel sangue, i suoi livelli non risultino ottimali.

Ci teniamo inoltre a precisare che le evidenze scientifiche riguardanti altri effetti sulla salute nella popolazione generale sono deboli o nulle. E ancora, l'effetto della sua integrazione sulla mortalità non è ancora del tutto chiaro, anche se quasi tutti i gruppi di ricerca concordano sul fatto che non esiste alcuna giustificazione nel raccomandarne l'integrazione a scopo preventivo per malattie di vario genere.

Funzioni e ruolo biologico della vitamina D

Il calciferolo agisce con un meccanismo d'azione ormonosimile, in quanto:

  • È sintetizzato autonomamente dall'organismo umano
  • Agisce su un organo bersaglio
  • Ha una struttura che ricorda gli ormoni steroidei.

La vitamina D è essenziale per l'omeostasi del calcio e del fosfato, ed è determinante per la crescita e il mantenimento dello scheletro. La forma metabolicamente attiva è l'1,25-(OH)2-colecalciferolo, che agisce favorendo:

  • Assorbimento del calcio e del fosfato a livello intestinale
  • Deposizione del calcio dalle ossa
  • Mantenimento del trofismo cartilagineo
  • Riassorbimento renale del calcio e del fosforo, nel tubulo contorto prossimale.

Vitamina D e calcio

L'1,25-(OH)2-colecalciferolo stimola la sintesi della CaBP (proteina che trasporta il calcio) nell'organo bersaglio (enterociti), intervenendo a livello della trascrizione del DNA intestinale che codifica per la proteina e della RNA polimerasi plasmatica. L'uso dell'actinomicina D e di a-amanitina inibitori rispettivamente della trascrizione e RNA polimerasi confermano questa azione. In questo modo viene sintetizzato nuovo RNA che favorisce la sintesi di CaBP necessaria per favorire l'assorbimento del calcio. È oramai certo che in tale processo è implicato l'AMP-ciclico, il quale aumenta nei tessuti per azione della vitamina D attiva.

In quali alimenti si trova la vitamina D?

Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono: il fegato, olio di pesce, pesce marino (aringa, salmone, sardina) e tuorlo d'uovo; quantità minori sono presenti nei funghi e nelle alghe, ma pare che la forma chimica non risulti disponibile per l'organismo umano.

Per approfondire: Dove si Trova

Nota: la quasi totalità di vitamina D viene sintetizzata a livello cutaneo; è quindi raccomandabile una adeguata esposizione al sole, soprattutto per gli anziani.

Per approfondire: Vitamina D negli Alimenti

Integratori di vitamina D

I benefici dell'integrazione con vitamina D sulla salute sono incerti. Una revisione del 2013 non ha riscontrato alcun effetto dall'integrazione sui tassi di malattia, a parte una decennale diminuzione della mortalità negli anziani. Gli integratori di vitamina D non alterano gli esiti per infarto miocardico, ictus o malattia cerebrovascolare, cancro, fratture ossee o artrosi del ginocchio. Bassi livelli di vitamina D possono derivare da una malattia piuttosto che essere la causa della stessa.

Un rapporto del "United States Institute of Medicine" afferma: "Gli esiti correlati a cancro, malattie cardiovascolari e ipertensione, diabete e sindrome metabolica, cadute, efficienza immunitaria e malattie autoimmuni, infezioni, funzionamento neuropsicologico e preeclampsia non possono essere collegati in modo affidabile all'assunzione di calcio o di vitamina D e risultano spesso conflittuali".

Per approfondire: Integratori di Vitamina D

Assorbimento della vitamina D

L'assorbimento intestinale della vitamina D è legato alla via dei grassi alimentari.

Il calciferolo viene assorbito a livello intestinale con le stesse modalità dei lipidi: entra quindi a far parte delle micelle (che si formano per combinazione dei sali biliari con i prodotti derivanti dall'idrolisi dei lipidi), è assorbito per diffusione passiva negli enterociti e successivamente incorporato nei chilomicroni e trasportato in circolo attraverso i vasi linfatici mesenterici.

A differenza delle altre vitamine liposolubili il calciferolo non viene immagazzinato nel fegato.

La quantità di calciferolo proveniente dagli alimenti è tuttavia molto bassa e la maggior parte di vitamina D viene sintetizzata a livello cutaneo per azione della luce ultravioletta.

Fabbisogno di vitamina D

In condizioni normali l'esposizione alla luce solare è sufficiente per soddisfare i bisogni di calciferolo dell'organismo. Tuttavia, soprattutto per sicurezza, in Italia si consigliano i seguenti livelli di assunzione:

  • lattanti 10÷25 µg
  • bambini 1÷3 anni 10 µg
  • bambini 4÷10 anni 0÷10 µg
  • ragazze e ragazzi 11÷17 anni 0÷15 µg
  • adulti 0÷10 µg
  • anziani 10 µg
  • gestante 10 µg; nutrice 10 µg.

Nota:

  • 1 UI = 0,025 µg di calciferolo
  • 1 µg di calciferolo = 40 UI di vitamina D.

Di seguito riportiamo le tabelle dei livelli raccomandati in Stati Uniti, Canada, Australi, Nuova Zelanda e Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare.

Per approfondire: Vitamina D: Fabbisogno
Stati Uniti
Età RDA (IU/die) mcg/die
Bambini 0-6 mesi 400* 10
Bambini 6-12 mesi 400* 10
1-70 anni 600 15
oltre 70 anni 800 20
Gravide e nutrici 600 15
Età Dose massima tollerabile (IU/die) mcg/die
Bambini 0-6 mesi 1000 25
Bambini 6-12 mesi 1500 37,5
Bambini 1-3 anni 2500 62,5
Bambini 4-8 anni 3000 75
oltre 9 anni 4000 100
Gravide e nutrici 4000 100
Canada
Età RDA (IU) Dose massima tollerabile (IU)
Bambini 0-6 mesi 400* 1000
Bambini 7-12 mesi 400* 1500
Bambini 1-3 anni 600 2500
Bambini 4-8 anni 600 3000
bambini e adulti 9-70 anni 600 4000
oltre 70 anni 800 4000
Gravide e nutrici 600 4000
Australia e Nuova Zelanda
Età Assunzione adeguata (mcg) Dose massima tollerabile (mcg)
Bambini 0-12 mesi 5* 25
Bambini 1-18 anni 5* 80
Adulti 19-50 anni 5* 80
Adulti 51-70 anni 10* 80
Adulti oltre 70 anni 15* 80
Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare
Età Assunzione adeguata (mcg) Dose massima tollerabile (mcg)
Bambini 0-12 mesi 10 25
Bambini 1-10 anni 15 50
Bambini 11-17 anni 15 100
Adulti 15 100
Gravide e nutrici 15 100
*Assunzione adeguata, no RDA/RDI stabilite

Carenza di vitamina D: quando preoccuparsi?

Per approfondire: Carenza di Vitamina D: Cosa Succede se è Bassa e Come Aumentarla nel Sangue

Un deficit reale di questa vitamina è valutabile con analisi del sangue, e confermato da basse concentrazioni.

Una dieta carente di vitamina D in combinazione con un'esposizione solare inadeguata provoca osteomalacia nell'adulto e rachitismo nel bambino, che consistono nella rarefazione del tessuto osseo. Nel mondo occidentale, queste condizioni sono oggi molto rare. Tuttavia, per la popolazione anziana la carenza di vitamina D è diventata un problema mondiale e, nei paesi meno sviluppati, rimane comune nei bambini e negli adulti. Il basso contenuto di calcifediolo (25-idrossi-vitamina D) deriva soprattutto da una scarsa esposizione solare. La deficienza comporta una ridotta mineralizzazione ossea e danni allo scheletro che portano alle suddette malattie. Avere una carenza di vitamina D può ridurre l'assorbimento intestinale del calcio fino a captarne solo il 15%. Quando non è carente, un individuo assorbe solitamente tra il 60-80% del calcio alimentare.

Vitamina D e salute delle ossa

Vitamina D e rachitismo

Il rachitismo, tipico dell'età infantile, è una malattia caratterizzata da una crescita ridotta e ossa lunghe, morbide, deboli e deformate – che si piegano sotto il peso quando i bambini iniziano a camminare. Questa condizione, tipicamente caratterizzata dall'inarcamento dei femori verso l'esterno, può essere causata dalla carenza di calcio e/o fosforo, così come dalla mancanza di vitamina D; oggi è diffusa in gran parte dei paesi a basso reddito come l'Africa, l'Asia o il Medio Oriente, o nelle persone con disturbi genetici come la carenza di pseudovitamina D.

La carenza di vitamina D nella madre può causare una malattia ossea manifesta prima della nascita e compromissione della qualità scheletrica dopo la nascita. Il rachitismo nutrizionale è tipico dei paesi con intensa luce solare durante tutto l'anno, come la Nigeria, e può verificarsi anche senza carenza di vitamina D (ad esempio per la deficienza di calcio e fosforo).

Sebbene rachitismo e osteomalacia siano ormai rari nel Regno Unito, si sono verificati focolai in alcune comunità di immigranti nelle quali le donne con un'esposizione apparentemente adeguata alla luce del giorno indossavano abiti particolarmente coprenti. Una pelle più scura e una ridotta esposizione al sole, di norma, non determinano rachitismo, a meno che la dieta non si discosti dal modello onnivoro occidentale caratterizzato da elevate assunzioni di carne, pesce e uova. Il maggior fattore di rischio dietetico per il rachitismo include l'eliminazione dai cibi animali – come avviene nella dieta vegana.

La carenza di vitamina D rimane la principale causa di rachitismo tra i bambini piccoli nella maggior parte dei paesi, perché il latte materno è povero di vitamina D, e perché le abitudini sociali e le condizioni climatiche possono impedire un'adeguata esposizione al sole. Nei paesi soleggiati come la Nigeria, il Sud Africa e il Bangladesh, dove il rachitismo si manifesta nei bambini piccoli e grandi, è maggiormente responsabile un livello inadeguato di calcio – tipico delle diete a base di cereali con scarsità di prodotti caseari.

In passato, il rachitismo è stato un grave problema di salute pubblica; a Denver (USA), per esempio, dove i raggi ultravioletti sono circa il 20% più forti rispetto al livello del mare alla stessa latitudine, quasi i due terzi di 500 bambini ha avuto una leggera forma di rachitismo verso la fine degli anni '20. Un aumento della proporzione tra proteine ​​animali e vegetali nella dieta americana del XX secolo, accoppiato all'aumento del consumo di latte fortificato in vitamina D, coincise con un drastico calo del numero di casi di rachitismo. Inoltre, negli Stati Uniti e in Canada, il latte fortificato con vitamina D, i supplementi di vitamine infantili e gli integratori vitaminici hanno contribuito a sradicare la maggior parte dei casi di rachitismo per i bambini affetti da malassorbimento specifico dei grassi.

Vitamina D, osteoporosi e osteomalacia

L'osteomalacia è una malattia degli adulti che deriva dalla carenza di vitamina D. Le caratteristiche di questa malattia sono il rammollimento delle ossa, che porta alla flessione della colonna vertebrale, l'incurvatura delle gambe, la debolezza muscolare prossimale, la fragilità ossea e un aumentato rischio di fratture. L'osteomalacia riduce l'assorbimento del calcio e aumenta la demineralizzazione ossea, aumentando il rischio di fratture; compare solitamente quando i livelli di 25-idrossivitamina D sono inferiori a circa 10 ng / mL. Sebbene è ipotizzabile che gli effetti dell'osteomalacia contribuiscano al dolore muscoloscheletrico cronico, non vi è un'evidenza persuasiva che bassi livelli di vitamina D siano responsabili del dolore cronico, o che l'integrazione della stessa possa alleviarlo.

Vitamina D e pigmentazione della pelle

Le persone dalla pelle scura che vivono nei climi temperati hanno dimostrato di avere bassi livelli di vitamina D, probabilmente per una minor efficienza nella sua produzione causata dell'abbondante melanina nella pelle, che ostacolerebbe la sintesi della stessa.

Segni della carenza di vitamina D

I segni precoci di carenza di calciferolo sono:

Segni più tardivi sono:

Il rachitismo compare nei bambini tra i 4 e i 24 mesi di età e consiste fondamentalmente in una inadeguata mineralizzazione dell'osso in crescita, che comporta deformazioni dello scheletro.

Nei primi mesi di vita la sintomatologia riguarda essenzialmente il cranio con:

  • rammollimento nelle regioni occipitali, temporali e parietali
  • ritardo nella chiusura della fontanella anteriore (diventa patologico dopo il quindicesimo mese di vita)
  • rosario rachitico (tra il sesto e il dodicesimo mese) ipertrofia delle giunzioni condro-costali
  • ipertrofia delle cartilagini (nei bambini più grandi) con nodosità specialmente ai polsi e alle caviglie
  • incurvamento delle ossa lunghe degli arti inferiori e ginocchio valgo.

L'osteomalacia si manifesta negli adulti con:

  • debolezza muscolare
  • dolori a livello del tratto dorso-lombare della colonna vertebrale, della cintura pelvica e delle cosce
  • andatura insicura e fragilità ossea, specialmente della spina dorsale, spalle, costole e bacino
  • densità ossea estremamente bassa e presenza di pseudo-fratture, specialmente alla spina dorsale, femore ed omero (rilevabili all'esame radiografico)
  • aumentato rischio di fratture soprattutto al bacino e ai polsi.

Tossicità della vitamina D

I casi di tossicità della vitamina D sono rari e causati dall'integrazione con alte dosi di vitamina D – non dagli alimenti o da un'eccessiva esposizione solare. La soglia per la tossicità della vitamina D non è stata ancora stabilita; tuttavia, secondo alcune ricerche, il livello di assunzione superiore tollerabile (UL) sarebbe di 4.000 IU / giorno per età 9-71 anni (100 μg / giorno); altri approfondimenti invece, concludono che, negli adulti sani, l'assunzione prolungata di 1250 μg / die (50.000 UI) possono produrre tossicità evidente dopo diversi mesi e aumentando i livelli sierici di 25-idrossivitamina D a 150 ng / mL e oltre. Quelli con determinate condizioni mediche, come l'iperparatiroidismo primario, sono molto più sensibili alla vitamina D e sviluppano ipercalcemia in risposta a qualsiasi aumento della vitamina D, mentre l'ipercalcemia materna durante la gravidanza può aumentare la sensibilità a sindromi di ritardo mentale e deformità facciali.

Una revisione pubblicata nel 2015 ha rilevato che sono stati riportati effetti avversi solo a concentrazioni sieriche di 25 (OH) D superiori a 200 nmol / L.

I casi pubblicati di tossicità che implicano ipercalcemia nei quali la dose di vitamina D e dei livelli di 25-idrossi-vitamina D sono noti, comportano tutti un consumo ≥40.000 UI (1.000 μg) al giorno.

Le donne in gravidanza o che allattano dovrebbero consultare il medico prima di assumere un integratore di vitamina D. La "Food and Drug Administration" (FDA) ha consigliato ai produttori di integratori liquidi di vitamina D di inserire un contagocce contrassegnato per 400 unità internazionali (1 UI è l'equivalente biologico di 25 ng di colecalciferolo / ergocalciferolo). Inoltre, per i prodotti destinati ai lattanti, la FDA raccomanda che il contagocce non contenga più di 400 UI. Per i bambini (dalla nascita ai 12 mesi), il limite superiore tollerabile (quantità massima che può essere tollerata senza danni) è fissato a 25 μg / giorno (1.000 UI). Un migliaio di microgrammi al giorno nei bambini produce tossicità entro un mese. Dopo essere stato commissionato dal governo canadese e americano, il il "Institute of Medicine" (IOM) ha aumentato il limite massimo tollerabile (UL) a 2.500 UI al giorno per età 1-3 anni, 3.000 UI al giorno per età 4-8 anni e 4.000 UI al giorno per età compresa tra 9 e 71 anni (comprese le donne in gravidanza o in allattamento).

La concentrazione di calcitriolo è auto-regolata da un ciclo di feedback negativo ed è anche influenzata dall'ormone paratiroideo, dal fattore di crescita dei fibroblasti 23, dalle citochine, dal calcio e dal fosfato.

Segni e sintomi dell’eccesso di vitamina D

L'ipervitaminosi (eccesso di vitamina D) determina un aumentato assorbimento intestinale e riassorbimento osseo del calcio, con conseguente ipercalcemia, facilmente identificabile per l'aumento della minzione e della sete.

Se non trattata, l'ipercalcemia determina un eccesso di depositi di calcio nei tessuti molli e negli organi come i reni, il fegato e il cuore, causando dolore e danni agli organi. A questo si associa la diminuzione del PTH sierico (quantità di paratormone presente nel sangue, vedi: calcio e osteoporosi) e infine perdita dell'omeostasi calcica con conseguenti:

Questi possono essere seguiti da poliuria, polidipsia, debolezza, insonnia, nervosismo, prurito e, infine, insufficienza renale. Inoltre, possono svilupparsi proteinuria, calcoli urinari, azotemia e calcificazione metastatica (specialmente nei reni). Altri sintomi della tossicità della vitamina D comprendono ritardo mentale nei bambini piccoli, crescita e formazione anomala delle ossa, diarrea, irritabilità, perdita di peso e depressione grave.

La tossicità della vitamina D viene trattata interrompendo l'integrazione di vitamina D e limitando l'assunzione di calcio. Il danno renale può essere irreversibile. L'esposizione alla luce solare per lunghi periodi di tempo normalmente non causa tossicità da vitamina D. Le concentrazioni di precursori della vitamina D prodotti nella pelle raggiungono un equilibrio e ogni ulteriore produzione viene degradata.

L'eccessiva assunzione di calciferolo con la dieta è estremamente improbabile, tenuto conto della ridotta quantità di vitamina D negli alimenti; così come non si conoscono casi di ipervitaminosi dovuta ad eccessiva esposizione al sole. È invece possibile intossicazione in seguito a somministrazione di calciferolo a scopo terapeutico.

Struttura e chimica della vitamina D

Con il termine vitamina D si intendono tutti i secosteroidi (steroidi in cui uno dei legami negli anelli steroidei è aperto) che presentano l'attività biologica del calciferolo e sono caratterizzati dall'essere dei derivati del ciclopentanoperidrofenantrene. Ne esistono diverse forme, tra le quali le principali sono due: vitamina D2 o ergocalciferolo e vitamina D3 o colecalciferolo. La differenza strutturale tra vitamina D2 e vitamina D3 è che la catena laterale della D2 contiene un doppio legame tra i carboni 22 e 23 e un gruppo metilico sul carbonio 24.

Il calciferolo è 50-100 volte più attivo dell'ergocalciferolo (D3 è più attivo di D2). Sia l'ergocalciferolo che il calciferolo sono forme inattive della vitamina D è pertanto necessaria un'attivazione che avviene nel fegato e nei reni. L'uomo è in grado di sintetizzare il colecalciferolo a partire da un precursore, con funzione di provitamina: il deidrocolesterolo (derivato dal colesterolo per riduzione). Questa provitamina si trova nella pelle, in modo da assorbire l'energia radiante solare che provoca l'isomerizzazione a colecalciferolo (vedi sintesi cutanea di vitamina D). Un'adeguata esposizione al sole riduce quindi il fabbisogno di vitamina D.

Nota: parlando di vitamina D o calciferolo, senza specificare alcun indice di riferimento, si intende la vit D2 o la vit D3 o entrambi. La vitamina D2 è stata differenziata nel 1931 mentre, previa irradiazione del 7-deidrocolesterolo, la vitamina D3 fu scoperta nel 1935.

Per approfondire: Sintesi Cutanea di Vitamina D

Biologia della vitamina D

Sia ia la vitamina D introdotta con gli alimenti, sia quella prodotta nella pelle, sono biologicamente non attive e richiedono necessariamente l'intervento di un enzima proteico capace di idrossilarle convertendole nella forma biologicamente attiva. Ciò avviene nel fegato e nei reni.

Il metabolita attivo della vitamina D (calcitriolo) esercita i suoi effetti biologici legandosi al recettore della vitamina D (VDR), che si trova principalmente nel nucleo delle cellule bersaglio. Il legame del calcitriolo al VDR gli consente di agire come fattore di trascrizione che modula l'espressione genica delle proteine ​​di trasporto (ad esempio TRPV6 e calbindina), a loro volta implicate nell'assorbimento del calcio nell'intestino. Il recettore della vitamina D appartiene alla superfamiglia dei recettori degli ormoni steroidei / tiroidei ed è espresso dalle cellule nella maggior parte degli organi, inclusi: cervello, cuore, pelle, gonadi, prostata e seno.

L'attivazione di VDR nelle cellule intestinali, delle ossa, dei reni e delle paratiroidi porta al mantenimento dei livelli di calcio e fosforo nel sangue (con l'aiuto dell'ormone paratiroideo e della calcitonina) e alla conservazione del contenuto osseo.

Uno dei ruoli più importanti della vitamina D è il mantenimento dell'equilibrio del calcio scheletrico, promuovendo l'assorbimento del calcio nell'intestino, il riassorbimento osseo aumentando il numero di osteoclasti, mantenendo i livelli di calcio e fosfato per la formazione dell'osso e consentendo il corretto funzionamento dell'ormone paratiroideo per mantenere i livelli sierici del calcio. La carenza di vitamina D può determinare una minore densità minerale ossea e un aumento del rischio di riduzione della densità ossea (osteoporosi) o frattura ossea, perché la mancanza di vitamina D altera il metabolismo minerale nell'organismo. Pertanto, la vitamina D risulta anche fondamentale per il rimodellamento osseo attraverso il suo ruolo di potente stimolatore del riassorbimento.

Il VDR regola anche la proliferazione e la differenziazione cellulare. La vitamina D interagisce anche con il sistema immunitario e le VDR sono espresse in diversi tipi di globuli bianchi, compresi i monociti e le cellule T e B attivate. In vitro, la vitamina D aumenta l'espressione del gene della tirosina idrossilasi nelle cellule midollari surrenali e influenza la sintesi di fattori neurotrofici, ossido nitrico sintasi e glutatione.

Vitamina D: i migliori integratori disponibili online

Tra i molti integratori a base di Vitamina D in commercio, alcuni riscuotono particolari consensi dalla platea degli acquirenti. Ecco una breve selezione di alcuni di essi, tra quelli disponibili per l'acquisto online:

L'azienda italiana LongLife propone un integratore di Vitamina D3 di origine naturale, il cui alto dosaggio (100 mcg/4.000 u.i.) permette di colmare carenze importanti. La Vitamina D3 contenuta in queste capsule è derivata da lanolina, ed è pertanto adatta ad un'alimentazione vegetariana. Grazie alle 60 compresse rivestite il prodotto è facile da deglutire: le capsule sono inoltre divisibili e misurano 10 mm. La confezione è in R-PET 100% riciclabile e 100% riciclata; lo sleeve protegge la confezione da polvere e umidità, preservando quindi la freschezza e l'integrità del prodotto.

 

L'integratore alimentare di CYB - Complete Your Body contiene 50 µg di Vitamina D3 per ogni compressa e fornisce un valido supporto soprattutto in inverno, quando a causa della minore radiazione UV la pelle produce meno vitamina D3 e le compresse possono aiutare a compensare una possibile carenza di vitamina D. Una confezione di questo prodotto dura per 12 mesi, dal momento che contiene 365 compresse e che la dose consigliata è di una compressa al giorno. L'integratore è inoltre vegetariano, senza coloranti, glutine, lattosio e soia.

Contenuto sponsorizzato: My-personaltrainer.it presenta prodotti e servizi che si possono acquistare online su Amazon e/o su altri e-commerce. Ogni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link presenti in pagina, My-personaltrainer.it potrebbe ricevere una commissione da Amazon o dagli altri e-commerce citati. Vi informiamo che i prezzi e la disponibilità dei prodotti non sono aggiornati in tempo reale e potrebbero subire variazioni nel tempo, vi invitiamo quindi a verificate disponibilità e prezzo su Amazon e/o su altri e-commerce citati.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer