Riabilitazione Dopo Rottura del Tendine d'Achille

Riabilitazione Dopo Rottura del Tendine d'Achille
Ultima modifica 20.05.2021
INDICE
  1. Introduzione
  2. Presentazione del caso
  3. Cicatrici e Patologie correlate
  4. Esame Posturale Completo
  5. Altri articoli su ‘Rottura del Tendine d’Achille e Riabilitazione’

Introduzione

Rottura del Tendine d’Achille: Cos’è?

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2021/05/19/rottura-tendine-achille-cicatrici-ed-esame-posturale-orig.jpeg Shutterstock

La rottura del tendine d'Achille è un grave infortunio ortopedico.
Come suggerisce il nome, consiste nella lacerazione della robusta e forte banda connettivo-fibrosa che unisce i muscoli del polpaccio (gastrocnemio e soleo) al calcagno (od osso calcaneare).

In questo articolo, l'autore continuerà nella descrizione di un caso studio (iniziato qui); in particolare, si dedicherà a due argomenti: le cicatrici post-intervento chirurgico e l'esame posturale del paziente nelle prime fasi della riabilitazione.

Il seguente contenuto è già stato pubblicato dalla rivista "RiabilitazioneOggi" nel numero di Marzo 2010.

Presentazione del caso

  • Rottura spontanea del tendine d'Achille in calciatore amatore di 45 anni verificatasi durante una partita.
  • Intervento di tenoraffia termino-terminale e dimesso con gambaletto gessato per circa 50 gg.
  • Dopo 2 mesi la ferita si è riaperta per infezione iatrogena; il paziente viene quindi sottoposto ad un periodo di antibiotici e a 24 terapie in camera iperbarica per un'ora e mezza a seduta.
  • Finalmente, la cicatrice è stabilizzata, ma presenta un cheloide molto retraente ed accollato ai piani profondi.

Cicatrici e Patologie correlate

Le cicatrici, di per sé, non rientrano nella categoria delle patologie; tuttavia, se dotate di determinate caratteristiche, possono diventare fonte di alterazioni posturali, dolori, disagi organici o respiratori, dunque fonte di patologie.

La loro "reattività" o "tossicità" (come si dice in gergo) può essere registrata da uno strumento elettronico che misura i potenziali di tossicità, oppure con test chinesiologici di forza.

Sotto la voce generica di cicatrici vengono inclusi: interventi chirurgici, ferite, abrasioni profonde, ustioni e tatuaggi.

Tutto ciò che altera lo stato della pelle e la sua integrità (es: tessuto cicatriziale) crea aderenze sottocutanee, perdita di elasticità (cheloidi), oltre a trazione meccanica sul tessuto circostante (pelle, muscoloorgani interni,ecc.).

Da quanto sopra esposto, si possono classificare le seguenti conseguenze:

  • Danno meccanico (elasticità);
  • Danno energetico (blocco energetico).

La cicatrice chirurgica del nostro paziente è di dimensione regolare; dopo 2 mesi la ferita si è riaperta per infezione iatrogena; pertanto il paziente viene sottoposto ad un periodo di antibiotici e a 24 terapie in camera iperbarica per 1 ora e mezza  a seduta.

Dopo la stabilizzazione della cicatrice e dell'infezione, la cicatrice risulta con elevata superficie ricoperta da cheloidi, che sono "accollati" ai piani profondi del sottocute, ed in una zona di circa 1,5 cm, ancorata alla guaina del tendine nella porzione prossimale.

La flessione dorsale del piede provoca un "infossamento" della cicatrice nella porzione "accollata"; ciò sta ad indicare che il tessuto non ha la giusta elasticità in fase di flessione per "ancoraggio" profondo della cicatrice.

Esame Posturale Completo

  • Visione frontale: dismetria "apparente" arti inferiori con sinistro più corto di circa 2 cm; ginocchio sinistro semiflesso di circa 10°, spostamento dell'asse di carico verso destra.
    Torsione del bacino sinistro in avanti e bascullato.
    Nel complesso la colonna vertebrale è ben compensata.
  • Visione laterale: flessione di circa 10° del ginocchio sinistro e torsione del bacino, curve laterali della colonna vertebrale ben conservate.
  • Visione posteriore: bascullamento del bacino, basso a sinistra e spostamento del carico verso destra.

Altre analisi:

Il paziente presenta una cicatrice operatoria di lunghezza adeguata all'intervento, che risulta retraente nella porzione prossimale.
La cicatrice risulta importante per la limitazione della mobilità dell'articolazione tibio-tarsica, che è anche molto "accollata" e retraente. Per questo motivo, si sceglie di concentrare il lavoro di "scollamento" in modo particolare su questa porzione anatomica.

 

A cura del Professor Rosario Bellia

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