Yersinia Enterocolitica - Yersiniosi

Ultima modifica 25.02.2020

Yersinia enterocolitica è un batterio Gram-negativo, mobile ed ubiquitario, che provoca enterocolite nell'uomo. Appartiene al genere Yersinia, lo stesso dell'agente eziologico della peste (Yersinia pestis), fortunatamente scomparsa da tutta l'Europa. Yersinia enterocoliticaAlla specie Yersinia enterocolitica appartengono stipiti caratterizzati da una notevole variabilità negli attributi di virulenza, e solo alcuni bio-sierotipi sono risultati patogeni per l'uomo e gli animali. In particolare, nell'uomo, Yersinia Enterocolitica è responsabile di tossinfezioni alimentari, considerate zoonosi in quanto trasmesse principalmente da animali. Questo germe è infatti assai diffuso nel tratto intestinale di animali domestici e da allevamento, come conigli, maiali, pecore, bovini, cani e gatti, ma anche in alimenti come ostriche, latte crudo ed acqua. Tra tutti, il suino rappresenta l'animale "serbatoio" dal quale più frequentemente vengono isolati stipiti patogeni per l'uomo.

Contagio

La trasmissione della yersiniosi avviene per ingestione di acqua od alimenti contaminati da materiale fecale, crudi o poco cotti, mentre assai più raro è il contagio attraverso il contatto diretto con animali o soggetti infetti (ad esempio tramite trasfusioni di sangue da donatori infetti). Caratteristica di Yersinia Enterocolitica è la resistenza alle basse temperature (si tratta di una specie psicrofila o criofila, in grado di crescere anche a 4°C), che ne permette lo sviluppo all'interno di cibi refrigerati. Per contro, il riscaldamento del cibo a 60°C per pochi minuti uccide il microorganismo, ma non le sue tossine, che risultano termoresistenti.

Le infezioni da Yersinia Enterocolitica provocano il tipico quadro della gastroenterite (diarrea acquosa ricca di muco e pus, talvolta emorragica, che può persistere da una a tre settimane, accompagnata da febbre e dolori addominali).

Sintomi e Forme cliniche

I sintomi insorgono tipicamente dopo un periodo di incubazione di 4-7 giorni. Le manifestazioni cliniche dell'infezione da Yersinia enterocolitica nell'uomo sono comunque assai eterogenee, variando dalla paucisintomaticità alla forma setticemica.

Mentre negli animali la yersiniosi ha in genere un decorso asintomatico, nell'uomo Yersinia enterocolitica è causa di una varietà di quadri clinici, dovuti alla capacità del microrganismo di invadere molti tessuti corporei, in particolare i linfonodi mesenterici, causando adenite mesenterica ed ileite terminale, che può essere facilmente confusa con l'appendicite acuta. La conseguente disseminazione per via linfatica dei germi, rende ragione dei casi, seppur rari, di setticemia ed infezioni purulente a carico di vari organi (sistema nervoso centrale, fegato e polmoni). Alcuni casi di yersiniosi sono complicati da sequele extraintestinali non suppurative ma infiammatorie (soprattutto artrite reattiva ed eritema nodoso). Il quadro clinico più frequente rimane comunque la diarrea acuta da enterite o da enterocolite, accompagnata da febbre o febbricola, dolore addominale crampiforme, e talvolta da nausea e vomito.

Diagnosi, prevenzione e trattamento

La diagnosi di yersiniosi si pone mediante l'esame diretto delle feci, considerando che l'isolamento mediante coprocoltura è reso difficile dalla lenta crescita di Yersinia enterocolitica, ragione per cui le prove si rendono positive solo dopo 7-14 giorni. In alternativa, sono disponibili indagini seriologiche per la ricerca di anticorpi diretti contro Yersinia enterocolitica, che compaiono precocemente e scompaiono entro 2-6 mesi.

La prevenzione della yersiniosi è dettata dal buon senso, e prevede di evitare il consumo di carne, in particolare di quella suina, cruda o poco cotta, di consumare solo latte pastorizzato, di rispettare adeguate norme igieniche nei contatti con animali, di prevenire le cross-contaminazioni durante la preparazione dei cibi (lavarsi le mani dopo aver maneggiato carni crude, non riutilizzare gli stessi utensili usati per lavorare le carni crude prima di averli lavati, mantenere separate le carni crude da quelle cotte), oltre all'adeguato smaltimento dei liquami di provenienza animale.

La yersiniosi decorre in genere in maniera autolimitante, per cui il trattamento si limita alla reidratazione del paziente e all'eventuale correzione di alterazioni elettrolitiche e dell'equilibrio acido-base. L'eventuale terapia antibiotica viene intrapresa nei casi complicati (setticemia, infezioni focali, antibioticiattivi nei confronti di Yersinia enterocolitica ricordiamo doxiciclina, trimetoprim-sulfametoxazolo, fluorochinoloni, ceftriaxone e cloramfenicolo.