Ultima modifica 06.02.2020

Lo xilosio è uno zucchero, un monosaccaride a cinque atomi di carbonio isolato per la prima volta nel legno, che come i gusci della arachidi ne è particolarmente ricco; non a caso, lo xilosio è chiamato comunemente zucchero del legno. Dal punto di vista chimico si tratta di un aldopentoso, che a temperatura ambiente si presenta sotto forma di polvere bianca inodore, solubile in acqua.

XiilosioLo xilosio ha una bassa importanza dal punto di vista nutrizionale; potenziali applicazioni nella dietoterapia del diabete derivano dal suo potere dolcificante di poco inferiore a quello dello zucchero e dalla scarsa capacità di metabolizzazione del corpo umano. Stiamo quindi parlando di uno zucchero pressoché privo di calorie, con un indice glicemico estremamente basso, e acariogeno (non provoca carie dentale). Il corpo umano, inoltre, è in grado di sintetizzare autonomamente piccole quantità di xilosio, poi incorporate nelle glicoproteine.

Test allo xilosio

Una volta ingerito, lo xilosio viene in buona parte assorbito a livello intestinale, mentre dosi superiori ai 30 grammi esplicano un effetto lassativo. Una volta assorbito, lo xilosio viene in gran parte eliminato con le urine in forma immodificata; tale caratteristica rende questo zucchero particolarmente utile per valutare la capacità di assorbimento del tenue e discriminarla dalle sindromi da malassorbimento derivanti da un'insufficienza del pancreas esocrino.

Il test si esegue somministrando per os 25 grammi di D-xilosio con almeno 500 cc di acqua, per poi raccogliere le urine emesse dal paziente nelle successive 5 ore. In questo periodo, si considera normale un'escrezione urinaria di almeno 4-5 grammi di xilosio; valori inferiori si registrano quando l'assorbimento intestinale è compromesso da patologie che alterano la struttura e la funzionalità della mucosa enterica del primo tratto del tenue, come la celiachia e la sprue tropicale. Per limitare il rischio di falsi positivi, legati ad un'incompleta raccolta delle urine o a problemi di ascite ed insufficienza renale, dopo il carico orale da 25 grammi si preferisce determinare la concentrazione dello zucchero nel sangue a distanza di due ore, in modo da ottenere risultati più attendibili rispetto all'analisi delle urine. Una xilosemia uguale o superiore a 20-30 mg/dl è indice di un normale assorbimento intestinale di xilosio. Risultati falsamente positivi si possono ottenere in caso di svuotamento gastrico rallentato e sindrome da contaminazione batterica del tenue, nella quale - pur in presenza di una mucosa normale - l'anomala ed eccessiva fermentazione microbica dello zucchero ne diminuisce l'assorbimento. Non necessitando di una preventiva digestione, il test allo xilosio aiuta a discriminare il malassorbimento su base enterocitaria da quello a genesi pancreatica, in cui il test risulterà normale. Falsi negativi si osservano in presenza di lesioni intestinali minime o di patologie del tenue distale.

Lo xilosio può essere utile anche nel contesto del breath test, misurando la concentrazione di anidride carbonica nell'aria espirata dopo somministrazione orale; in caso di malassorbimento intestinale si registrerà un picco anomalo della stessa, spia del mancato assorbimento dello xilosio con conseguente fermentazione batterica nel colon, dalla quale originano gas come l'anidride carbonica, in parte allontanati con la respirazione.