Ultima modifica 26.03.2020

Generalità

La scintigrafia renale è un esame diagnostico di medicina nucleare, che consente di studiare nei dettagli l'anatomia e la funzione dei reni, rilevando eventuali anomalie.
scintigrafia renaleLa scintigrafia renale prevede l'impiego di un radiofarmaco (che il medico nucleare inietta nel paziente durante la procedura) e l'utilizzo di un apparecchio chiamato gamma camera (che serve a tradurre in immagini come il radiofarmaco si distribuisce all'interno dei reni).
Le norme preparatorie all'esame sono poche e semplici da seguire; tra queste, non compare il digiuno.
A seconda di qual è il tema d'indagine, una scintigrafia renale può durare dai 30 ai 120 minuti.
I rischi sono minimi.
Grazie alla scintigrafia renale, i medici sono in grado di riconoscere e valutare condizioni quali: l'insufficienza renale, le cisti o i tumori renali, le infiammazioni o le infezioni renali, le ostruzioni delle arterie renali, le alterazioni al flusso di urina all'interno dei reni, le complicazioni di un trapianto di rene, l'ipertensione nefrovascolare, l'idronefrosi ecc.

Breve ripasso dei reni

L'apparato urinario o apparato escretore è l'insieme di organi e strutture anatomiche deputati all'eliminazione delle urine.
I principali organi dell'apparato urinario sono i reni.
In numero di due, i reni risiedono nella cavità addominale, ai lati delle ultime vertebre toraciche e delle prime vertebre lombari; sono simmetrici e possiedono una forma che ricorda molto quella di un fagiolo.
Le più importanti funzioni dei reni sono:

  • Filtrare le sostanze di rifiuto, le sostanze dannose e le sostanze estranee, presenti nel sangue, e convertirle in urina.
  • Regolare gli equilibri idro-salini del sangue.
  • Regolare gli equilibri acido-base del sangue.
  • Produrre la glicoproteina eritropoietina.

L'anatomia dei reni è alquanto complessa: l'immagine sottostante riporta i principali elementi anatomici di un generico rene umano.

rene

Cos'è la scintigrafia renale?

La scintigrafia renale è un esame diagnostico di medicina nucleare, che, attraverso l'iniezione venosa di radiofarmaci, permette di analizzare con precisione l'anatomia e la funzione dei reni, e di determinare se quest'ultimi stanno “lavorando” in maniera appropriata oppure no.
Oltre ai radiofarmaci, l'esecuzione di una scintigrafia renale prevede l'impiego di una speciale apparecchiatura – la cosiddetta gamma camera – capace di riprodurre in immagini la distribuzione del radiofarmaco all'interno dell'organismo.

La gamma camera è collegata a un computer che serve a regolarne il funzionamento.
A eseguire la scintigrafia renale e soprattutto a interpretarne i risultati, è uno specialista in medicina nucleare, chiamato anche medico nucleare.


Diversamente dallo strumento per la TAC o le radiografie, la scintigrafia renale non emette radiazioni, ma rileva quelle emesse dal paziente una volta iniettatogli il radiofarmaco.

Cos'è la medicina nucleare?

La medicina nucleare è quella branca della medicina che si basa sull'utilizzo di sostanze radioattive (i cosiddetti radiofarmaci) a scopo diagnostico e terapeutico.
Un radiofarmaco è un medicinale iniettabile, che contiene dei radionuclidi, ovvero degli isotopi radioattivi.
Una volta iniettati, i radiofarmaci possono interagire specificatamente con un determinato tessuto biologico (come un normale farmaco) e, in virtù delle loro proprietà radioattive, possono essere monitorati tramite un'apposita strumentazione di rilevazione della radioattività (gamma-camera). In tal modo, questa complessa strumentazione fornisce delle immagini molto chiare di come, nel tempo, il radiofarmaco si distribuisce all'interno dell'organismo. 
La scintigrafia è un esame diagnostico di medicina nucleare, basato sul rilevamento delle radiazioni emesse da un organismo dopo la somministrazione, in quest'ultimo, di radiofarmaci. Tali radiazioni, opportunamente elaborate da uno strumento ad hoc, consentono di indagare sede, forma, dimensioni e funzionalità di svariati organi, tra cui cuore, tiroideossa, cervellofegato, reni e polmoni
Alla luce di quanto appena affermato, si può capire per quale motivo i radionuclidi vengano identificati anche con la parola "traccianti".


Nota bene: la distribuzione in un certo tessuto degli isotopi radioattivi o la loro interazione con un dato organo dipende esclusivamente dal farmaco a cui i suddetti isotopi radioattivi sono legati. Pertanto, la scelta del preparato farmacologico è di fondamentale importanza per la corretta esecuzione dell'esame. Per esempio, per un'analisi della tiroide è necessario ricorrere all'utilizzo di un farmaco che diffonda specificatamente in questo organo del corpo; lo stesso dicasi per il cuore, i reni ecc.

Indicazioni

La scintigrafia renale consente non solo di identificare le cause di un possibile malfunzionamento dei reni, ma anche di chiarire se un certo trattamento, applicato per la cura di una qualche patologia renale, sta avendo effetto oppure no.
Entrando maggiormente nei dettagli, mediante la scintigrafia renale i medici sono in grado di riconoscere e valutare:

  • Una riduzione dell'apporto di sangue ai reni;
  • Uno stato di ipertensione nefrovascolare, ossia l'alta pressione arteriosa dovuta a un restringimento delle arterie che conducono il sangue ai reni;
  • Cisti o tumori ai reni;
  • Un ascesso renale;
  • I risultati di un trattamento medico renale;
  • L'esito e le complicazioni di un trapianto di rene;
  • L'insufficienza renale acuta o cronica;
  • Un'infezione ai reni (pielonefrite);
  • Infortuni ai reni o alle strutture connesse (es: ureteri);
  • Uno stato di uropatia ostruttiva;
  • L'idronefrosi;
  • Una glomerulonefrite.

Tipi di scintigrafia renale

La scintigrafia renale comprende 4 diverse tecniche di studio della funzione dei reni. Le tecniche in questione sono:

  • La scintigrafia renale statica o corticale. Fornisce informazioni relative al funzionamento della porzione corticale dei reni.
    Con questa tecnica, la raccolta delle immagini con la gamma camera può avvenire soltanto dopo che sono trascorse circa 2 ore dalla somministrazione del radiofarmaco.
  • La scintigrafia renale perfusionale-funzionale. Ha vari scopi: mostra il flusso di sangue all'interno dei reni, rileva eventuali restringimenti delle arterie renali e, infine, è d'aiuto nel capire come stanno lavorando i reni.
    Con queste tecnica, la raccolta delle immagini con la gamma camera può avvenire subito dopo l'iniezione del radiofarmaco; in genere, i medici scattano una foto della situazione renale ogni 20-30 minuti.
  • La scintigrafia renale diuretica. Identifica eventuali blocchi od ostruzione del flusso urinario all'interno dei reni.
    Questa tecnica prevede l'osservazione del flusso di urina nei reni sia prima che dopo l'assunzione, da parte del paziente, di un diuretico, ossia uno stimolante della diuresi.
  • La scintigrafia renale sequenziale con ACE-inibitori. Grazie all'impiego di un farmaco contro la pressione arteriosa elevata (ACE-inibitore), questa tecnica permette di capire se l'ipertensione presente in un individuo è dovuta o meno a un restringimento delle arterie renali.
    Per un'esecuzione corretta e proficua della scintigrafia renale sequenziale con ACE-inibitori, è fondamentale osservare i reni sia prima che dopo la somministrazione del farmaco anti-ipertensivo.

Preparazione

La scintigrafia renale non richiede una preparazione particolare. Infatti, le sole norme preparatorie a cui il paziente deve attenersi sono:

  • Comunicare al medico che prescrive la scintigrafia renale qualsiasi assunzione farmacologica in atto in quel momento, poiché esistono medicinali, alcuni anche molto diffusi, capaci di inquinare i risultati dell'esame diagnostico in questione. Tra i medicinali che, se in uso, possono alterare l'esito della scintigrafia renale, si segnalano in particolare: gli ACE-inibitori (per la cura dell'alta pressione e di alcune patologie di cuore), i beta-bloccanti (anche loro per la cura dell'ipertensione e delle patologie cardiache), i diuretici e i Farmaci Antinfiammatori Non-Steroidei o FANS (compresi aspirina e ibuprofene).
    Una volta che il paziente ha comunicato i farmaci che sta assumendo, il medico deciderà il da farsi: per esempio, una possibile soluzione è la richiesta di interrompere momentaneamente l'assunzione farmacologica in corso e riprenderla solo dolo l'esecuzione della scintigrafia renale.
  • Riferire sempre al medico che prescrive la scintigrafia renale qualsiasi eventuale allergia e condizione patologica in atto o del recente passato.
    Nel caso in cui la paziente sia una donna, comunicare anche un'eventuale stato di gravidanza o presunto tale.
  • Nelle ore di poco precedenti alla scintigrafia renale, bere in abbondanza (almeno 1 litro d'acqua) in modo tale che, al momento dell'esame, la vescica sia piena.
  • Presentarsi all'esame privi preferibilmente di gioielli o indumenti con parti in metallo, in quanto questi potrebbero interferire con il buon esito della scintigrafia renale.

È previsto un digiuno?

Salvo diversa indicazione da parte del medico, il digiuno non rientra tra le norme preparatorie. Pertanto, il paziente può alimentarsi com'è sua consuetudine.

Procedura

Per prima cosa, il paziente deve privarsi di tutti gli oggetti e gli indumenti che potrebbero interferire con il buon esito della scintigrafia renale; dopodiché, deve sdraiarsi su un apposito lettino scorrevole, il quale serve a posizionarlo tra le piastre della gamma camera (si veda figura).


gamma camera

Per disporsi correttamente sul lettino, il paziente può contare sull'aiuto di un membro dello staff medico, in genere un tecnico del reparto di medicina nucleare o un infermiere generico.
A questo punto, con il paziente coricato e prima dell'introduzione di quest'ultimo nella gamma camera, interviene il medico nucleare, il quale, grazie anche alla collaborazione di un infermiere professionale, effettua l'iniezione del radiofarmaco necessario alla scintigrafia renale.
L'iniezione del radiofarmaco avviene, di norma, in una vena del braccio o della mano; il radiofarmaco impiega qualche minuto a distribuirsi, attraverso il sangue, negli organi oggetto d'indagine, ossia i reni.
Trascorso il tempo necessario affinché il radiofarmaco si sia distribuito nei reni, può finalmente avvenire l'introduzione del paziente tra le piastre della gamma camera, e avere inizio la rilevazione della radioattività.
Occorre precisare che, a questo punto della procedura, la scintigrafia renale può variare da circostanza a circostanza, a seconda del suo scopo finale: per esempio, se è prevista la ricerca di eventuali ostruzioni al flusso d'urina nei reni, l'esame richiede, a un determinato momento, la somministrazione di un diuretico; se invece l'oggetto di ricerca diagnostica è il restringimento delle arterie renali, il test prevede, a un certo momento, l'utilizzo di un ACE-inibitore; e così via (si veda quanto affermato in merito ai tipi di scintigrafia renale).
Durante la raccolta delle immagini tramite la gamma camera, il paziente deve rimanere immobile; i suoi movimenti, infatti, potrebbero alterare l'esito dell'esame diagnostico e la precisione delle immagini.
Una volta acquisite le immagini necessarie a una valutazione dettagliata della situazione renale, il medico nucleare dichiara conclusa la scintigrafia renale e permette l'estrazione del paziente dalla gamma camera, estrazione di cui si occupa un tecnico del reparto o un infermiere generico.
Una volta rivestitosi, il paziente può tornare immediatamente a casa e riprendere le sue normali attività quotidiane, salvo diversa indicazione medica.


Durante una scintigrafia renale, la aree renali più attive dal punto di vista metabolico accumulano tanto radiofarmaco, mentre quelle meno attive ne accumulano in piccole quantità. Le aree a più alta concentrazione di radiofarmaco sono dette “macchie calde”, mentre quelle a ridotta concentrazione di radiofarmaco prendono il nome di “macchie fredde”.

Quanto dura la scintigrafia renale?

Una scintigrafia renale può durare dai 30 minuti alle 2 ore.
La sua lunghezza dipende dallo scopo (per esempio, l'assunzione di farmaci durante la procedura ne allunga i tempo) e dal numero di immagini che il medico nucleare ha intenzione di raccogliere, per formulare una diagnosi accurata.

Raccomandazioni al paziente subito dopo l'esame

Subito dopo l'esame, il medico si limita a raccomandare al paziente di bere molta acqua, per favorire l'eliminazione naturale del radiofarmaco.
Se il paziente si attiene a tale raccomandazione, elimina il radiofarmaco dal proprio organismo nel giro di 24 ore.

Quali sensazioni prova il paziente durante la procedura?

Il paziente potrebbe provare una sorta di fastidio al momento dell'inserimento dell'ago, per l'iniezione del radiofarmaco.
Dopo l'iniezione, inoltre, potrebbe avvertire uno strano sapore metallico.
I pazienti che faticano a rimanere immobili, potrebbero sentirsi a disagio dopo poco tempo; tuttavia l'immobilità è una condizione fondamentale per il buon esito dell'esame.

Quando il paziente potrebbe dover aspettare prima di tornare a casa?

Il paziente potrebbe dover attendere prima di tornare a casa, nel caso in cui dalla scintigrafia renale emergano immagini poco chiare, che impongono la ripetizione dell'esame o di parte di questo.

Rischi

La scintigrafia renale è una procedura che, secondo l'attendibile opinione di medici ed esperti, è sicura.
Tuttavia, è bene ricordare che:

  • Prevede l'esposizione del paziente (soprattutto a livello renale e vescicale) a una dose di radiazioni nocive.
    Entità del rischio? Fortunatamente la dose di radiazioni è minima.
  • In alcuni soggetti, i radionuclidi (o isotopi radioattivi) che costituiscono i radiofarmaci potrebbero dar luogo a spiacevoli reazioni allergiche (reazioni anafilattica).
    Entità del rischio? Le reazioni allergiche post-scintigrafia renale sono un'evenienza davvero molto rara, che riguarda pochissimi pazienti.
  • Data la nascita relativamente recente della medicina nucleare, sono sconosciuti gli effetti che quest'ultima può avere a lungo termine sulla salute dell'essere umano.
  • L'ago impiegato per l'iniezione del radiofarmaco potrebbe essere responsabile di una piccola ferita e rossore, laddove è inserito.
    Entità del rischio? Ferita e rossore si risolvono nel giro di 24-48 ore.

Controindicazioni

Rappresentano sicuramente una controindicazione alla scintigrafia renale: la gravidanza, l'allattamento al seno e la mancata interruzione dei trattamenti farmacologici a base di ACE-inibitori.

Risultati

A seconda della gravità delle condizioni in cui versa il paziente, i risultati della scintigrafia renale possono essere disponibili subito o dopo qualche giorno.
Una scintigrafia renale dall'esito clinicamente rilevante (quindi dai risultati anomali) si ha in presenza di condizioni, quali: l'insufficienza renale (sia acuta che cronica), le cisti o i tumori renali (N.B: la scintigrafia renale non distingue le due circostanze), le infiammazioni o le infezioni renali, le ostruzioni delle arterie renali, le alterazioni al flusso di urina all'interno dei reni, le complicazioni di un trapianto di rene, l'ipertensione nefrovascolare, l'idronefrosi ecc.

Vantaggi

La scintigrafia renale fornisce informazioni spesso impossibili da ottenere con le altre procedure diagnostiche.