Cura Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo - Trattamento

Ultima modifica 01.06.2020

Premessa

In medicina, reflusso gastroesofageo è il termine usato per indicare la risalita anomala, in esofago, del contenuto acido dello stomaco.

Quando il fenomeno del reflusso passa dall'essere un evento normale (episodico) al divenire un disturbo cronico, significa che è in corso una condizione più complessa, nota come malattia da reflusso gastroesofageo o MRGE.
A causare la malattia da reflusso gastroesofageo è il malfunzionamento del cardias, ossia la valvola situata tra esofageo e stomaco, deputata a impedire la risalita del cibo presente nello stomaco.
Tra le condizioni che favoriscono la comparsa della MRGE, si segnalano: l'obesità, il fumo di sigaretta, l'alcolismo, la gravidanza, l'ernia iatale, l'asma, il consumo eccessivo di cibi grassi, l'assunzione costante di certi medicinali (es: ansiolitici, anticolinergici ecc.), lo stress e la gastroparesi.

Cura e Trattamento

La terapia del reflusso gastroesofageo dalle caratteristiche croniche prevede, generalmente, una modificazione dello stile di vita, combinata a una terapia farmacologica.
Se la suddetta terapia farmacologica dovesse risultare inefficace, o impossibile da sostenere a causa di un'incapacità del paziente, esiste la possibilità di ricorrere a una terapia chirurgica con approccio laparoscopico.

Modificazioni dello stile di vita

In un contesto di malattia da reflusso gastroesofageo, quando i medici parlano di modificazione dello stile di vita intendono:

  • Nei soggetti obesi o in sovrappeso, la riduzione del peso corporeo attraverso l'attività fisica e un regime alimentare più sano;
  • L'astensione dal fumo; l'abolizione delle bevande gassate, delle bevande alcoliche e dei superalcolici; l'abolizione della cioccolata e della menta, specie prima di coricarsi; la limitazione o, meglio ancora, l'abolizione dei cibi grassi e dei fritti; infine, l'abolizione del caffè.
    Sono tutti rimedi contro i fattori di rischio più diffusi della malattia da reflusso gastroesofageo. Il loro scopo è limitare i sintomi.
  • Consumare pasti piccoli e frequenti. In sostanza, è buona norma limitare, in termini quantitativi, i tre pasti principali della giornata (colazione, pranzo, cena), per introdurre nella dieta spuntini e merende.
  • Non indossare abiti stretti a livello addominale. Sembra che indossare abitualmente vestiti che stringono l'addome favorisca il fenomeno del reflusso gastroesofageo.
  • Sperimentare le tecniche di rilassamento, per far fronte allo stress. Lo stress è una condizione spesso associata agli episodi  di reflusso gastroesofageo.
  • Dormire con la testa sollevata. Trova indicazione soprattutto tra coloro che soffrono di rigurgiti da reflusso gastroesofageo nel corso della notte.
  • Per approfondire, leggi:

Se il paziente con malattia da reflusso gastroesofageo sta assumendo farmaci che tendono a favorire la risalita in esofago del contento dello stomaco (es: calcio-antagonisti, ansiolitici ecc.), è bene che chieda al proprio medico come comportarsi e se esistono soluzioni; è fortemente sconsigliato agire su propria iniziativa - per esempio interrompendo la terapia farmacologica in atto o assumendo medicinali alternativi - senza prima aver consultato il medico curante.


Nota importante: la scelta del regime alimentare dev'essere frutto del buon senso e, soprattutto deve seguire i consigli di specialisti della nutrizione.

Terapia farmacologica

La terapia farmacologica è utile a combattere e limitare i danni che la risalita del contenuto acido dello stomaco può provocare all'esofago.

I farmaci più in uso sono: gli antiacidi, gli alginati, gli anti H2 e gli inibitori di pompa protonica.
Le modalità di somministrazione di tali medicinali dipendono dalla gravità e dalla persistenza dei sintomi: per sintomi infrequenti, sono sufficienti assunzioni non continuative; per sintomi con cadenza frequente, invece, sono fondamentali assunzioni cicliche e continue.

  • Antiacidi: sono farmaci in grado di tamponare l'acidità  gastrica (cioè l'acidità dello stomaco) e di alleviare i disturbi come il bruciore di stomaco.
    Spesso, i medici associano la loro somministrazione a una somministrazione di anti-H2 o inibitori di pompa protonica.
    Esempi classici di antiacidi indicati in caso di malattia da reflusso gastroesofageo sono l'idrato di magnesio e l'idrossido di alluminio.
  • Alginati: sono farmaci che creano, all'interno dello stomaco, una sorta di “gel” atto bloccare, come fosse una barriera, il reflusso gastroesofageo.
    In sostanza, gli alginati agiscono in modo meccanico e non attraverso un'azione farmacologica, come per esempio fanno gli antiacidi, gli anti H2 o gli inibitori di pompa protonica.
  • Anti H2 o antagonisti dei recettori H2: hanno l'effetto di ridurre la produzione di succhi digestivi acidi, da parte dello stomaco.
    Tipici anti-H2, usati in presenza di malattia da reflusso gastroesofageo, sono: la ranitidina, la famotidina, la nizatidina e la cimetidina.
  • Inibitori di pompa protonica o IPP: agiscono in modo molto simile agli antagonisti dei recettori H2, quindi riducono la produzione di secrezioni acide nello stomaco.
    I tipici IPP somministrati in caso di malattia da reflusso gastroesofageo sono il pantoprazolo, il lansoprazolo, l'esomeprazolo, l'omeprazolo, il rabeprazolo e il dexlansoprazolo.
  • Per approfondire, leggi:

Curiosità: il baclofene potrebbe essere un nuovo farmaco?

Attualmente, i medici stanno valutando l'efficacia e la sicurezza, nelle persone con malattia da reflusso gastroesofageo, di un farmaco tipicamente usato contro le sindromi di tipo spastico, noto ai più con il nome di Baclofene.
Per il momento i risultati sono incoraggianti, tuttavia ci sono ancora delle riserve, che richiedono ulteriori studi scientifici.


Possibili effetti avversi degli anti H2 e degli inibitori di pompa protonica:

Anti H2

Inibitori di pompa protonica


Terapia chirurgica

Nella cura della malattia da reflusso gastroesofageo, la terapia chirurgica con approccio laparoscopico trova indicazione in circostanze ben specifiche, alcune delle quali già accennate in precedenza.

  • Casi di pazienti in cui coesiste un'ernia iatale severa;
  • Casi di pazienti in cui la terapia farmacologica, abbinata a una modificazione dello stile di vita, risulta inefficace;
  • Casi di pazienti che non riescono a portare avanti una terapia farmacologica in modo continuativo;
  • Casi di pazienti in cui la terapia farmacologica non è più in grado di controllare le complicanze (ulcere esofagee, esofago di Barrett o stenosi esofagea).

La terapia chirurgica riservata ai suddetti casi di malattia da reflusso gastroesofageo consiste in un'operazione di restringimento dello sfintere esofageo inferiore (o cardias), in modo da impedire la risalita in esofago del contento dello stomaco.
L'operazione in questione richiede l'anestesia generale e prevede un ricovero ospedaliero della durata di 2-3giorni. Dopo le dimissioni, il paziente deve osservare un periodo di riposo dall'attività lavorativa di 3-6 settimane; inoltre, per almeno un mese e mezzo, deve adottare un'alimentazione a base di cibi morbidi (es: zuppe).

APPROCCI CHIRURGICI DEL FUTURO

Attualmente, sono in corso studi e test per verificare l'efficacia e la sicurezza di alcune nuove tecniche chirurgiche, nell'ambito della cura della malattia da reflusso gastroesofageo.
Tra queste possibili nuove tecniche chirurgiche, rientrano:

  • La gastroplicazione endoluminale finalizzata a ridurre l'apertura del cardias;
  • L'iniezione endoscopica di un elemento stringente a livello del cardias;
  • L'ablazione endoscopica a radiofrequenza;
  • L'applicazione endoscopica di impianti idrogel a livello del cardias;
  • L'inserimento laparoscopico di una banda magnetica a livello del cardias (LINX).

Prognosi

Il cambiamento dello stile di vita e la terapia farmacologica sono efficaci (cioè controllano i sintomi) nella maggior parte dei pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo.
È bene, però, ricordare che i buoni risultati dei suddetti rimedi terapeutici dipendono dalla costanza con cui quest'ultimi si mettono in pratica. Infatti, trascurarli, anche per un breve periodo, potrebbe portare alla ricomparsa dell'intero quadro sintomatologico.

Prevenzione

Non fumare (o smettere di fumare, se si è fumatori), evitare il consumo di alcolici e superalcolici, limitare il più possibile il consumo di cibi grassi e cibi fritti, praticare esercizio fisico in modo costante (contro l'obesità) e controllare lo stress, sono alcuni dei principali consigli, forniti dai medici, per ridurre il rischio di sviluppare la malattia da reflusso gastroesofageo.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza