Ultima modifica 27.09.2019

Sintomi, segni e complicazioni

Per approfondire: Sintomi Placenta Previa


L'unico sintomo caratteristico della placenta previa è la perdita di sangue (emorragia) vaginale, che comincia nella seconda metà della gravidanza.Pervia Placenta
In realtà, possono manifestarsi anche altri sintomi e segni, ma questi, al contrario del sanguinamento vaginale, si presentano in una piccola minoranza di casi e hanno carattere episodico.
Pertanto, al sanguinamento possono aggiungersi:

  • Dolore
  • Contrazioni uterine
  • Feto in posizione trasversa od obliqua

IL SANGUINAMENTO

La perdita di sangue, dalla vagina, è color rosso intenso e indolore. Comincia a partire dalla seconda metà della gravidanza, solitamente dopo la 28esima settimana. L'insorgenza è improvvisa e, in alcuni casi, intermittente, ovvero si interrompe per qualche giorno, prima di riprendere. Le quantità di sangue perso sono variabili, a volte ingenti a volte modeste.

L'emorragia può considerarsi l'unico segno della placenta previa, poiché è il solo sempre presente nelle pazienti.

ALTRI SINTOMI

Il dolore insorge quando, alla placenta previa, si associa un distacco di placenta. Questo binomio si verifica nel 10% circa dei casi. Il dolore è un segno caratteristico del distacco placentare.

Diagnosi differenziale tra placenta previa e distacco di placenta normalmente inserita
PLACENTA PREVIA DISTACCO DI PLACENTA
Emorragia esterna discreta o abbondante Emorragia esterna che può essere di lieve entità
Emorragia sempre di sangue rosso vivo Emorragia sempre di sangue rosso scuro
Dolore assente o scarso Dolore molto intenso


Le contrazioni uterine fanno la loro comparsa nel 25% dei casi circa. Assomigliano a quelle del travaglio e durano per qualche giorno.
Il feto mal posizionato, trasverso od obliquo, è tipico di un buon 15% dei casi.

IL FETO

Fintanto che le condizioni sono stabili, il feto non presenta particolari disturbi. Il distress fetale, infatti, compare all'insorgere delle complicazioni.


Cos'è il distress fetale?
Il distress fetale è un termine vago, che identifica una serie di disturbi diversi, tra cui anomalie cardiache, ridotto accrescimento intrauterino e oligoidramnios.

COMPLICAZIONI

Le donne con placenta previa devono essere seguite con attenzione, poiché esiste la possibilità che la perdita di sangue aumenti al punto da metterle in serio pericolo di vita.
Ma in che occasioni può verificarsi questo peggioramento?

Un incremento a dismisura dell'emorragia può avvenire durante il travaglio, al momento del parto oppure qualche ora dopo il parto. In questi frangenti, bisogna che il personale medico si faccia trovare preparato, poiché la gestante è a forte rischio di shock emorragico (o shock ipovolemico) e necessita una trasfusione di sangue immediata.
Inoltre, una perdita di sangue cospicua può verificarsi anche quando la gravidanza non è a termine. Le conseguenze, in questi casi, riguardano anche la salute del feto, non solo della madre. Può, infatti, crearsi la cosiddetta condizione di distress fetale e la necessita di far nascere prematuramente il bambino, tramite parto cesareo.

QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO?

A una donna incinta, che è soggetta a perdita di sangue nella seconda metà della gravidanza, si consiglia di rivolgersi al proprio ginecologo. Se l'emorragia è di notevole entità, non bisogna attardarsi nel farlo, poiché si tratta di un'emergenza.

Diagnosi

La diagnosi di placenta previa si basa, in prima istanza, su un esame clinico ginecologico e, in secondo luogo, sugli esami strumentali (ecografia e risonanza magnetica nucleare).

ESAME CLINICO GINECOLOGICO

Il medico indaga sulle origini del sanguinamento:

  • A che settimana si è verificato?
  • Di che colore è il sangue?
  • È cospicuo? È intermittente?

Questi sono i punti cardine dell'indagine.
Si eseguono, inoltre, degli esami addominali, per controllare la consistenza dell'utero, e si evitano, invece, quelli vaginali, poiché potrebbero peggiorare l'emorragia.
Infine, è possibile che lo specialistica esegua la cosiddetta manovra di Leopold, per capire l'orientamento assunto dal feto nel grembo materno. Come si ricorderà, una piccola percentuale di casi di placenta previa si presenta con un feto in posizione trasversa od obliqua.

ECOGRAFIA

L'ecografia è l'esame diagnostico d'elezione, per confermare i sospetti di placenta previa. Tuttavia, per alcune gestanti, la rivelazione è casuale, a seguito di un normale controllo di routine.
Informazioni ancora più chiare si ottengono se, alla classica ecografia addominale, si aggiunge l'ecografia transvaginale, in cui si fa uso di una piccolissima sonda inserita in vagina. In questi frangenti, lo specialista pone la massima attenzione a non provocare perdita di sangue dalla vagina.
L'esame è attendibile se viene svolto tra il secondo e il terzo trimestre della gravidanza (si veda l'approfondimento sui falsi positivi).


I falsi positivi

Ci sono delle situazioni per cui, in base ai risultati ecografici, si pensa erroneamente a un caso di placenta previa.
Per esempio, i primi controlli ecografici (quelli svolti nella prima metà della gravidanza) potrebbero mostrare che la placenta è posizionata in corrispondenza della cervice. In realtà, queste non sono immagini affidabili e definitive, poiché, dal secondo trimestre in poi, feto e utero si accrescono e la placenta si sposta di conseguenza.
Un'altra circostanza, molto meno comune della precedente, è legata alla vescica e alla possibilità che questa, se ripiena d'urina, comprima l'utero, mutandone (solo in apparenza) l'anatomia. La placenta, pertanto, sembra mal posizionata, ma, di fatto, non è così.

RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE

Si svolge raramente e aiuta anch'essa a capire l'esatta posizione della placenta.

Terapia

Quando si parla di terapia per la placenta previa, ci si riferisce a quelle contromisure che mirano, nei casi meno gravi, a portare a termine la gravidanza senza complicazioni e, nei casi più gravi, a salvare la vita della madre e del feto.
Alla luce di ciò, il percorso terapeutico deve considerare i seguenti fattori:

  • La posizione della placenta nella cervice
  • La gravità dell'emorragia e le sue modalità (per esempio, se è intermittente o continua)
  • Settimana di gravidanza
  • Salute della madre
  • Salute del feto

In base a questi punti fondamentali, si agisce di conseguenza.

LA POSIZIONE DELLA PLACENTA

Se la placenta previa è classificata di grado I o di grado II si procede con un parto vaginale.
Questa è la linea condotta, in generale, in tali frangenti. Tuttavia, ogni paziente rappresenta un caso a sé stante e va trattato di conseguenza. Per esempio, può accadere che una condizione non grave di placenta previa si presenti con un'intensa perdita di sangue, tale per cui si richieda un parto cesareo.
Se, invece, la placenta previa è di grado III o di grado IV si opta, sempre, per un parto cesareo. A tal proposito, vale la seguente regola: se la placenta è posta a meno di 2 cm di distanza dall'apertura della cervice, si procede con il taglio cesareo.

QUANDO LA PERDITA DI SANGUE È MINIMA O ASSENTE

Se l'emorragia è scarsa o assente, la paziente non necessita di assistenza ospedaliera e nemmeno del ricovero. L'unica raccomandazione, che le viene fatta, è quella di stare a riposo ed evitare rapporti sessuali e la maggior parte delle attività fisiche. Se le cose rimangono in questo modo, si attende la conclusione della gravidanza: parto vaginale, per i gradi I e II; parto cesareo, per i gradi III e IV.

QUANDO LA PERDITA DI SANGUE È CONSISTENTE

Di fronte a una perdita di sangue consistente, bisogna agire d'urgenza e considerare anche la possibilità di un parto prematuro, nonché di un'isterectomia (rimozione dell'utero).
Sono fondamentali:

  • Il ricovero ospedaliero, per monitorare la paziente
  • Una trasfusione di sangue, anche ingente, qualora l'emorragia sia notevole

Se non si agisce in modo tempestivo, la situazione, come si è visto, può complicarsi ulteriormente: compaiono shock, ai danni della gestante, e distress fetale, ai danni del bambino.


Parto prematuro di tipo cesareo

Condizione

Come si agisce?

Emorragia grave, ma controllabile Prima di operare, si somministrano, alla madre, corticosteroidi per aiutare la crescita dei polmoni del bambino
Emorragia grave e senza sosta Bisogna operare d'urgenza

Prognosi e prevenzione

La prognosi, per una donna con placenta previa, è diversa in base al caso considerato e dipende da, almeno, due fattori.

  • Il primo fattore riguarda il grado di severità con cui si presenta il disturbo. Una placenta previa di I o II grado ha un impatto negativo minore, sulla salute di madre e figlio, rispetto a una placenta previa di III e IV grado. A far la differenza sono le modalità del parto: rischi e conseguenze (per esempio, l'isterectomia), relative a un parto cesareo, sono di più di quelli di un parto vaginale.
  • Il secondo fattore riguarda la qualità delle cure ricevute dalla madre. Se la diagnosi è precoce e il trattamento tempestivo e idoneo (trasfusione immediata, parto corretto ecc.), la prognosi tende a essere positiva, quanto meno per la gestante.

SI POSSONO AVERE ALTRE GRAVIDANZE?

A patto che non sia stata sottoposta a isterectomia, una donna, che ha avuto la placenta previa, può avere altre gravidanza. Tuttavia, è assolutamente caldeggiato rivolgersi al proprio ginecologo, il quale valuterà la situazione e dirà come comportarsi

LA PROGNOSI PER UN FETO PREMATURO

Si è osservato che il bambino, nato da una donna con placenta previa, è maggiormente soggetto a sviluppare:

  • Sindrome della morte improvvisa infantile
  • Ritardi di crescita
  • Malformazioni
  • Ritardi dello sviluppo neurologico

N.B: si sta parlando di un rischio superiore al normale, non di una conseguenza certa e naturale.

PREVENZIONE

Sebbene non esista una misura preventiva specifica, limitare i fattori di rischio (per esempio, non fumare e non far uso di cocaina) è il comportamento migliore per ridurre le possibilità di sviluppare la placenta previa.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza