Ultima modifica 14.02.2020

Pirosi è il termine con cui i medici identificano la spiacevole sensazione di fastidio, o dolore di tipo urente (bruciore), avvertita dietro lo sterno con tendenza all'irradiamento verso la gola (senso di acidità che sale). PirosiResponsabile di tale sintomatologia è l'insulto subìto dalla mucosa esofagea a causa dell'eccessiva risalita degli acidi contenuti nello stomaco. A volte il dolore associato alla pirosi è talmente intenso da essere scambiato per un attacco anginoso od un infarto cardiaco; a differenza della pirosi, tuttavia, queste condizioni sono comunemente provocate da uno sforzo fisico, a volte anche modesto, e non scompaiono dopo l'ingestione di antiacidi.

La pirosi è un sintomo piuttosto comune, che si manifesta in numerose circostanze. Questo fastidioso bruciore può infatti comparire in qualsiasi momento, ma è più comune circa mezz'ora dopo un pasto o a lunga distanza da esso; spesso si associa a dispepsia (cattiva digestione) ed in tal caso si accompagna tipicamente a nausea, eruttazioni e rigurgiti. La pirosi, inoltre, disturba il sonno di molte persone, dato che la risalita dei succhi gastrici in esofago è favorita dalla posizione sdraiata; per lo stesso motivo, questo sintomo può comparire anche durante particolari movimenti del tronco, come l'atto di allacciarsi le scarpe o raccogliere un oggetto da terra. Infine, è ormai assodato come l'insorgenza della pirosi, o perlomeno il suo aggravamento, siano spesso correlati a fattori emozionali.

Aldilà dei singoli ed isolati episodi di pirosi, sperimentati in prima persona dalla maggioranza degli individui, la ripetuta insorgenza di tale sintomo tende ad assumere connotati patologici. Nella maggior parte dei casi, infatti, questo sintomo è spia del reflusso gastroesofageo, una condizione caratterizzata dall'abnorme risalita del contenuto acido nell'esofago. Le cause alla base di questo reflusso possono essere molteplici e sovrapposte: l'incontinenza dello sfintere gastroesofageo, l' ernia iatale e le alterazioni del tono della muscolatura esofagea o di quella gastrica rappresentano gli agenti causali più comuni.

 

Principali cause di pirosi Potenziali fattori aggravanti
Reflusso gastroesofageo (con o senza ernia iatale)
Spasmo esofageo, improvvisa dilatazione e contrazione spastica dello sfintere esofageo inferiore
Sclerodermia
Gastrite
Ulcera peptica
Neoplasie con secondaria compromissione della funzione sfinterica
Farmaci gastrolesivi (ad esempio i FANS, come aspirina ed ibuprofene, alcuni sedativi ed alcuni antiipertensivi)
Fumo di sigaretta
Caffè (meglio quello decaffeinato) e altre bevande a base di caffeina
Bevande gassate o particolarmente calde
Alimenti come cipolle, pomodori, salse acide, agrumi, cioccolato, superalcolici, menta e cibi particolarmente grassi o speziati.
Sovrappeso od Obesità.
Coricarsi o eseguire attività fisica a breve distanza da un pasto.
Stress, depressione, ansia ed ipocondria.
Aerofagia (tipica di chi consuma i pasti troppo in fretta o parla molto mentre mangia).
Gravidanza

 

La diagnosi di malattia da reflusso è prevalentemente clinica. In genere il medico diagnostica la MRGE soltanto dopo aver escluso altre condizioni patologiche, come problemi cardiaci o ernia iatale. Se questi accertamenti sono negativi ed i sintomi persistono si inizia una terapia con farmaci antiacidi. Se la risposta del paziente a tali farmaci è positiva ulteriori esami non sono normalmente necessari. Se invece i sintomi persistono o ricompaiono al termine della terapia è opportuno eseguire ulteriori accertamenti, sfruttando indagini strumentali come l'esofago-gastroduodenoscopia, la pHmetria, la manometria esofagea e la biopsia (per accertare l'assenza di complicanze, come ad esempio l'esofago di Barrett).

Valutazione pirosiAlcuni pazienti lamentano pirosi anche in assenza di esofagite e senza che il monitoraggio pH-metrico delle 24 ore evidenzi traccia di reflusso gastroesofageo; in questi casi si parla di pirosi funzionale e l'identificazione delle cause d'origine può risultare particolarmente difficoltosa.

L'assunzione di farmaci ad azione antiacida è in genere sufficiente per risolvere il sintomo pirosi. A tale scopo possono essere utilizzati i comuni antiacidi da banco (bicarbonato di sodio, carbonato di calcio, idrossido di alluminio o magnesio), gli antagonisti dei recettori H2 dell'istamina, gli alginati o i più moderni farmaci inibitori della pompa protonica. Fondamentale, prima di passare al trattamento farmacologico o comunque affincandolo ad esso, è l'interveno preventivo della pirosi tramite norme comportamentali e dietetiche (vedi dieta e reflusso gastroesofageo).