Tumori del Colon-Retto - Terapia e Prognosi

Ultima modifica 05.02.2020

Premessa

Il tumore al colon, rappresentato principalmente dall'adenocarcinoma del colon, è una neoplasia la cui curabilità dipende, fondamentalmente, dalla sua estensione:

  • se il tumore è confinato alla parete intestinale, il trattamento ha notevoli possibilità di successo e la guarigione è un'ipotesi più che concreta;
  • se il tumore è esteso ai linfonodi regionali e a organi vicini e lontani dalla sua sede d'origine, la guarigione è per lo più impossibile, e la scelta terapeutica si riduce inevitabilmente a trattamenti sintomatici e palliativi, volti a migliorare, per quanto possibile, la qualità di vita del paziente. 

Terapia

cancro colon curaLa terapia del tumore al colon è strettamente dipendente da alcuni fattori, che, a partire dal più importante e determinante, sono: lo stadio della neoplasia maligna (si veda tabella dedicata), la sede della massa tumorale e lo stato di salute generale del paziente (età, presenza di altre patologie, precedenti interventi chirurgici ecc.).
Attualmente, le opzioni terapeutiche a disposizione dei malati di cancro al colon sono:

Riepilogo degli stadi di un tumore al colon.

Stadio A: il tumore risiede quasi esclusivamente sulla mucosa intestinale (ossia lo strato cellulare più interno della parete intestinale); raramente, si spinge nello strato sottostante la mucosa.
Non interessa mai i linfonodi, nemmeno quelli più vicini (linfonodi regionali)
Il tumore al colon di stadio A è il meno grave.

Stadio B: la massa tumorale è penetrata oltre la mucosa intestinale e interessa lo strato di cellule muscolari lisce sottostante (la cosiddetta tonaca muscolare).
Come accade allo stadio A, non coinvolge mai alcun linfonodo.

Stadio C: il tumore si è spinto oltre la tonaca muscolare, invadendo anche lo strato più esterno della parete intestinale e i primi linfonodi regionali.

Stadio D: il tumore ha intaccato la maggior parte dei linfonodi regionali e ha disseminato le proprie cellule tumorali (metastasi) in organi distanti dal punto d'origine (es: linfonodi del torace, fegato, polmoni, ossa, cervello ecc.).
Il tumore al colon di stadio D è il più grave.


Chi cura il tumore al colon?

Di norma, la cura del tumore al colon coinvolge diversi professionisti del campo della medicina, tra cui: medici oncologi (esperti nel trattamento dei tumori in generale), radioterapisti oncologi (esperti nel trattamento radioterapico dei tumori), chirurghi oncologi, chirurghi colorettali (o colonproctologi), medici patologi e medici gastroenterologi.

Terapia chirurgica

Lo stadio di un tumore al colon incide sulla terapia chirurgica nel seguente modo:

  • Le neoplasie allo stadio A, B e talvolta C sono completamente asportabili, pertanto il trattamento chirurgico consiste nella rimozione del tumore e degli eventuali linfonodi regionali contaminati.
    La possibilità di asportare il tumore permette l'eradicazione della malattia ed è alla base di un'ipotetica guarigione.
  • Di contro, le neoplasie allo stadio C non rientranti nella precedente casistica e tutte quelle allo stadio D non sono completamente asportabili, a causa delle metastasi; di conseguenza, il trattamento chirurgico consiste soltanto in interventi con finalità sintomatica e palliativa.
    L'impossibilità di asportare in modo completo il tumore non permette l'eradicazione della malattia e il raggiungimento della guarigione.

TERAPIA CHIRURGICA PER IL TUMORE AL COLON AI PRIMI STADI

In presenza di tumori al colon allo stadio A limitati alla mucosa intestinale, i possibili approcci chirurgici sono due, entrambi minimamente invasivi: la cosiddetta resezione endoscopica della mucosa e la rimozione tramite tecnica laparoscopica.

  • Resezione endoscopica della mucosa: è una colonscopia particolare, durante la quale il chirurgo operante munisce il colonscopio (ossia l'endoscopio per la colonscopia) di uno speciale microbisturi, che poi impiega come mezzo di asportazione della massa tumorale e della mucosa intestinale interessata.
    Anche se non è una vera e propria pratica chirurgica, i medici la considerano comunque tale.
  • Rimozione tramite tecnica laparoscopica: la tecnica laparoscopica o laparoscopia è l'approccio chirurgico che permette al medico operante di accedere alla cavità addomino-pelvica e agire sugli organi ivi contenuti, attraverso la realizzazione di, al massimo, 3 piccole incisioni della pelle.
    Grazie alla tecnica laparoscopica, il chirurgo operante è in grado di rimuovere quasi esclusivamente la massa tumorale; dell'intestino sano, infatti, asporta soltanto la mucosa e poco altro.
    In genere, la rimozione della massa tumorale tramite tecnica laparoscopica rappresenta un'alternativa alla resezione endoscopica della mucosa, quando quest'ultima è impraticabile.

Curiosità

Il caratteristico strumento usato durante la laparoscopia è il cosiddetto laparoscopio: si tratta di un oggetto tubulare, simile a una cannuccia per bere, che, grazie a una telecamera e una fonte luminosa, permette di visionare su un monitor la cavità addomino-pelvica (chiaramente una volta introdotto all'interno di quest'ultima, attraverso una delle 3 piccole incisioni).

TERAPIA CHIRURGICA PER IL TUMORE AL COLON AGLI STADI INTERMEDI

In presenza di tumori al colon allo stadio B e tumori al colon allo stadio C ritenuti curabili, la terapia chirurgica consiste nell'asportazione del tratto di intestino crasso in cui risiede la massa tumorale. In medicina, la rimozione chirurgica di un tratto più o meno esteso di intestino crasso - in particolare del colon - prende il nome di colectomia parziale.
Poiché l'asportazione della parte malata di intestino crasso interrompe la continuità dell'apparato digerente, alla colectomia parziale il chirurgo curante deve far seguire sempre una seconda operazione, finalizzata all'unione dei due segmenti intestinali rimasti (ricanalizzazione intestinale). Del resto, la mancata pratica di questa seconda operazione comporterebbe l'assenza di un canale funzionale al passaggio e all'espulsione delle feci.
È importante ricordare che, nei casi di tumore al colon allo stadio C ritenuti operabili, completa il quadro della terapia chirurgia l'operazione di rimozione dei linfonodi regionali contaminati dalle cellule tumorali.


Se la colectomia parziale è estesa o ha riguardato il retto (procto-colectomia o proctocolectomia), l'intervento di ricanalizzazione intestinale, con unione dei due monconi di intestino rimasti, è impraticabile.
In tali circostanze, quindi, per risolvere l'inevitabile problema dell'espulsione delle feci, i chirurghi sono costretti a ricorrere alla cosiddetta colostomia.

La colostomia è la procedura chirurgica di deviazione dell'intestino crasso (chiaramente la porzione in continuità con il resto del tubo digerente) verso un'apertura praticata sull'addome, il cui scopo è sostituire l'ano naturale; all'esterno di questa apertura, infatti, è possibili unirvi una sacca impermeabile per la raccolta delle feci.


TERAPIA CHIRURGICA PER IL TUMORE AL COLON AGLI STADI AVANZATI

In presenza di tumori al colon allo stadio D e allo stadio C ritenuti non curabili, la terapia chirurgica consiste, prevalentemente, in interventi finalizzati a disostruire il canale intestinale dalla massa tumorale, la quale, per via delle grandi dimensioni, è responsabile del fenomeno noto come occlusione intestinale o blocco intestinale.
Altre possibili pratiche chirurgiche adottabili sono:

  • La colectomia totale (ossia la rimozione totale dell'intestino crasso), seguita dall' ileostomia (cioè la deviazione chirurgica dell'ultimo tratto di intestino tenue verso un'apertura sull'addome, deputata a prendere il posto dell'ano naturale).
  • L'asportazione dal fegato delle lesioni metastatiche, una conseguenza tipica dei tumori al colon in fase avanzata.

Si ricorda che i suddetti interventi chirurgici hanno soltanto finalità sintomatiche-palliative, in quanto la neoplasia allo stadio D e allo stadio C non curabile si è diffusa così ampiamente altrove nell'organismo, che è impossibile eradicarla del tutto.

Radioterapia

La radioterapia consiste nell'esposizione della massa tumorale a una certa dose di radiazioni ionizzanti ad alta energia (raggi X), con lo scopo di distruggere le cellule neoplastiche.
In caso di tumore al colon, la radioterapia può rappresentare:

  • Una forma di trattamento post-chirurgico. In questi frangenti, si parla anche di radioterapia adiuvante. Lo scopo della radioterapia adiuvante è distruggere con i raggi X le cellule tumorali che la chirurgia non ha rimosso.
    Quando è applicata? Tumori al colon allo stadio B e tumori al colon allo stadio C ritenuti curabili.
  • Una forma di trattamento pre-chirurgico. In tali circostanze, la radioterapia è definita radioterapia neoadiuvante. Lo scopo della radioterapia neoadiuvante è ridurre le dimensioni della massa tumorale, per facilitarne la rimozione chirurgica che si terrà successivamente.
    Quando è applicata? Tumori al colon allo stadio B e tumori al colon allo stadio C ritenuti curabili.
  • Una forma di trattamento combinato alla chemioterapia. La combinazione della radioterapia alla chemioterapia prende il nome di chemioradioterapia. La chemioradioterapia può trovare impiego come trattamento pre-chirurgico (chemioradioterapia neoadiuvante) oppure come trattamento di una recidiva del cancro al colon
    Quando è applicata? Tumori al colon allo stadio C o superiore e recidive di precedenti neoplasie al colon.
  • Una forma di trattamento sintomatico-palliativo. Lo scopo è migliorare la qualità della vita dei pazienti con un tumore in fase avanzata e incurabile.
    Quando è applicata? Tumori al colon allo stadio D.

Tumore al colon e, in breve, risvolti terapeutici stadio per stadio.

Stadio

Terapia adottata

Stadio A

Resezione endoscopica della porzione di mucosa intestinale portatrice della massa tumorale  o, in alternativa, rimozione della massa tumorale tramite tecnica laparoscopica.
In genere, non sono previste né la chemioterapia né la radioterapia.

Stadio B

Colectomia parziale, seguita dalla ricanalizzazione intestinale oppure dalla colostomia.
Di norma, è prevista la radioterapia (neoadiuvante o adiuvante), ma non la chemioterapia.

Stadio C

Se la gravità del tumore consente una terapia chirurgica, questa consiste nella colectomia, seguita dalla ricanalizzazione intestinale oppure dalla colostomia.
Di norma, trovano applicazione anche la radioterapia (neoadiuvante o adiuvante) e la chemioterapia (neoadiuvante o adiuvante).

Stadio D

Ogni trattamento praticato ha solo finalità sintomatiche-palliative, in quanto il tumore è ormai disseminato in diverse parti dell'organismo e, per questo, risulta incurabile.
Tra i trattamenti chirurgici si segnalano: la disostruzione dell'intestino dalla massa tumorale, la colectomia totale seguita da ileostomia e la rimozione delle metastasi al fegato.
La radioterapia e la chemioterapia possono trovare impiego assieme (chemioradioterapia) o separatamente.


Chemioterapia

La chemioterapia consiste nella somministrazione, per via endovenosa o per via orale, di farmaci in grado di uccidere le cellule in rapida crescita, tra cui anche le cellule tumorali.
A seconda delle caratteristiche del tumore al colon, il medico curante può decidere se optare per:

  • Una chemioterapia post-chirurgica o chemioterapia adiuvante. Lo scopo è lo stesso della radioterapia adiuvante: distruggere le cellule tumorali che il chirurgo non è riuscito a rimuovere.
    Quando è applicata? Tumori al colon allo stadio C ritenuti curabili; è molto raro l'impiego in presenza di tumori allo stadio B.
  • Una chemioterapia pre-chirurgica o chemioterapia neoadiuvante. L'obiettivo è uguale a quello della radioterapia neoadiuvante: ridurre le dimensioni della massa tumorale, per facilitarne la successiva asportazione chirurgica.
    Quando è applicata? Tumori al colon allo stadio C ritenuti curabili; è molto raro l'impiego in presenza di tumori allo stadio B.
  • Una chemioterapia abbinata a radioterapia. È la chemioradioterapia descritta nel sottocapitolo dedicato alla radioterapia. Le finalità, pertanto, coincidono.
    Quando è applicata? Tumori al colon allo stadio C o superiore e recidive di precedenti neoplasie al colon.
  • Una chemioterapia sintomatico-palliativo. Lo scopo è lo stesso della radioterapia sintomatica-palliativa, ossia: migliorare la qualità della vita dei pazienti con un tumore in fase avanzata e incurabile.
    Quando è applicata? Tumori al colon allo stadio D.

Possibili chemioterapici impiegati in presenza di tumore al colon:

Terapia mirata

La “terapia mirata” è un trattamento a base di particolari farmaci, che contrastano specificatamente tutto ciò che favorisce la crescita e lo sviluppo delle cellule tumorali. È diversa dalla chemioterapia, perché è più selettiva: i farmaci chemioterapici, infatti, aggrediscono tutte le cellule in rapida crescita, tra cui quelle neoplastiche e quelle sane con questa particolarità.
Tra i farmaci per la terapia mirata di un tumore al colon, rientrano:

I medici ricorrono alla “terapia mirata” soltanto agli stadi più avanzati della malattia, con finalità prevalentemente sintomatiche-palliative. Esiste la possibilità di praticarla da sola o in combinazione con la chemioterapia.
C'è molta cautela nell'impiego dei farmaci per la “terapia mirata”, in quanto presentano diversi effetti collaterali; inoltre, sono molto costosi.

Consigli alimentari

Dopo il trattamento di un tumore al colon, i pazienti devono adottare un regime dietetico con specifiche caratteristiche.

Dalla loro dieta, infatti, devono escludere le carni rosse, le carni “processate” (ossia contenenti conservanti), i dolci, i fritti, i cibi ricchi di grassi, i cereali raffinati (es: pane bianco) e le bevande alcoliche; di contro, devono prediligere gli alimenti ricchi di fibre (come la frutta, gli ortaggi freschi e i cereali integrali), le carni bianche (es: pollame), il pesce e i cereali integrali.
Oltre a ciò, è anche importante che consumino pasti piccoli ma frequenti, evitino di restare a digiuno troppo a lungo, assumano molto acqua, limitino il consumo di caffè e mastichino molto lentamente.

Prognosi

La prognosi del tumore al colon è strettamente connessa allo stadio della neoplasia. Infatti, attendibili studi statistici riportano che:

  • Il tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di un tumore al colon allo stadio A è circa del 95%, per gli uomini, e di quasi il 100%, per le donne. Ciò significa che, dopo 5 anni dalla diagnosi e dal trattamento di un cancro al colon in fase precoce, 95 pazienti maschi su 100 e quasi 100 pazienti femmine su 100 sono ancora in vita.
  • Il tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di un tumore al colon allo stadio B è di poco superiore all'80%, per gli uomini, e del 90%, per le donne.
  • Il tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di un tumore al colon allo stadio C è pari a circa il 65% sia per gli uomini che per le donne.
  • Il tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di un tumore al colon allo stadio D è di poco superiore al 5%, per gli uomini, e circa del 10%, per le donne.

Da questi interessanti dati numerici emerge in maniera lampante come le possibilità di guarire da un tumore al colon siano maggiori, se la terapia avviene in fase precoce, ossia quando ancora la massa tumorale è piccola e confinata all'intestino.

Prevenzione

Fintanto che non saranno chiare le cause scatenanti, prevenire il tumore al colon con assoluta certezza è impossibile.

Si può fare qualcosa?

Non fumare (o smettere di fumare, se si è fumatori), evitare il consumo eccessivo di carni rosse, limitare il più possibile il consumo di cibi grassi e dei fritti, preferire i cereali integrali ai cereali raffinati, praticare esercizio fisico in modo costante, assumere frutta e ortaggi freschi in abbondanza e non eccedere nel consumo di bevande alcoliche sono i principali consigli, forniti dai medici, per ridurre il rischio di ammalarsi di tumore al colon.


Curiosità: perché le fibre alimentari ricoprono un'azione protettiva nei confronti del tumore al colon?

La fibra alimentare può esercitare un'azione protettiva nei confronti del cancro al colon-retto per i seguenti motivi:

  • La fibra insolubile aumenta la velocità di transito, riducendo la concentrazione delle sostanze potenzialmente citotossiche e citolesive, nonché i tempi di contatto tra queste sostanze e la mucosa intestinale;
  • La fibra solubile riduce il pH intestinale e ciò inibisce l'attività dei microrganismi potenzialmente dannosi, mentre favorisce l'attività e la proliferazione di quelli benefici.
    Tutto questo ha come conseguenza la diminuzione della concentrazione intestinale di molecole azotate citotossiche.

Alimenti ricchi di fibre sono: i legumi, i broccoli, i carciofi, le mandorle, le farine integrali, l'avena e, in generale, tutti gli alimenti di origine vegetale (N.B: i quali contengono anche micronutrienti e i phytochemicals).
La fibra solubile è presente soprattutto in frutta e legumi; la fibra insolubile, invece, è presente soprattutto nei cereali integrali e in alcuni tipi di ortaggi.



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Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza