Anemia Sideropenica: Sintomi, Diagnosi, Cura

Ultima modifica 24.03.2020

Premessa

Se vengono prese in considerazione tutte le possibili cause di sideropenia (deficit di ferro nell'organismo), una carenza che si verifichi in uomini adulti e in donne in età postmenopausale dev'essere considerata spia di una perdita gastrointestinale fino a prova contraria.
Sintomi AnemiaIn questi individui, infatti, attribuire prematuramente una carenza di ferro a una qualsiasi altra possibile origine, potrebbe rallentare la diagnosi un cancro o di un'altra lesione occulta sanguinante del tratto gastrointestinale.

Sintomi

I sintomi di un'anemia da carenza di ferro cambiano nel corso del tempo. Inizialmente, questi possono essere lievi, poiché l'organismo mette in azione dei meccanismi di compensazione e si approvvigiona dai depositi di ferro presenti sotto forma di ferritina. Quando il deficit di ferro continua, le manifestazioni tendono a intensificarsi.
I più comuni sintomi dell'anemia da carenza di ferro sono:

Raramente, a causa dell'anemia possono comparire delle pliche di mucosa nell'esofago, per caratterizzare, assieme all'anemia e alla glossite atrofica, quella che prende il nome di sindrome di Plummer-Vinson.
Talvolta, la milza è ingrossata e palpabile (splenomegalia), ma è un'evenienza rara.
Oltre ai comuni segni e sintomi dell'anemia, in caso di grave carenza di ferro, si hanno alcuni sintomi particolari, come il picacismo, cioè un desiderio compulsivo di mangiare sostanze (es. ghiaccio, sporcizia, vernici).

Diagnosi

La diagnosi dell'anemia sideropenica si serve di:

Clinica

L'anemia da carenza di ferro viene sospettata in presenza di tipici segni, quali pallore, estremo affaticamento e debolezza (astenia), mancanza di respiro, vertigini e scarso appetito. Altri sintomi del disturbo comprendono glossite, cheilosi, unghie concave (coilonichia) e disfagia dovuta alla presenza di membrana esofagea post-cricoidea (sindrome di Plummer-Vinson).

Analisi di laboratorio

Gli esami di laboratorio disponibili per la diagnosi dell'anemia sideropenica comprendono:

In presenza di anemia sideropenica, il dosaggio del ferro e della ferritina sierici sono bassi, mentre è alta la capacità totale plasmatica di legare il ferro (transferrina). Questo comporta una riduzione di saturazione della transferrina al di sotto del 15%.

Sia l'emoglobina che l'ematocrito sono diminuiti. Questo perché, venendo meno la disponibilità di ferro, viene meno la sintesi dell'eme, quindi la formazione di emoglobina.
Per lo stesso motivo, poi, i dati ematologici ci dicono che, in una situazione di anemia, abbiamo una riduzione dell'MCH, cioè dell'emoglobina corpuscolare media.


All'esame dello striscio di sangue periferico si possono apprezzare:

  • Globuli rossi microcitici (di dimensioni ridotte)
  • Eritrociti ipocromici (per lo scarso contenuto in emoglobina)
  • Presenza di quelli che vengono chiamati anulociti, cioè globuli rossi ipocromici con emoglobina disposta alla periferia della cellula, che presenta perciò un'area centrale chiara che la fa assomigliare a un anello.

Abbiamo, inoltre, anisocitosi, cioè la presenza di globuli rossi con diverse dimensioni e/o diverso grado di emoglobinizzazione.

Aspirato midollare ed esame citologico

L'esame citologico dell'agoaspirato midollare mostra una iperplasia eritroide, cioè un aumento del numero dei globuli rossi nel tentativo di compensare la riduzione dell'emoglobina.

Indagini per valutare un sanguinamento gastrointestinale

Gli esami specifici atti a rivelare un sanguinamento gastrointestinale sono la ricerca del sangue occulto nelle feci, la gastroscopia, la colonscopia e, solo nei pazienti con sanguinamento in atto ed esami endoscopici negativi, l'angiografia retrograda percutanea dell'arteria celiaca, utile a svelare la sede precisa dell'emorragia.

Terapia

Il trattamento della carenza di ferro e dell'anemia ha come obiettivo l'apporto di quantitativi sufficienti di ferro, per normalizzare e mantenere livelli di emoglobina, stimolando una corretta eritropoiesi e ricostituendo le riserve di ferro nell'organismo.
Ciò prevede la terapia marziale, cioè di somministrazione di sali ferrosi per bocca, lontano dai pasti.
Nelle gastriti atrofiche si somministra solfato ferroso, che non necessita di acido cloridrico per essere assorbito.
La via endovenosa o intramuscolare va riservata solo ai pazienti che non tollerano i sali ferrosi per bocca o nei casi di malassorbimento.
Gli effetti collaterali di questi farmaci antianemici sono abbastanza frequenti e consistono in turbe digestive come bruciori di stomaco, crampi addominali e diarrea. In questi casi, basta semplicemente diminuire temporaneamente il dosaggio per dar modo al soggetto di adattarsi al farmaco.
La risposta alla terapia marziale deve sempre essere monitorata, iniziando con una conta reticolocitaria che, già in quinta-settima giornata, deve mostrare un aumento dei reticolociti.
Ad eccezione di quei pazienti con una perdita di ferro cospicua e continua, la correzione dello stato anemico può essere raggiunta in circa 2 mesi.
Una volta corretta l'anemia, si deve continuare la terapia per altri 6 mesi, allo scopo di ripristinare le riserve del ferro. Quanto alle lesioni epiteliali, quelle riguardanti le unghie e la lingua si risolvono entro 3-6 mesi, ma già dopo 2 settimane si osservano segni di miglioramento.



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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici