Ultima modifica 17.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è il Prolattinoma?
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Terapia
  7. Prognosi

Generalità

Il prolattinoma è un tumore benigno dell'ipofisi anteriore, che, quando è di grandi dimensioni, favorisce la produzione di prolattina in modo così forte da instaurare una condizione medica nota come iperprolattinemia

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Nelle donne, il prolattinoma è responsabile principalmente di: oligomenorrea, amenorrea, galattorrea, acne e irsutismo; negli uomini, invece, è causa di: ginecomastia, disfunzione erettile e riduzione della peluria. Inoltre – ma questo vale per entrambi i sessi – la sua presenza riduce il desiderio sessuale e può provocare disturbi, quali: mal di testa, vomito, nausea, ipopituitarismo e emianopsia bitemporale.
Dovuto a fattori scatenanti ancora sconosciuti, il prolattinoma richiede un trattamento solo quando è responsabile dei sintomi e dei segni sopra riportati. Tra i trattamenti praticabili, figurano sia rimedi farmacologici sia rimedi chirurgici.

Breve richiamo sulla prolattina

La prolattina è un ormone, la cui secrezione spetta all'ipofisi, per la precisione all'ipofisi anteriore o adenoipofisi.
La prolattina è nota ai più soprattutto per il ruolo cruciale che ha nella donna; nei soggetti di sesso femminile, infatti, promuove:

Per quanto concerne l'uomo, il ruolo della prolattina è molto meno chiaro e definito che non nella donna. Le uniche certezze in merito sono che, a un'iperproduzione di prolattina nei soggetti maschi corrispondono problematiche come: disfunzione erettile, ginecomastia (ovvero anomalo sviluppo delle mammelle nell'uomo) e impotenza (legata a un'azione inibitoria nei confronti del testosterone).

nell’essere umano, l’ipofisi è un organo situato alla base del cranio, esattamente al di sotto del diencefalo. Anche nota come ghiandola pituitaria, l’ipofisi è un organo di notevole importanza biologica; si occupa, infatti, di regolare la funzionalità di altri organi – tra cui tiroide, surreni e gonadi – e di secernere ben 9 ormoni, implicati in processi fondamentali (es: lattazione, metabolismo idrico, crescita corporea ecc.). Redazione

Cos’è il Prolattinoma?

Il prolattinoma è un tumore benigno dell'ipofisi, che determina un'iperproduzione dell'ormone prolattina e instaura, conseguentemente, una condizione di iperprolattinemia (prolattina alta nel sangue).
Sebbene non sia un tumore mortale, il prolattinoma può avere spiacevoli conseguenze, a partire dalla cospicua riduzione dei livelli di ormoni sessuali, sia nella donna (estrogeni) che nell'uomo (testosterone).

Che tipo di tumore benigno è?

Il prolattinoma è un tumore benigno appartenente alla tipologia degli adenomi.
In ambito medico, prende il nome di adenoma qualsiasi tumore benigno che trae origine o dalle cellule epiteliali degli organi ghiandolari esocrini o dalle cellule epiteliali dei tessuti con proprietà secretorie.

Epidemiologia

Tra i tumori dell'ipofisi con la peculiarità di stimolare la secrezione ormonale (nel caso in questione la secrezione della prolattina), il prolattinoma è il più comune.
Le statistiche dicono che il prolattinoma è un tumore alquanto diffuso nella popolazione generale, ma anche che è clinicamente rilevante solo in un numero esiguo di casi (14 individuo ogni 100.000).
Alquanto insolito tra i giovani, il prolattinoma colpisce più frequentemente le donne, rispetto agli uomini.

Curiosità

Studi autoptici condotti negli Stati Uniti hanno dimostrato che tra il 6 e il 25% della popolazione Statunitense è portatore di un prolattinoma di piccole dimensioni, irrilevante dal punto di vista clinico.

Cause

Attualmente, le cause del prolattinoma sono sconosciute; tuttavia, gli studi condotti in merito non sono stati completamente inutili, in quanto hanno evidenziato che:

  • Il prolattinoma è un tumore sporadico, quindi non è trasmesso per via ereditaria.
  • L'esposizione prolungata allo xenoestrogeno bisfenolo A favorisce la crescita e l'attività delle cellule ipofisarie che producono prolattina (cellule lattotrope), promuovendo l'iperprolattinemia.

Sintomi e Complicazioni

Se è di piccole dimensioni, il prolattinoma è una presenza generalmente asintomatica, ossia priva di sintomi e segni; in questi frangenti, quindi, la persona affetta sta bene e conduce una vita del tutto normale.
Al contrario, se il prolattinoma è di dimensioni medio-grandi, è responsabile di un ben preciso quadro sintomatologico, che trova spiegazione nell'iperprolattinemia – condizione derivante dalla maggiore produzione di prolattina – e nella compressione esercitata dalla massa tumorale, nei confronti delle strutture anatomiche adiacenti.

Conseguenze dell'iperprolattinemia nella donna

Nelle donne, l'iperprolattinemia indotta da un prolattinoma può essere causa di:

  • Un ritardo nella ricorrenza delle mestruazioni (oligomenorrea) o l'assenza delle mestruazioni (amenorrea);
  • Galattorrea, ossia il rilascio di latte dalle mammelle al di fuori del periodo dell'allattamento materno;
  • Dispareunia, cioè dolore durante i rapporti sessuali;
  • Acne e irsutismo (crescita anomala di peli duri e grossolani nelle persone di sesso femminile).

Conseguenza dell'iperprolattinemia nell'uomo

Negli uomini, l'iperprolattinemia derivante da un prolattinoma può determinare:

  • Disfunzione erettile;
  • Riduzione della peluria sul viso e in generale su tutto il corpo;
  • Ginecomastia, ossia sviluppo anomalo delle mammelle;
  • Galattorrea maschile (molto raro).

Conseguenze dell'iperprolattinemia comuni a entrambi i sessi

Sia nell'uomo che nella donna, l'iperprolattinemia prolattinoma-dipendente è responsabile di:

  • Ipogonadismo. È la riduzione dell'attività funzionale delle gonadi, che porta a un calo dei livelli di testosterone, nell'uomo, e a un calo dei livelli di estrogeni, nella donna.
  • Un calo del desiderio sessuale (o calo della libido). È una conseguenza della riduzione del testosterone, nell'uomo, e degli estrogeni, nella donna.
  • Un calo della densità minerale ossea. Per entrambi i sessi, la causa di questo calo è, ancora una volta, la riduzione degli ormoni sessuali circolanti.
  • Infertilità.

Conseguenze dell'effetto massa

La compressione esercitata da un prolattinoma di dimensioni medio-grandi a carico delle strutture vicine può dare origine a:

  • Mal di testa ricorrente;
  • Vertigini;
  • Nausea e vomito;
  • Emianopsia bitemporale. È un'alterazione della vista caratterizzata dall'impossibilità di percepire una metà del campo visivo.
    Può scaturire da un prolattinoma, nel momento in cui il tumore in questione entra in contatto con il chiasma ottico, una caratteristica zona del cervello adiacente all'ipofisi, in cui si incrociano le fibre nervose dei nervi ottici;
  • Calo degli altri ormoni ipofisari (ipopituitarismo). È come se, a causa del suo notevole volume, il prolattinoma impedisse alle altre cellule dell'ipofisi di funzionare adeguatamente.

Complicazioni

Possibili complicanze attribuibili al prolattinoma sono:

  • L'osteoporosi. Dipende dal calo della densità minerale ossea, calo che, come descritto in precedenza, deriva dall'aumento della prolattina nel sangue e dalla conseguente riduzione degli ormoni sessuali.
  • L'ipotiroidismo, l'insufficienza surrenalica e il deficit di ormone della crescita. Sono tutte condizioni che dipendono all'ipopituitarismo prolungato.

Curiosità: conseguenza di una gravidanza in presenza di prolattinoma

Nelle donne con un prolattinoma piccolo e asintomatico, lo stato di gravidanza (per via della maggior quantità di estrogeni circolanti) può promuovere l'ingrandimento della massa tumorale e il suo palesarsi attraverso sintomi, come mal di testa, vertigini, problemi di vista ecc.

IL PROLATTINOMA PUÒ MUTARE NEL TEMPO?

Studi medici hanno osservato che il prolattinoma presenta un tasso di crescita diverso da individuo a individuo, ma anche che quando è di piccole dimensioni tende a rimanere tale, mentre quando è di dimensioni medio-grandi ha una maggiore tendenza a diventare ancora più grande.
In ogni caso, comunque, il prolattinoma difficilmente assume una natura maligna, trasformandosi da adenoma ad adenocarcinoma.

Quando rivolgersi al medico?

Sintomi e segni, come l'oligomenorrea, l'amenorrea, la galattorrea, la disfunzione erettile, la ginecomastia, l'irsutismo ecc., hanno sempre una certa rilevanza clinica, pertanto, in loro presenza, è opportuno contattare senza esitazione e al più presto il medico curante.

Diagnosi

In genere, la diagnosi di prolattinoma inizia dall'esame obiettivo e dall'anamnesi; quindi, prosegue con approfonditi esami del sangue e un esame di diagnostica per immagini (risonanza magnetica nucleare o TAC) riferito all'encefalo; infine, termina con un esame della vista.

Esame obiettivo e anamnesi

L'esame obiettivo e l'anamnesi servono al medico per conoscere nei dettagli la sintomatologia presente. La conoscenza dei sintomi e dei segni in atto è fondamentale per delineare un ipotetico quadro clinico e stabilire con quali altre indagini proseguire.

Esami del sangue

Gli esami del sangue permettono di stimare i livelli di prolattina.
Come affermato in più di un'occasione, l'iperprolattinemia (cioè l'alta concentrazione di prolattina nel sangue) è una conseguenza tipica del prolattinoma.

Risonanza magnetica o TAC al cervello

La risonanza magnetica nucleare e la TAC al cervello sono gli unici esami diagnostici che permettono di confermare la presenza di un prolattinoma, presenza che finora era soltanto un'ipotesi.

Cause di iperprolattinemia che potrebbero essere scambiate per prolattinoma

La presenza di iperprolattinemia non significa, in automatico, prolattinoma. Ecco spiegato per quale motivo, dopo un esame del sangue che evidenza alti livelli di prolattina, è opportuno eseguire un accertamento mediante o una risonanza magnetica al cervello o una TAC cerebrale.
Tra le cause di iperprolattinemia diverse dal prolattinoma, figurano: l'ipotiroidismo, l'assunzione di certi farmaci (es: antagonisti dopaminergici, inibitori della sintesi della dopamina, inibitori della ricaptazione della serotonina), l'insufficienza renale cronica, la cirrosi, lo stress, tumori ipofisari diversi dal prolattinoma (es: craniofaringioma) ecc.

Terapia

Gli obiettivi della terapia adottata in presenza di un prolattinoma sono:

  • Riportare nella norma i livelli ematici di prolattina;
  • Ripristinare le normali funzioni dell'ipofisi;
  • Ridurre le dimensioni della massa tumorale, così da eliminare i sintomi derivanti dalla compressione a carico delle strutture anatomiche adiacenti;
  • Migliorare in generale la qualità della vita del paziente.

Attualmente, per poter raggiungere tali obiettivi, i pazienti con un prolattinoma sintomatico possono contare sia su una terapia farmacologica sia su una terapia chirurgica; i dettagli relativi a queste due possibili terapie saranno oggetto di discussione dei prossimi due paragrafi.

Terapia farmacologica

Per capire la terapia farmacologica del prolattinoma, occorre fare un piccolo passo indietro e mettere al corrente il lettore che la dopamina – il noto neurotrasmettitore associato alla malattia di Parkinson e alla dipendenza da molte droghe – svolge l'importante ruolo di inibitore fisiologico della secrezione della prolattina; in altre parole, in una persona sana, a bloccare la produzione di prolattina (per evitare un eccesso di quest'ultimo a livello ematico) è la dopamina.
Tornando quindi alla terapia farmacologica della prolattinoma, tale cura consiste, sostanzialmente, nella somministrazione di agonisti dopaminergici, ossia medicinali che mimano, una volta assunti, gli effetti della dopamina nei confronti della secrezione di prolattina da parte dell'ipofisi.
È doveroso precisare che, tra gli agonisti dopaminergici impiegati nel trattamento del prolattinoma, spiccano la bromocriptina e la cabergolina, per via della loro capacità aggiuntiva di ridurre le dimensioni della massa tumorale. In altre parole, la bromocriptina e la cabergolina svolgono non solo la stessa azione inibitoria della dopamina (nei confronti delle cellule ipofisarie che producono la prolattina), ma sono capaci anche di far regredire il prolattinoma.
Agendo prevalentemente sui sintomi, la terapia farmacologica del prolattinoma è un trattamento a cui i pazienti devono sottoporsi per lungo tempo, se non per il resto della loro vita.

QUANTO È EFFICACE LA TERAPIA FARMACOLOGICA?

Le statistiche dicono che l'uso della bromocriptina e della cabergolina, nelle persone con prolattinoma, riduce la massa tumorale e riporta nella norma i livelli troppo elevati di prolattinoma in ben l'80% dei casi clinici.
Quindi, bromocriptina e cabergolina sono degli ottimi farmaci per la cura del prolattinoma, tanto da costituire il trattamento di prima linea per questo tipo di tumore.

EFFETTI COLLATERALI DI BROMOCRIPTINA E CABERGOLINA

L'assunzione di bromocriptina o cabergolina può avere effetti avversi, quali: nausea, vomito, vertigini, mal di testa e sonnolenza.
A sviluppare con maggiore frequenza tali effetti collaterali sono i pazienti con prolattinoma che soffrono anche di ipotensione o che presentano fisiologicamente una pressione arteriosa bassa.
In generale, comunque, i farmaci anti-prolattinoma sono considerati abbastanza sicuri.

Curiosità

In rarissime circostanze, la cabergolina può recare danno alle valvole cardiache o portare allo sviluppo di comportamenti anomali, come per esempio la tendenza al gioco d'azzardo.

BROMOCRIPTINA E CABERGOLINA DURANTE LA GRAVIDANZA

Attualmente, non sono chiari gli effetti dell'assunzione di bromocriptina o cabergolina durante la gravidanza.
Pertanto, una volta rimaste incinte, le donne con un prolattinoma, che stanno seguendo una terapia a base di uno dei farmaci in questione, sono costrette a interrompere le assunzioni (salvo diversa indicazione del medico).

È MEGLIO LA BROMOCRIPTINA O LA CABERGOLINA?

  • La cabergolina sembra essere più efficace della bromocriptina; inoltre, è meno frequentemente causa di effetti collaterali.
  • La bromocriptina, però, è meno costosa della cabergolina ed è ampiamente sicura in caso di un suo impiego prolungato (non sono ancora chiare le conseguenze a lungo termine dell'uso della cabergolina).

Terapia chirurgica

La terapia chirurgica del prolattinoma consiste in un'operazione di rimozione della massa tumorale.
Data la delicatezza di tale operazione, i medici ricorrono alla terapia chirurgia solo se la terapia farmacologica si è dimostrata inefficace (in altre parole, quindi, quando non ci sono alternative).
Attualmente, sono disponibili due tecniche chirurgiche (o approcci chirurgici) per l'esecuzione dell'asportazione: la cosiddetta chirurgia transfenoidale e la cosiddetta chirurgia transcraniale.
Ideale per i prolattinomi di dimensioni contenute, la chirurgia transfenoidale prevede la rimozione della massa tumorale attraverso le cavità nasali; specifica per i prolattinomi di grandi dimensioni, invece, la chirurgia transcraniale prevede la rimozione della massa tumorale attraverso un'incisione praticata sul cranio.
Se praticata a dovere, la terapia chirurgica del prolattinoma è molto efficace; tuttavia, è doveroso precisare che, anche in caso di successo della chirurgia, può capitare che il prolattinoma ricompaia a distanza di qualche tempo (recidiva).

Quando, in occasione di un prolattinoma, la terapia chirurgica sostituisce la terapia farmacologica?

  • Quando, nonostante le assunzioni farmacologiche, i livelli di prolattina rimangono comunque elevati.
  • Quando i prolattinoma è molto grande e i farmaci, nonostante riducano la prolattina circolante, non riescono a ridurre in modo apprezzabile le dimensioni della massa tumorale (quindi, il prolattinoma continua a premere sulle strutture cerebrali adiacenti).

A CHI SPETTA LA SCELTA DELL'APPROCCIO CHIRURGICO

La scelta dell'approccio chirurgico spetta al medico specialista che effettuerà la futura operazione di asportazione del prolattinoma.
Ogni decisione relativa alla tecnica chirurgica di rimozione arriva dopo un'opportuna valutazione delle dimensioni della massa tumorale e della sua precisa posizione.

Prognosi

La prognosi in caso di prolattinoma varia da eccellente, quando la massa tumorale è piccola, a variabile, quando la quando la massa tumorale è medio-grande. Nella prima circostanza, infatti, il prolattinoma è asintomatico e difficilmente aumenta di volume nel corso del tempo, mentre, nella seconda circostanza, è responsabile di disturbi che possono non rispondere alle terapie adottate e potrebbe espandersi ulteriormente, causando nuovi sintomi (e peggiorando quelli già presenti).

Un prolattinoma di dimensioni medio-grandi richiede la pianificazione di un trattamento farmacologico adeguato, che, in caso di fallimento, costringe a ricorrere alla chirurgia.

Importanza del monitoraggio

I medici raccomandano a chi è portatore di un prolattinoma il monitoraggio periodico di quest'ultimo, per rilevare per tempo eventuali cambiamenti.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza