Ultima modifica 12.02.2020

L'oxaliplatino è un farmaco antitumorale appartenente alla classe degli agenti alchilanti. È considerato un farmaco importante, tanto da rientrare nella lista dei farmaci essenziali redatta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità; una lista in cui sono elencati tutti i farmaci che devono essere presenti all'interno di un sistema sanitario di

base.

Indicazioni

Per Cosa si Usa

oxaliplatino

Oxaliplatino - Struttura Chimica

L'oxaliplatino è indicato per il trattamento di tumori come:

Avvertenze

L'oxaliplatino deve essere utilizzato solo nei reparti specialistici di oncologia e sotto la stretta sorveglianza di un medico specializzato nella somministrazione di farmaci antitumorali.
A causa della tossicità di oxaliplatino a carico dei reni, la funzionalità renale di pazienti in trattamento con il farmaco deve essere costantemente monitorata.
In caso di stravaso dell'oxaliplatino dal sito d'infusione, la somministrazione deve essere immediatamente interrotta e deve essere iniziato il trattamento sintomatico locale.
A causa della tossicità neurologica dell'oxaliplatino, si deve eseguire un esame neurologico prima di ciascuna somministrazione e, successivamente, devono essere effettuati controlli a intervalli regolari.

Interazioni

La somministrazione di oxaliplatino dovrebbe essere evitata in concomitanza a farmaci che aumentano il pH della soluzione endovena, poiché l'oxaliplatino si decompone in ambiente basico (valore di pH compreso fra 7 e 14).
L'oxaliplatino viene spesso usato in associazione a 5-fluorouracile. Quest'associazione potrebbe far sì che vi sia un aumentato rischio d'insorgenza di fibrosi polmonari e neuropatie sensorie periferiche.
In ogni caso, è bene informare il medico qualora si stiano assumendo - o se sono stati recentemente assunti - farmaci di qualsiasi tipo, compresi farmaci da banco, prodotti omeopatici e/o erboristici.

Effetti Collaterali

Nonostante l'oxaliplatino presenti una tossicità minore rispetto ai suoi analoghi cisplatino e carboplatino, anch'esso può scatenare molti effetti collaterali.
Gli effetti indesiderati variano a seconda della quantità di farmaco somministrato, a seconda che il farmaco sia somministrato da solo o in associazione ad altri antitumorali e a seconda delle condizioni del paziente. Inoltre, ogni individuo risponde in maniera diversa alla chemioterapia, per cui non è detto che gli effetti avversi si mostrino tutti e con la medesima intensità in ogni paziente.
Di seguito sono riportati i principali effetti collaterali indotti da oxaliplatino.

Mielosoppressione (soppressione del midollo osseo)

L'oxaliplatino può sopprimere il midollo osseo portando così ad una ridotta sintesi delle cellule del sangue (cioè una ridotta ematopoiesi). La diminuzione della produzione di cellule ematiche può portare a:

Patologie gastrointestinali

L'oxaliplatino può causare nausea, vomito e diarrea.
Il vomito può essere tenuto sotto controllo con l'utilizzo di farmaci antiemetici (antivomito). Se il sintomo si presenta in forma severa - o se persiste nonostante l'uso dei farmaci - è necessario informare il medico.
La diarrea può essere tenuta sotto controllo tramite l'uso di farmaci antidiarroici. In ogni caso, è necessario bere molto per reintegrare i liquidi persi.
In caso diarrea e/o vomito si manifestino in maniera severa, possono conseguire disturbi quali:

Questi effetti avversi possono verificarsi soprattutto se l'oxaliplatino è somministrato in associazione a 5-fluorouracile.

Patologie neurologiche

Il trattamento con oxaliplatino può causare neuropatia sensitiva periferica (cioè un alterato funzionamento dei nervi periferici del corpo) che non sempre è reversibile dopo la conclusione della terapia e parestesie localizzate; questi disturbi possono persistere fino a tre anni dal termine del trattamento con il farmaco.
Altri effetti indesiderati che possono manifestarsi sono cefalea, capogiri, disturbi del linguaggio, convulsioni e meningismo (cioè la sintomatologia tipica della meningite, provocata dall'irritazione delle meningi, ma in assenza di una meningite vera e propria).

Caduta dei capelli

La terapia con oxaliplatino può provocare la caduta dei capelli e dei peli in generale. Capelli e peli possono diradarsi o cadere completamente, ma questo è un effetto collaterale temporaneo. Capelli e peluria dovrebbero ricrescere poco dopo il termine della terapia.

Patologie del cavo orale

Durante la terapia con oxaliplatino possono insorgere piccole ulcere al cavo orale con sensazione di dolore e secchezza. Per prevenire questo effetto collaterale si devono assumere molti liquidi e dev'essere eseguita una regolare pulizia dei denti utilizzando uno spazzolino morbido, almeno due o tre volte al giorno.
Si può anche incorrere nella temporanea alterazione o perdita del gusto che dovrebbe tornare normale poco dopo il termine della chemioterapia.

Reazioni allergiche

L'oxaliplatino può scatenare reazioni allergiche in soggetti sensibili. Possono manifestarsi sintomi quali eruzioni cutanee accompagnate da prurito, aumento della temperatura corporea, brividi, rossore localizzato al volto, vertigini, cefalea e mancanza di respiro.

Questi sintomi possono presentarsi sia in forma lieve che in forma severa; se uno di essi compare, è necessario informare il medico che - qualora lo ritenesse necessario - provvederà a prescrivere un trattamento farmacologico.

Spasmo laringeo

Il trattamento con oxaliplatino può causare una riduzione di sensibilità della zona intorno alla laringe, determinando difficoltà di deglutizione e difficoltà respiratorie. Si tratta di un effetto collaterale transitorio. Tal effetto può essere scatenato dal freddo, per questo, si sconsiglia l'assunzione di bevande ghiacciate e cibi freddi per alcuni giorni dopo il trattamento.

Patologie a carico degli occhi

La terapia con oxaliplatino può causare congiuntiviti, calo temporaneo dell'acuità visiva, calo della vista causato da infiammazione del nervo ottico (neurite ottica), perdita temporanea e reversibile della vista.

Patologie dell'orecchio

L'assunzione di oxaliplatino può provocare problemi all'udito e, in alcuni casi, sordità.

Patologie del sistema respiratorio

Il trattamento con oxaliplatino può causare vari disturbi a carico del sistema respiratorio, quali dispnea, tosse, singhiozzo, dolore toracico e - nel peggiore dei casi - embolia polmonare.

Patologie dei reni e del tratto urinario

La terapia con oxaliplatino può causare difficoltà di minzione, dolore durante la minzione, ematuria (presenza di sangue - visibile o meno - nelle urine), frequenza di minzione anomala. Possono, inoltre, verificarsi alterazioni della funzionalità renale.

Patologie epatiche

L'assunzione di oxaliplatino può indurre delle alterazioni nella funzionalità epatica che dovrà, pertanto, essere tenuta sotto stretto controllo.

Altri effetti collaterali

Altri effetti collaterali che possono manifestarsi in seguito all'assunzione di oxaliplatino sono:

Sovradosaggio

Non esiste un antidoto in caso di sovradosaggio da oxaliplatino. I sintomi che ci si aspettano in seguito all'assunzione di una dose eccessiva di farmaco consistono in un aumento dell'intensità degli effetti collaterali. In caso si sia assunta - o si sospetti di aver assunto - una dose eccessiva di farmaco è necessario informare subito il medico oncologo. Il trattamento farmacologico in caso di sovradosaggio è solo sintomatico.

Meccanismo d'azione

L'oxaliplatino appartiene alla classe degli agenti alchilanti ed è in grado di formare legami con i due filamenti che compongono il DNA.
Il DNA è costituito da quattro unità fondamentali chiamate basi azotate, queste molecole sono citosina, timina, adenina e guanina.
L'oxaliplatino svolge la sua azione citotossica (tossica per le cellule) formando legami molto forti con un atomo di azoto presente nella struttura della guanina.
Il legame che si crea tra il farmaco e il DNA impedisce che questo sia trascritto e replicato. Se le cellule non sono più in grado di dividersi, allora vanno incontro al meccanismo di morte cellulare programmata definito apoptosi.

Modo d'Uso - Posologia

L'oxaliplatino è disponibile per la somministrazione endovenosa. Si trova sotto forma di una polvere che deve essere disciolta in un apposito solvente appena prima della somministrazione.
L'oxaliplatino può essere somministrato attraverso tre differenti vie:

  • Attraverso una cannula (un sottile tubicino) che viene inserita in una vena di un braccio o di una mano;
  • Attraverso un catetere venoso centrale che viene inserito sottocute in una vena in prossimità della clavicola;
  • Attraverso la linea PICC (Peripherally Inserted Central Catheter), in questo caso, il catetere viene inserito in una vena periferica, di solito di un braccio. Questa tecnica è utilizzata per la somministrazione di farmaci antitumorali per un tempo prolungato.

La posologia deve essere stabilita dal medico oncologo in base al tipo e allo stadio del tumore che s'intende trattare e in base alle condizioni del paziente.
Di solito, la dose di oxaliplatino che si utilizza è di 0,85 mg/m2 di superficie corporea.

Gravidanza e Allattamento

Studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva da parte dell'oxaliplatino. Di conseguenza, è vivamente sconsigliato il suo uso in donne in gravidanza.
Durante tutto il trattamento con il farmaco, inoltre, devono essere prese precauzioni - da parte di entrambi i sessi - per evitare possibili gravidanze. Poiché sono stati evidenziati anche effetti genotossici, le precauzioni devono essere prese anche dopo il termine del trattamento, per un periodo di almeno sei mesi.
Le donne in terapia con oxaliplatino non devono allattare al seno.

Controindicazioni

L'uso di oxaliplatino è controindicato nei seguenti casi:

  • Ipersensibilità nota all'oxaliplatino o ad altri composti contenenti platino;
  • In caso di preesistente mielosoppressione;
  • Neuropatia sensoriale periferica antecedente l'inizio della terapia;
  • Grave compromissione della funzionalità renale;
  • In gravidanza;
  • Durante l'allattamento.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista