Epifora - Occhi che lacrimano

Ultima modifica 01.04.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è l'epifora?
  3. Cause
  4. Sintomi
  5. Diagnosi
  6. Trattamento
  7. Prognosi

Generalità

L'epifora è l'occhio che lacrima in maniera eccessiva, per effetto di un disturbo oculare o di una condizione morbosa degli occhi.
Le cause riconosciute di epifora sono almeno tre:

Epifora
  • l'occlusione (o il restringimento) del sistema che drena le lacrime nel naso;
  • un'iperproduzione di lacrime dovuta per esempio a un'irritazione degli occhi
  • un'infrequente (o impossibile) battuta delle palpebre.

All'epifora possono aggiungersi, spesso, altri segni o sintomi; questi variano a seconda delle cause favorenti.
In presenza di epifora, è molto importante stabilire i precisi motivi d'insorgenza, in quanto ciò permette di pianificare il trattamento più adeguato.
Nei casi meno gravi, il paziente potrebbe anche guarire spontaneamente; nelle situazioni più gravi, invece, necessita di cure specifiche.

Cos'è l'epifora?

Epifora è il termine medico che indica un'eccessiva fuoriuscita di lacrime dagli occhi.
Un sinonimo di epifora, molto usato nel gergo comune, è "occhio che lacrima" o "occhi che lacrimano".
L'occhio che lacrima è un segno clinico caratteristico di diversi disturbi e vere e proprie patologie oculari, tra cui la congiuntivite, l'uveite, l'entropion, la blefarite ecc.

COME FUNZIONA LA LACRIMAZIONE OCULARE?

Per capire le possibili cause di epifora, occorre descrivere brevemente come avviene la lacrimazione oculare e quali strutture anatomiche dell'occhio sono coinvolte in tale processo.

Sulla faccia interna delle palpebre oculari superiori, risiedono le ghiandole lacrimali, che, come si può intuire dal nome, secernono le lacrime. L'attività delle ghiandole lacrimali è costante.
In condizioni normali, le lacrime costituiscono una sorta di pellicola liquida leggermente oleosa (il cosiddetto film lacrimale), che serve a difendere, lubrificare, nutrire e mantenere pulito l'occhio.
Il volume di lacrime costituenti il film lacrimale si mantiene stabile, in quanto, sul lato interno dell'occhio, c'è un sistema di scarico, il quale drena continuamente le lacrime in eccesso.
Il sistema di scarico lacrimale è composto da:

  • I canalicoli, che sono dei canali di piccole dimensioni.
  • Il sacco lacrimale, che è una sorta di piccolo serbatoio alimentato dai canalicoli.
  • Il dotto lacrimale (o dotto nasolacrimale), che è il canale di sfogo del sacco lacrimale. Attraverso il dotto lacrimale, le lacrime vengono trasportate nel naso (turbinati nasali) e poi in gola.

Quando le ghiandole lacrimali sono molto attive o quando il sistema drenante non funziona adeguatamente, le lacrime in eccesso fuoriescono dagli occhi e bagnano copiosamente le guance.

Lacrime e Lacrimazione

EPIDEMIOLOGIA

L'epifora è molto diffusa tra i bambini molto piccoli (neonati di meno di un anno di vita) e le persone ultrasessantenni, ma, in realtà, può insorgere in soggetti di qualsiasi età.
A seconda delle cause scatenanti, può interessare un occhio soltanto oppure entrambi gli occhi.

Cause

L'epifora può insorgere per almeno tre motivi:

  • A causa di un'occlusione o un restringimento nel sistema di scarico lacrimale (dacriostenosi), in particolare a livello del o dei dotti nasolacrimali.
  • A causa di un'iperproduzione di lacrime da parte delle ghiandole lacrimali.
  • A causa di un'infrequente o impossibile battuta delle palpebre.

OCCLUSIONE DEL SISTEMA DI SCARICO LACRIMALE NEGLI ADULTI

L'occlusione o il restringimento dei dotti lacrimali fa sì che le lacrime, dopo aver riempito completamente il sacco lacrimale e i canalicoli, trabocchino dal sistema di scarico e fuoriescano dall'occhio.
A ciò si aggiunge il fatto che il mancato drenaggio delle lacrime porta a un loro ristagno all'interno del sacco lacrimale. Le lacrime che ristagnano possono, a lungo andare, ospitare batteri infettanti o provocare un gonfiore a lato del naso (mucocele, ovvero accumulo di muco). Se non opportunamente trattata, la presenza di batteri infettanti nel sistema di scarico lacrimale potrebbe provocare l'insorgenza di un ascesso.
L'occlusione dei dotti nasolacrimali può essere il risultato di:

  • L'età avanzata
  • Un'infiammazione oculare (uveite o sclerite)
  • Un trauma oculare
  • Una compressione dall'esterno dei dotti lacrimali
  • L'ectropion (cioè la condizione per cui la palpebra è rivolta verso l'esterno)

Quando l'occlusione interessa i canalicoli

Talvolta, negli adulti, l'occlusione del sistema di scarico lacrimale risiede nei canalicoli. A occludere o restringere i canalicoli possono essere alcune infezioni di tipo virale o determinati traumi.

OCCLUSIONE DEL SISTEMA DI SCARICO LACRIMALE NEI NEONATI (DACRIOSTENOSI CONGENITA)

L'occlusione del o dei dotti lacrimali nei neonati è il risultato di un ritardato sviluppo dei dotti lacrimali stessi. Spesso, dopo un anno dalla nascita, i bambini con tale anomalia guariscono, perché il sistema che drena le lacrime conclude il proprio sviluppo.
È molto raro che dopo 12 mesi l'occlusione persista, ma, se ciò dovesse verificarsi, esiste un trattamento apposito per la liberazione dei dotti lacrimali.

IPERPRODUZIONE DI LACRIME DA PARTE DELLA GHIANDOLE LACRIMALI

Un'eccessiva produzione di lacrime da parte delle ghiandole lacrimali può avere luogo per diverse ragioni, quali:

  • Un'irritazione oculare. Possono irritare gli occhi: il fumo, la polvere, alcune sostanze rilasciate dai cibi (cipolle ecc), una congiuntivite (cioè un'infezione oculare che infiamma la congiuntiva), un'allergia, un trauma oculare (dovuto per esempio all'ingresso di un granello di sabbia nell'occhio), entropion (cioè la rotazione della palpebra verso l'interno) ed ectropion.
  • Una composizione anomala del film lacrimale. Il film lacrimale contiene diverse sostanze: acqua, muco, proteine, lipidi ecc. Se la normale composizione del film lacrimale subisce una variazione (per esempio varia il contenuto lipidico), la distribuzione dello stesso film, sull'occhio, non è più omogenea e corretta. Ciò innesca un'iperproduzione di lacrime da parte delle ghiandole lacrimali, lacrime che poi fuoriescono dall'occhio. Di fatto, si tratta di un meccanismo di compensazione: la pellicola lacrimale è inadeguata e le ghiandole lacrimali si attivano per rimediare a tale inadeguatezza.
    Una delle cause che induce un cambiamento nella composizione del film lacrimale è la cosiddetta sindrome dell'occhio secco.
  • Blefarite. La blefarite è un'infiammazione cronica delle palpebre, che interessa il cosiddetto margine palpebrale e può provocare (appunto sul margine palpebrale) arrossamento, gonfiore, prurito, crosticine, dolore pungente ecc.
    Spesso, gli effetti dell'infiammazione appena citati alterano la distribuzione del film lacrimale e ciò induce le ghiandole lacrimali ad attivarsi, per riportare alla normalità il film lacrimale stesso.

È importante sottolineare che, nelle suddette circostanze, il sistema di scarico lacrimale funziona adeguatamente, ma la produzione di lacrime è così massiccia che la sua capacità di drenaggio risulta insufficiente. Quindi, le lacrime fuoriescono dagli occhi.

INFREQUENTE O IMPOSSIBILE BATTUTA DELLE PALPEBRE

Battere le palpebre in maniera adeguata è un'azione fondamentale per indirizzare le lacrime in eccesso verso il sistema di scarico lacrimale.
Ciò spiega per quale motivo coloro che non riescono a battere le palpebre, a causa di una qualche condizione morbosa (per esempio la paralisi di Bell), siano soggetti anche a occhio che lacrima.

Sintomi

L'epifora può comparire da sola oppure assieme ad altri disturbi o segni particolari.
La sintomatologia che può accompagnare l'occhio che lacrima dipende, ovviamente, da ciò che scatena tale condizione oculare. Per esempio:

  • In caso di congiuntivite, all'epifora si aggiungono di solito: occhio arrossato, bruciore agli occhi, dolore oculare, gonfiore palpebrale, prurito e/o secchezza oculare.
  • In caso di sindrome dell'occhio secco, all'epifora si aggiungono comunemente: affaticamento oculare, bruciore agli occhi, dolore oculare, fotofobia (cioè sensibilità alla luce), occhi arrossati, prurito, secchezza oculare e/o visione offuscata.
  • In caso di entropion, all'epifora si aggiungono solitamente: arrossamento oculare, dolore intorno all'occhio, fotofobia, sensibilità al vento, rilassamento delle cute che circonda gli occhi e/o visione ridotta.
  • In caso di un'occlusione del dotto nasolacrimale, all'epifora possono aggiungersi: proliferazioni batteriche a livello del sacco lacrimale, mucocele e/o ascesso in corrispondenza del mucocele.

QUANDO RIVOGERSI AL MEDICO?

Se si soffre di epifora persistente e di altri disturbi come gonfiore palpebrale, arrossamento oculare ecc, è bene contattare il proprio medico curante e fissare una visita di controllo.

Congiuntivite

Diagnosi

Quando si soffre di epifora, è importante stabilire che cosa la provoca: infatti, la conoscenza delle precise cause dell'occhio che lacrima permette di programmare la terapia più adeguata.
Mediante un accurato esame obiettivo, un medico generico è in grado di capire se l'epifora è dovuta a un'iperproduzione di lacrime oppure a un problema del sistema di scarico lacrimale.
A essere più precisi, nel primo caso, risale anche a ciò che provoca l'iperproduzione di lacrime (una congiuntivite, un'irritazione oculare, una blefarite ecc); nel secondo caso, invece, riesce soltanto ad appurare la presenza di un drenaggio lacrimale insufficiente e consiglia, per la mancanza di strumenti diagnostici adeguati alla circostanza, una visita specialistica presso un oftalmologo.

VISITA OFTALMOLOGICA

Durante la visita oftalmologica, l'oftalmologo instilla nell'occhio del paziente un collirio anestetico, poiché l'esame prevede delle procedure diagnostiche alquanto invasive e fastidiose.
Quindi, una volta praticata l'anestesia, può:

  • Iniettare, attraverso una cannula precedentemente inserita in un canalicolo lacrimale, una soluzione sterile. Se il sistema drenante è pervio, la soluzione sterile giunge fino alla gola (e il paziente ne avverte la presenza); se, invece, il sistema drenante è occluso o ristretto, la soluzione sterile rimane bloccata in un punto dei dotti nasolacrimali (e il paziente non avverte nulla).
  • Instillare negli occhi uno speciale liquido di contrasto e valutare, a distanza di 5 minuti dall'applicazione, se e quanto questo liquido di contrasto è stato drenato dai sistema di scarico lacrimale. In presenza di un'occlusione o un restringimento, scaduti i 5 minuti il liquido di contrasto risulterà ancora presente sulla superficie oculare.
  • Instillare negli occhi un liquido di contrasto visibile ai raggi X e osservare, mediante un apposito strumento di lettura delle radiazioni ionizzanti, come questo speciale liquido si distribuisce all'interno del sistema di scarico lacrimale. Se c'è un'occlusione, questa è perfettamente visibile ai raggi X, poiché appare come un'interruzione al passaggio del liquido di contrasto.

Trattamento

La terapia dell'epifora dipende da quanto grave è il problema e dalle cause scatenanti.
I casi di epifora meno gravi non richiedono trattamenti particolari e la loro guarigione avviene, in genere, in modo del tutto spontaneo.

TRATTAMENTO IN CASO DI IRRITAZIONE CUTANEA

Per risolvere un'epifora provocata da un'irritazione oculare, occorre trattare ciò che scatena l'irritazione stessa.
Pertanto:

  • In presenza di un'infezione oculare. Se la congiuntivite è batterica, è necessaria una terapia a base di antibiotici; se, invece, la congiuntivite è virale, bisogna in genere attendere che l'infezione guarisca spontaneamente.
  • In presenza di un'allergia. La terapia prevista consiste solitamente nell'assunzione di farmaci antistaminici, i quali riducono lo stato infiammatorio tipico delle manifestazioni allergiche.
  • In presenza di un corpo estraneo nell'occhio. La soluzione prevista consiste nella rimozione del corpo estraneo.
  • In caso di entropion o ectropion. Se entropion ed ectropion sono gravi, è possibile ricorrere a un intervento chirurgico finalizzato alla correzione della posizione delle palpebre.

Ectropion TRATTAMENTO IN CASO DI DOTTI NASOLACRIMALI OCCLUSI O RISTRETTI

Se il difetto del sistema di scarico lacrimale è lieve e sopportabile, il paziente può provare a convivere con tale problema e non ricorrere a particolari trattamenti.
Se, invece, l'occlusione è grave e impedisce di guidare, leggere, praticare sport o altre normali attività quotidiane, è indispensabile il ricorso a un'operazione chirurgica apposita, chiamata dacriocistorinostomia.
Tramite l'intervento di dacriocistorinostomia, il chirurgico crea un nuovo dotto nasolacrimale ripristinando così il drenaggio (N.B: è una sorta di bypass che elude l'ostacolo). La dacriocistorinostomia richiede l'anestesia generale, dura circa un'ora e prevede la rimozione di una piccola lamina ossea, situata tra orbita e narice.
Infine, si ricorda che, qualora il ristagno di lacrime portasse alla formazione di un ascesso, è necessario assumere degli antibiotici.


Liberazione dei canalicoli occlusi

Se l'occlusione o il restringimento risiedono nei canalicoli, è possibile liberarli inserendovi dei sottili tubicini di vetro (in inglese, questi tubicini sono detti Lester Jones Tubes).

COME CURARE L'OCCLUSIONE DEI DOTTI NASOLACRIMALI NEI BAMBINI

Nella maggior parte dei casi, l'epifora nei neonati guarisce spontaneamente una volta che il sistema di scarico lacrimale (ancora immaturo) ha concluso il proprio sviluppo. L'età prevista per la guarigione è attorno all'anno di vita.
Nei rari casi in cui il sistema drenante rimane incompleto (un caso su 10), è necessario ricorrere a un intervento chirurgico specifico per la riapertura dei dotti nasolacrimali; tale intervento richiede l'anestesia generale.


Come incentivare il drenaggio delle lacrime nei neonati con dotti lacrimali immaturi

Per favorire il drenaggio lacrimale, i medici consigliano ai genitori di massaggiare delicatamente l'angolo interno degli occhi del proprio bambino. Secondo alcuni esperti, tale manovra sembrerebbe efficace anche nel velocizzare la maturazione del sistema di scarico lacrimale.
Prima di eseguire il massaggio, è opportuno lavarsi sempre molto bene le mani.

Prognosi

La prognosi in caso di epifora dipende dalla gravità delle cause scatenanti: infatti, più è severa la condizione di fondo e più risulta difficile curare definitivamente l'epifora.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza