Ultima modifica 01.04.2020

Generalità

La colectomia è l'operazione chirurgica di rimozione dell'intero colon o di una sua parte soltanto.
Eseguibile con un intervento di chirurgia tradizionale o in laparoscopia, la colectomia permette di curare o prevenire diverse condizioni morbose che interessano l'intestino crasso.

Colectomia

Resezione del tratto di colon malato durante un intervento di colectomia.

Immagine tratta da: www.obesitysurgeryassociates.com

Oltre alla colectomia totale e alle colectomia subtotale (cioè di una parte del colon), esistono anche l'emicolectomia (con cui si elimina o solo il colon di destra o solo quello di sinistra) e la proctocolectomia (con cui vengono asportati colon e retto insieme).
L'intervento di colectomia richiede una preparazione particolare e si esegue in anestesia locale.
Al termine della procedura, il paziente viene nutrito per qualche giorno per via parenterale e rimane ricoverato in genere per circa una settimana.

Cos'è la colectomia?

La colectomia è l'intervento chirurgico finalizzato alla rimozione totale o parziale del tratto di intestino chiamato colon.
Ovviamente, durante ogni colectomia dev'essere praticata anche la ricanalizzazione dell'intestino, allo scopo di permettere nuovamente il transito (quindi anche l'espulsione) delle feci.

DOVE SI TROVA IL COLON? BREVE RICHIAMO DELL'ANATOMIA INTESTINALE

L'intestino è la porzione di apparato digerente compresa tra il piloro e l'orifizio anale. Dal punto di vista anatomico, viene suddiviso in due settori principali: il piccolo intestino, detto anche intestino tenue, e il grande intestino, detto anche intestino crasso.

Anatomia e fisiologia del colon

L'intestino tenue è il primo tratto; inizia a livello della valvola pilorica, che lo separa dallo stomaco, e termina a livello della valvola ileocecale, situata al confine con l'intestino crasso. Il tenue è costituito da tre sezioni (il duodeno, il digiuno e l'ileo), è lungo circa 7 metri e ha un diametro medio di 4 centimetri.
L'intestino crasso è il tratto terminale dell'intestino e dell'apparato digerente. Comincia dalla valvola ileocecale e termina in corrispondenza dell'ano; è costituito da 6 sezioni (cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, sigma e retto), è lungo circa 2 metri e possiede un diametro medio di 7 centimetri (da qui il nome di grande intestino).

PRINCIPALI TIPI DI COLECTOMIA

A seconda della quantità di colon rimossa, la colectomia assume una denominazione specifica diversa; tale denominazione richiama alla porzione di intestino crasso asportata.
Pertanto, esistono i seguenti tipi di colectomia:

  • Colectomia totale, che consiste nella rimozione dell'intero colon.
  • Colectomia subtotale, che consiste nella rimozione di una o più parti del colon.
  • Emicolectomia, che consiste nella rimozione della porzione destra o sinistra del colon
  • Proctocolectomia, che consiste nella doppia rimozione di colon e retto.

Quando si esegue

La colectomia si pratica per prevenire o curare determinate condizioni morbose che possono insorgere a carico del colon.
Queste condizioni morbose consistono in:

  • Cancro del colon. Più il tumore maligno del colon è a uno stadio avanzato, più è grande la porzione d'intestino asportata. In casi di neoplasie maligne molto gravi, si ricorre anche a una colectomia totale.
  • Morbo di Crohn e colite ulcerosa. Sono due patologie autoimmuni, appartenenti alla categoria delle cosiddette malattie infiammatorie intestinali. Caratterizzate da disturbi dell'alvo e dolore addominale, morbo di Crohn e colite ulcerosa richiedono la colectomia quando le terapie farmacologiche previste non hanno prodotto risultati soddisfacenti o quando, durante una colonscopia di controllo, sono state ritrovate delle cellule precancerose.
  • Diverticolite. La diverticolite richiede la colectomia quando la terapia farmacologica e l'adozione di uno stile di vita sano non hanno prodotto i risultati sperati.
  • Occlusione intestinale. Se l'occlusione è grave, può risultare necessaria anche una colectomia totale.
  • Emorragia intestinale persistente. Quando le perdite di sangue a livello intestinale sono gravi e non accennano a un miglioramento, il ricorso alla colectomia parziale può essere l'unica soluzione terapeutica. La zona intestinale rimossa è, ovviamente, quella sanguinante.
  • Polipi intestinali. I polipi intestinali sono dei tumori benigni, che, però, in alcuni casi possono tramutarsi in formazioni maligne. Per prevenire tale complicanza, si può ricorrere a una colectomia parziale, tramite cui viene eliminata la regione intestinale presieduta dai polipi.

Rischi

Come ogni operazione chirurgica, anche la colectomia può comportare delle complicazioni, quali:

Inoltre, poiché il chirurgo modifica un organo vitale, circondato da altre strutture altrettanto delicate, è concreto il rischio di:

  • Una lesione ai danni della vescica o dell'intestino tenue, provocata dalla strumentazione chirurgica.
  • Un problema di transito fecale. Ciò si verifica per un difetto della ricanalizzazione intestinale.

Preparazione

La colectomia è un intervento chirurgico che prevede l'anestesia generale. Pertanto, prima della sua esecuzione, bisogna sottoporre l'individuo da operare ai seguenti controlli clinici:

  • Esame obiettivo accurato
  • Analisi del sangue completa
  • Elettrocardiogramma
  • Valutazione della storia clinica (malattie sofferte in passato, eventuali allergie a farmaci anestetici, medicinali assunti al momento dei controlli ecc).

Se non emergono controindicazioni di alcun genere, il chirurgo operante (o un membro del suo staff) illustrerà le modalità d'intervento, i possibili rischi, le raccomandazioni pre- e post-operatorie e, infine, i tempi di recupero.


Le principali raccomandazioni pre- e post-operatorie:

  • Prima della colectomia, sospendere qualsiasi eventuale trattamento a base di antiaggreganti (aspirina), anticoagulanti (warfarin) e antinfiammatori (FANS), perché questi farmaci, riducendo la capacità coagulativa del sangue, predispongono a gravi emorragie.
  • Nel giorno della procedura, presentarsi a digiuno completo da almeno la sera precedente e con l'intestino vuoto e possibilmente pulito. Per svuotare l'intestino, il medico consiglia in genere una soluzione lassativa da assumere diverse ore prima dell'operazione, mentre, per pulire l'intestino, viene fatto ricorso a degli antibiotici.
  • Dopo l'intervento, farsi assistere da una persona di fiducia.

COLECTOMIA D'EMERGENZA

Talvolta, la colectomia può essere un intervento d'emergenza (per esempio in caso di occlusione intestinale acuta). In tali circostanze, manca il tempo per attenersi a determinate precauzioni, come per esempio lo svuotamento intestinale o il digiuno pre-operatorio.

Procedura

La colectomia si può eseguire con un intervento di chirurgia tradizionale (detta anche "a cielo aperto") o con un intervento di chirurgia laparoscopica (o intervento in laparoscopia).
Prima di anestetizzare il paziente, questo viene collegato a varie apparecchiature che misureranno, per tutta la durata dell'operazione, i suoi parametri vitali (pressione sanguigna, battito cardiaco, ossigenazione del sangue ecc).

COLECTOMIA TRADIZIONALE

Durante la colectomia "a cielo aperto", il chirurgo pratica un'incisione di diversi centimetri a livello addominale e, dall'apertura così creata, asporta il colon malato (tutto o solo una parte, a seconda delle esigenze) ed effettua la ricanalizzazione.

Colestomia colectomia

Schema di una colostomia permanente. Immagine tratta da: lifescript.com

A ricanalizzazione avvenuta, chiude la grande incisione addominale con dei punti di sutura.

COLECTOMIA LAPAROSCOPICA

Durante la colectomia laparoscopica, il chirurgo effettua (sempre sull'addome) delle piccole incisioni di circa un centimetro, attraverso le quali introduce la strumentazione chirurgica (laparoscopio ecc.) con cui estrae dalla sua sede addominale il tratto di colon su cui intervenire. Una volta asportate le zone malate ed effettuata la ricanalizzazione, reinserisce il colon modificato nella sede originaria e ricuce le piccole incisioni.

RICANALIZZAZIONE INTESTINALE

In base al tipo di colectomia e alle dimensioni di colon asportate, il chirurgo può ricanalizzare l'intestino rimanente in vari modi.

  • Può ricollegare, tramite punti di sutura, le parti di colon rimanenti e ristabilire così un passaggio per le feci molto simile a quello normale. In questi casi, c'è il pericolo che, col tempo, le suture si allentino.
  • Può collegare il tratto di colon che rimane a un'apertura sull'addome (colostomia); tale apertura è collegata a una sacca di raccolta per le feci. A seconda dei casi, la colostomia può essere temporanea o permanente.
  • In caso di proctocolectomia (rimozione di colon e retto), può unire l'intestino tenue all'ano.

COLECTOMIA TRADIZIONALE E COLECTOMIA LAPAROSCOPICA A CONFRONTO

L'intervento di colectomia "a cielo aperto" è sicuramente più invasivo e richiede tempi di recupero più lunghi, rispetto all'operazione di colectomia laparoscopica. Tuttavia, permette al chirurgo di operare con maggiore precisione.
Mediante l'intervento in laparoscopia, infatti, il rischio di ledere gli organi adiacenti al colon (vescica, intestino tenue ecc) non è affatto trascurabile.

Fase post-operatoria

Conclusa la colectomia, è previsto un periodo di ospedalizzazione della durata di una settimana al massimo. Durante tale periodo, il personale medico monitora a intervalli regolari le condizioni del paziente e del suo intestino.
In genere, fino al termine del ricovero, l'alimentazione avviene per via endovenosa (alimentazione parenterale), in quanto l'intestino non è ancora guarito a sufficienza per poter digerire e assorbire cibi solidi.
A dimissioni avvenute, è probabile che il paziente avverta ancora dolore e si senta particolarmente stanco. Sono entrambe due sensazioni normali, che tendono a risolversi col tempo.
È bene sottoporsi a controlli medici periodici e contattare il proprio medico curante alla minima comparsa di disturbi addominali, sangue nelle feci ecc.


Se è stata praticata una colostomia, il personale medico insegnerà al paziente (o a colui che si occupa di questo) come cambiare la sacca di raccolta per le feci.

Risultati

I risultati di una colectomia dipendono da quanto grave è la condizione che ne ha richiesto l'esecuzione. Infatti, più sono severi i problemi intestinali e minori sono i benefici a lungo termine che una colectomia può fornire.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza