Ultima modifica 25.03.2020

Generalità

L'artrodesi è l'operazione chirurgica di fusione degli elementi ossei che compongono un'articolazione mobile o semimobile del corpo umano.
I medici ricorrono all'artrodesi solo in determinate condizioni: quando c'è un grave danno articolare e i trattamenti conservativi, contro il dolore indotto da tale danno, sono del tutto inefficaci.

Artrodesi
Immagine da Wikipedia.org

L'artrodesi richiede una preparazione particolare e comprende i rischi tipici di qualsiasi intervento di chirurgia maggiore.
A seconda della tecnica chirurgica utilizzata, un'artrodesi può essere un'operazione "a cielo aperto" oppure un'operazione di artroscopia.
I tempi di recupero e la riabilitazione variano a seconda dell'articolazione sottoposta a intervento.
I risultati di un'artrodesi dipendono dalla gravità della condizione che ha reso indispensabile l'operazione chirurgica.

Breve richiamo anatomico sulle articolazioni

Le articolazioni sono strutture anatomiche, talora complesse, che mettono in reciproco contatto due o più ossa. Nel corpo umano, ce ne sono circa 360 e il loro compito è tenere uniti i vari segmenti ossei, in modo tale che lo scheletro possa adempiere alla sua funzione di sostegno, mobilità e protezione.
Gli anatomisti suddividono le articolazioni in tre categorie principali:

  • Le articolazioni fibrose (o sinartrosi), prive di mobilità e le cui ossa sono unite da tessuto fibroso. Tipici esempi di sinartrosi sono le ossa del cranio.
  • Le articolazioni cartilaginee (o anfiartrosi), dotate di scarsa mobilità e le cui ossa sono legate da cartilagine. Classici esempi di anfiartrosi sono le vertebre della colonna vertebrale.
  • Le articolazioni sinoviali (o diartrosi), provviste di una grande mobilità e costituite da svariati elementi, tra cui: le cosiddette superfici articolari, la capsula articolare, gli strati di cartilagine che ricoprono le superfici articolari, la membrana sinoviale, le borse sinoviali e una serie di legamenti e tendini.
    Esempi tipici di diartrosi sono le articolazioni della spalla, del ginocchio, dell'anca, della caviglia ecc.

Cos'è l'artrodesi?

L'artrodesi è l'intervento chirurgico attraverso cui i medici effettuano la fusione degli elementi ossei che compongono un'articolazione, mobile o semimobile, del corpo umano.
Per effetto della fusione degli elementi ossei costituenti, l'articolazione sottoposta ad artrodesi si trasforma da elemento mobile o semimobile a elemento statico.

SINONIMI

L'artrodesi è conosciuta anche con i nomi alternativi di: anchilosi chirurgica o fusione articolare.

ARTICOLAZIONI DI MAGGIORE INTERESSE

Diverse articolazioni del corpo umano possono essere oggetto di artrodesi.
Nella maggior parte dei casi, gli interventi di anchilosi chirurgica riguardano le articolazioni di caviglia e polso; più raramente, interessano le articolazioni delle dita delle mani, dei piedi e le articolazione intervertebrali (per la fusione di tratti di colonna vertebrale).

Indicazioni

L'artrodesi è un trattamento chirurgico che i medici prendono in considerazione quando c'è un grave danno osteo-articolare e le terapie conservative, contro il dolore indotto dal suddetto danno, sono risultate del tutto inefficaci.
L'obiettivo terapeutico degli interventi di artrodesi è ridurre la sintomatologia dolorosa; il mezzo che permette di raggiungere tale obiettivo è l'eliminazione dell'articolazione dolente.


Esiste un'alternativa all'artrodesi?
L'artrodesi non è l'unica soluzione chirurgica applicabile in presenza di un grave danno osteo-articolare.
Esiste, infatti, un intervento alternativo, che consiste nella sostituzione dell'articolazione danneggiata ed estremamente dolorante con una protesi.

IN QUALI CONDIZIONI MEDICHE È INDICATA L'ARTRODESI?

Le condizioni che possono richiedere l'intervento di artrodesi sono:

Preparazione

Qualche giorno prima dell'intervento di artrodesi, il paziente deve sottoporsi a una serie di controlli medici – i cosiddetti esami pre-operatori – e incontrarsi con il chirurgo che svolgerà l'intervento, per essere informato delle caratteristiche e delle implicazioni dell'operazione.

Alcuni argomenti di discussione dell'incontro chirurgo-paziente:
  • Durata dell'intervento;
  • Allergie ai farmaci che potrebbero servire durante o dopo l'intervento;
  • Farmaci assunti dal paziente per la cura di altre condizioni morbose;
  • Terapie farmacologiche che è bene interrompere in vista della nefrectomia (es: anticoagulanti, antiaggreganti, FANS ecc);
  • Tipo di anestesia;
  • Durata del ricovero;
  • Connotati del digiuno pre-operatorio.

ESAMI PRE-OPERATORI

In genere, in caso di artrodesi, gli esami pre-operatori consistono in: analisi del sangue, analisi delle urine, analisi dei parametri vitali, elettrocardiogramma e radiografia dell'articolazione che dovrebbe essere oggetto d'intervento.
Lo scopo degli esami pre-operatori è quello di chiarire qual è lo stato di salute generale del paziente (se è in grado o meno di affrontare un intervento chirurgico ecc) e le condizioni precise in cui versa l'articolazione danneggiata e dolente.

Procedura

I chirurghi ortopedici hanno la possibilità di svolgere l'operazione di artrodesi in due modalità differenti: tramite un intervento "a cielo aperto" (artrodesi "a cielo aperto") e tramite un intervento di artroscopia (artrodesi artroscopica).
In entrambi i casi, poco prima che abbia inizio la procedura vera e propriA, è indispensabile sottoporre il paziente all'anestesia generale. A occuparsi dell'anestesia generale, è un medico specializzato: il cosiddetto anestesista.


Anestesia generale: qualche dettaglio in più
Si ricorda ai lettori che l'anestesia generale comporta l'addormentamento del paziente. Da addormentato, il paziente è completamente incosciente e insensibile al dolore.
La durata del sonno indotto coincide con la durata dell'operazione chirurgica: l'anestesista somministra i farmaci anestetici, che stimolano l'addormentamento, fino a quando la procedura non è terminata; con l'interruzione delle somministrazioni anestetiche, il paziente si risveglia.

ARTRODESI "A CIELO APERTO"

L'artrodesi "a cielo aperto" prevede la realizzazione di un'incisione di diversi centimetri nell'area anatomica in cui risiede l'articolazione d'interesse.
Tale incisione rappresenta l'apertura attraverso cui il chirurgo raggiunge le componenti articolari dolenti e le fonde tra loro.
Al termine della procedura, il medico operante provvede alla chiusura dell'incisione attraverso l'applicazione di alcuni punti di sutura.

ARTRODESI ARTROSCOPICA

L'artroscopia è una tecnica chirurgica minimamente invasiva, che permette ai chirurghi di accedere a un'articolazione, mediante incisioni decisamente più piccole di quelle praticate in occasione degli interventi di chirurgia tradizionale "a cielo aperto".
Lo strumento chirurgico più rappresentativo dell'artroscopia è il cosiddetto artroscopio.
Simile a una cannuccia per bere, l'artroscopio è costruito per il suo inserimento nelle articolazioni più importanti del corpo umano e per visionare il contenuto di queste (grazie a una telecamera, una luce e un collegamento con un monitor esterno).
Generalmente in numero di tre, le incisioni artroscopiche permettono l'introduzione non solo dell'artroscopio, ma anche di quegli strumenti chirurgici necessari alla modificazione e/o riparazione degli elementi articolari.
Al termine della procedura, il medico operante provvede alla chiusura delle piccole incisioni, attraverso pochi punti di sutura.

FUSIONE DELL'ARTICOLAZIONE

A prescindere dalla modalità d'intervento adottata, la fusione chirurgica di un'articolazione può avvenire mediante l'applicazione di viti, perni, impianti metallici, i cosiddetti fili di Kirschner (K-wires) e trapianti di tessuto osseo.
Per quanto concerne i trapianti di tessuto osseo, questi possono essere di tipo autologo, di tipo allogenico oppure di tipo sintetico:

  • Trapianti ossei di tipo autologo. Un trapianto osseo è di tipo autologo quando il tessuto osseo, utilizzato per il rimodellamento di una determinata struttura ossea di un paziente, proviene dallo stesso paziente.
    I trapianti di tipo autologo sono estremamente vantaggiosi, perché presentano un rischio minimo (se non nullo) di rigetto.
    Purtroppo, non sempre sussistono le condizioni per eseguirli.
  • Trapianti ossei di tipo allogenico. Un trapianto osseo è di tipo allogenico quando il tessuto osseo, utilizzato per lo scopo dell'intervento, proviene da un altro individuo (un donatore).
    I trapianti di tipo allogenico presentano uno scomodo inconveniente: sono ad alto rischio di rigetto.
    Diversamente dai trapianti di tipo autologo, è molto più comune che sussistano le condizioni per eseguirli.
  • Trapianti ossei di tipo sintetico. Un trapianto osseo è di tipo sintetico quando il tessuto osseo, necessario all'operazione di artrodesi, è stato creato artificialmente in laboratorio.
    I tessuti ossei artificiali mimano con una certa efficienza i tessuti ossei naturali, pertanto il loro impiego si sta diffondendo sempre più.

Fase post-operatoria

Al risveglio dall'anestesia generale, il paziente potrebbe avvertire un senso di confusione più o meno marcato. Tale senso di confusione è una normale conseguenza dei farmaci anestetici impiegati e potrebbe protrarsi per diverse ore.
In aggiunta al senso di confusione, altre sensazioni tipiche (e abbastanza normali) della fase immediatamente successiva all'intervento di artrodesi sono:

  • Nausea e giramenti di testa. Sono un'altra conseguenza dell'anestesia generale;
  • Dolore a livello della zona operata. È un dolore passeggero, che, se è particolarmente fastidioso, può attenuarsi efficacemente con degli antidolorifici;
  • Intorpidimento a livello della zona operata. È un problema passeggero, che migliora nell'arco di poche ore.

INGESSATURA

Alcuni tipi di artrodesi (per esempio l'artrodesi della caviglia) prevedono l'ingessatura dell'articolazione operata.

RICOVERO E DIMISSIONI

In genere, le operazioni chirurgiche che richiedono l'anestesia generale prevedono un ricovero ospedaliero di un almeno una notte. In quest'arco di tempo, il personale medico mantiene sotto stretta osservazione il paziente, monitorandone periodicamente i parametri vitali (temperatura corporea, frequenza cardiaca, pressione sanguigna ecc).
Per le dimissioni e soprattutto il rientro a casa, i medici consigliano caldamente ai pazienti di richiedere l'aiuto di un familiare o un amico stretto.

Recupero e riabilitazione

La fase di recupero e riabilitazione fisioterapica dipende dall'articolazione sottoposta ad artrodesi e dalle modalità d'intervento (di norma, l'operazione in artroscopia ha tempi di recupero più brevi dell'operazione "a cielo aperto").
In linea generale, in caso di artrodesi, recupero e riabilitazione hanno una durata complessiva di diverse settimane – se non anche mesi – e prevedono svariate raccomandazioni, a cui i pazienti devono attenersi, affinché la fusione avvenga nei modi corretti.
Per vedere come e se l'artrodesi sta avendo successo, sono previste delle radiografie periodiche all'articolazione operata.


Esempio pratico: l'artrodesi della caviglia
In caso di artrodesi della caviglia, la fase di recupero e riabilitazione termina, in genere, dopo circa 12 settimane dall'intervento.
Per almeno le prime quattro settimane, il paziente non deve caricare il peso sul piede interessato; può cominciare a farlo gradatamente all'inizio della quinta settimana.
Tra la sesta e l'ottava settimana, avviene la rimozione dell'ingessatura.

Rischi e complicazioni

Le più comuni complicanze dell'artrodesi sono quelle classiche di qualsiasi procedura di chirurgia maggiore, ossia:

Tra le complicazioni meno comuni del'artrodesi, meritano una citazione particolare la mancata fusione dell'articolazione (fallimento dell'intervento) e la possibilità di sviluppare una particolare condizione, nota come sindrome compartimentale.

Risultati

I risultati di un'artrodesi dipendono da quanto grave è la condizione che ha reso necessaria la chirurgia.

STATO IN CUI VERSA L'ARTICOLAZIONE OPERATA

Al termine di un intervento di artrodesi, l'articolazione operata presenta una mobilità notevolmente ridotta, rispetto a prima dell'operazione e rispetto a quando l'articolazione era sana.
Ciò non deve stupire, in quanto l'ampio range di movimento, di cui godono alcune articolazioni del corpo umano, dipende proprio dalla libertà dei vari elementi ossei costituenti di muoversi indipendentemente gli uni dagli altri.
In caso di artrodesi, le ossa articolari sono fuse tra loro, formando di fatto un osso unico.

ATTIVITÀ CONSENTITE

I soggetti operati di artrodesi hanno la possibilità di svolgere la maggior parte delle attività lavorative.
Per quanto concerne invece l'esercizio fisico, le attività consentite variano in base all'articolazione operata. 
Per esempio, un individuo sottoposto ad artrodesi della caviglia può camminare a lungo, pedalare o sciare, ma non può correre, saltare ecc.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza