Rimedi per la Pubalgia

Ultima modifica 19.02.2021
INDICE
  1. Cosa Fare
  2. Cosa NON Fare
  3. Cosa Mangiare
  4. Cosa NON Mangiare
  5. Cure e Rimedi Naturali
  6. Cure Farmacologiche
  7. Prevenzione
  8. Trattamenti Medici

Pubalgia è un termine generico, utilizzato per indicare la sindrome dolorosa che colpisce l'inguine, il pube e l'interno coscia (una sola o la combinazione delle tre sedi).
La maggior parte dei casi di pubalgia è provocata dai traumi ripetuti.
Una minoranza è provocata da un singolo evento molto intenso.

rimedi pubalgia

In genere, le compromissioni tendinee e muscolari acute non richiedono l'approfondimento diagnostico di eventuali cause predisponenti, come invece succede per la pubalgia vera e propria. D'altro canto, se non trattati con cura, anche questi casi possono cronicizzare diventando pubalgia.
Le strutture colpite dalla pubalgia possono essere molto diverse a seconda del caso, così come la causa/circostanza scatenante.
In totale, le possibili ragioni eziologiche di pubalgia sono talmente numerose da non poter essere sintetizzate in un unico paragrafo.
E' possibile raggrupparle in maniera logica e comprensibile suddividendo gli eventi in tre branche ben distinte:

La pubalgia colpisce soprattutto gli sportivi ma non si tratta di un disturbo esclusivamente correlato all'attività motoria.


Il materiale pubblicato ha lo scopo di permettere il rapido accesso a consigli, suggerimenti e rimedi di carattere generale che medici e libri di testo sono soliti dispensare per il trattamento della Pubalgia; tali indicazioni non devono in alcun modo sostituirsi al parere del medico curante o di altri specialisti sanitari del settore che hanno in cura il paziente.

Cosa Fare

  • La pubalgia non è l'unica malattia che interessa la zona pubica; pertanto, avvertendo uno o più di questi sintomi, è consigliabile recarsi dal medico:
    • Dolore in zona pubica irradiato davanti, di lato e certe volte dietro.
    • Inizialmente il dolore si limita al momento del risveglio mattutino e nelle prime fasi di allenamento. Con l'aggravamento della patologia diventa costante.
    • La muscolatura degli adduttori è tesa, contratta e dolente alla palpazione.
    • Talvolta, sensazione di svuotamento incompleto della vescica.
  • E' necessario svolgere una prima visita dal medico di base per escludere altre malattie. Certi disturbi che molto frequentemente vengono confusi con la pubalgia sono:
  • Dopo un'eventuale diagnosi medica positiva, la pubalgia dev'essere trattata come segue:
    • Fase acuta:
      • Riposo totale.
      • Terapia medica.
      • Fisioterapia.
    • Fase cronica:
      • Allungamento della muscolatura adduttoria nella coscia.
      • Allungamento della catena muscolare posteriore della coscia.
      • Esercizi propriocettivi mono- e bi-podalici.
      • Potenziamento dei muscoli retroversori del bacino, soprattutto del cingolo addominale.
      • Sviluppo della forza.
      • Stimolo della coordinazione intermuscolare e riprogrammazione dello schema motorio con esercizi complessi.
    • Eventuale utilizzo di farmaci antinfiammatori analgesici.
  • Durante o al termine della cura è importante svolgere delle indagini supplementari per identificare eventuali cause primarie di pubalgia. Si tenga a mente che l'insorgenza di queste malattie è imputabile soprattutto a:
    • Microtraumi tendinei dei muscoli adduttori e/o addominali a livello dell'inserzione nella sinfisi pubica.
    • Microtraumi alla sinfisi pubica provocati dall'azione scompensata degli adduttori (più frequente nell'età dello sviluppo).
    • Compromissione dell'articolazione sinfisi pubica per cause ormonali e in assenza di disagi anatomici o funzionali.
    • Stiramento e compressione del nervo perforante del retto addominale. Avviene soprattutto durante il gesto del “calcio”, nel quale la muscolatura addominale si contrae bruscamente creando una fessurazione della fascia superficiale.
  • Questi meccanismi patologici si possono manifestare per ragioni biomeccaniche, para-fisiologiche o patologiche. Alcune di queste sono transitorie ed è sufficiente attendere che finiscano, altre possono essere guarite/compensate grazie ad alcuni accorgimenti; alcuni rari casi non sono trattabili. In sintesi:
    • Asimmetria degli arti: soprattutto nei soggetti che corrono per sport o che trascorrono molto tempo in piedi, il sovraccarico monolaterale può causare pubalgia. In questi casi, spesso l'unica prevenzione della pubalgia corrisponde all'interruzione dell'attività.
    • Difetto plantare e/o calzature scorrette o usurate: sia i difetti strutturali patologici dei piedi, sia una scelta scorretta della calzature in rapporto alla tendenza di appoggio (pronazione, supinazione, neutro) possono causare movimenti errati e una trasmissione scorretta degli impatti. Talvolta, il consulto di un podologo e la prescrizione di plantari e/o calzature adatti sono risolutivi.
    • Dolori articolari o muscolari: possono alterare la postura e i movimenti, sovraccaricando altre articolazioni o la gamba controlaterale. E' necessario guarire completamente ed evitare le recidive delle malattie primarie.
    • Occlusione scorretta dei denti: incide significativamente sul rachide, quindi sulla postura. L'applicazione di strumenti ortodontici si è dimostrata utile nella prevenzione di certe forme di pubalgia.
    • Gravidanza: questa condizione fisiologica speciale crea una lassità della sinfisi pubica a causa del rilascio più significativo di relaxina. E' necessario che la donna incinta prevenga le acuzie rimanendo a riposo.
  • La pubalgia può manifestarsi nei soggetti molto pesanti che iniziano a praticare attività motoria (ad esempio per dimagrire). In tal caso:
    • Iniziare progressivamente l'attività.
    • Riscaldarsi sempre in maniera adeguata.
    • Quando il sovrappeso è significativo (obesità), cercare di ripristinare un Indice di Massa Corporea (BMI) normale o “accettabile”. Se l'attività NON prevede rimbalzi, salti e corsa può essere sufficiente che scenda sotto il 30,0.
  • A livello preventivo, svolgere stretching con la muscolatura ben calda: è molto utile dedicarvi sessioni specifiche lontano dagli allenamenti intensi.

Cosa NON Fare

  • Ignorare la sintomatologia, anche quando blanda e poco invalidante. Non bisogna attendere che il problema diventi significativo.
  • Assumere farmaci senza il consulto del medito o recarsi in centri per i massaggi di dubbia professionalità.
  • In caso di diagnosi positiva, tralasciare la riabilitazione. Le ricadute necessitano quasi sempre di molto più tempo per la guarigione.
  • Non approfondire la diagnosi con la ricerca delle cause scatenanti. Anche curando in maniera soddisfacente la patologia, se permane l'agente scatenante aumentano drasticamente le possibilità di ricaduta.
  • In caso di difetto plantare e/o utilizzo di calzature scorrette o usurate, non acquistare il materiale specifico continuando a usare quello vecchio.
  • In caso di altre infiammazioni muscolo articolari che possono aver causato secondariamente la pubalgia, trascurarle lasciando che cronicizzino o creino altri scompensi.
  • Trascurare i problemi ortodontici.
  • In caso di gravidanza, non ridurre il livello di attività fisica e sovraccaricare la sinfisi pubica.
  • Iniziare un'attività sportiva:
    • Con intensità poco adeguate al livello di preparazione.
    • Con un peso corporeo eccessivo (obesità).
  • Non scaldarsi prima di fare moto.
  • Praticare stretching in maniera scorretta, violenta, a freddo o con la muscolatura contratta.

Cosa Mangiare

Non esiste una dieta studiata per guarire meglio o più rapidamente dalla pubalgia. Tuttavia, alcuni accorgimenti possono rivelarsi utili:

Cosa NON Mangiare

Cure e Rimedi Naturali

  • Stretching: lo stretching può essere statico o dinamico. Nella pubalgia ha un ruolo preventivo, ma anche terapeutico nella fase cronica della cura. Alcuni tipi sono:
    • Classico.
    • Stretching P.N.F.: Proprioceptive Neuromuscolar Facilitation.
    • Metodo Mezieres: è complementare all'osteopatia. Ha una visione riabilitativa globale e e interviene sull'intera catena cinetica.
    • Stretching Globale Decompensato di Souchard: rappresenta un'evoluzione del sistema precedente.
  • Riabilitazione propriocettiva: su varie superfici, in vari decubiti, a occhi aperti e chiusi, salendo con un salto ecc.
  • Esercizi concentrici per la forza: uso degli elastici.
  • Esercizi isometrici per la forza: uso degli elastici o delle macchine isocinetiche. La fase attiva può essere eseguita dal terapista.
  • Esercizi per la coordinazione e il ripristino degli schemi motori:
    • Oscillazioni e slanci degli arti inferiori.
    • Diversi tipi di corsa: rettilinea, curva, in accelerazione e decelerazione, con cambi di direzione, con vari tipi di arresto ecc.
    • Andature: skip, corsa calciata dietro, passo laterale, ginocchia alte ecc. Se necessario, inserire anche gesti specifici.
  • Crioterapia: la terapia col freddo è utile nella riduzione del dolore e dell'infiammazione. Va eseguita 2 o 3 volte al giorno. Il ghiaccio non dev'essere applicato direttamente; al contrario, va inserito in una borsa contenitiva con acqua e applicato interponendo un panno di lana a protezione della pelle.
Per approfondire: Pedana propriocettiva: Cos'è e Quale Acquistare

Cure Farmacologiche

  • Antinfiammatori non steroidei (FANS):
    • Ad uso orale: ad esempio Ibuprofene (Brufen®, Moment®, Spidifen® ecc). Vengono utilizzati di più rispetto a quelli topici, in quanto le strutture interessate dall'infiammazione risultano abbastanza profonde. Sono più potenti, anche se generici, rispetto alle pomate e ai gel. Possono richiedere l'uso di un gastroprotettore. Chi soffre di disordini epatici o renali non sempre è in grado di assumerli.
    • Ad uso topico: sono prevalentemente delle pomate o gel contenenti Ibuprofene sale di lisina al 10% o Ketoprofene 2,5% (ad esempio Dolorfast®, Lasonil®, Fastum gel® ecc). Hanno il vantaggio di agire localmente senza affaticare lo stomaco e il fegato.
  • Cortisone:
    • Iniettabile: è utilizzato solo nel caso in cui i FANS orali non siano tollerati (allergia, ulcera gastrica ecc) o quando il loro utilizzo non si mostra utile nell'arco di 60 giorni. Si tratta di infiltrazioni da usare solo in caso di reale necessità. Hanno un'azione antinfiammatoria molto forte ma nella terapia prolungata tendono a compromettere i tessuti interessati. Sono sconsigliabili in caso di diabete mellito.

Prevenzione

  • Curare le patologie o evitare le situazioni specifiche che possono predisporre la pubalgia.
  • In caso di sovrappeso, dimagrire.
  • Riscaldarsi accuratamente prima dello sport intenso.
  • Praticare stretching al termine di ogni sessione, aspettando che la muscolatura si sia decontratta, o dedicarsi a sedute specifiche.
  • Iniziare le nuove attività gradualmente.

Trattamenti Medici

  • Ciriax e manipolazioni miofasciali: eliminano le fibrosi che si possono formare durante il processo di guarigione nei tessuti muscolari addominali e inguinali. Ovviamente, sono consigliati nei casi di pubalgia prevalentemente muscolare.
  • Manipolazioni osteopatiche: questa terapia manuale può curare la pubalgia rilassando i muscoli che bloccano l'articolazione del bacino e dell'osso sacro che possono esercitare una trazione negativa.
  • Onde d'urto: possono accelerare la guarigione se il danno è a carico dei tessuti molli. Si basano sulla liberazione localizzata di impulsi acustici. L'effetto è un aumento dell'attività metabolica del tessuto bersagliato e la rottura delle eventuali calcificazioni nelle forme croniche.
  • Ultrasuoni: sfruttano le onde acustiche ad alta frequenza. Questo trattamento è molto utile come antinfiammatorio, stimolante del riassorbimento edematoso e per sciogliere le aderenze che si formano durante la guarigione. Produce calore e aumenta la permeabilità delle membrane cellulari.
  • Laserterapia: è un trattamento che sfrutta i raggi elettromagnetici direttamente sulla zona interessata. Il fascio di elettroni del laser agisce sulla membrana cellulare e sui mitocondri, incrementando l'attività metabolica, riducendo il dolore e l'infiammazione, creando vasodilatazione e aumentando il drenaggio linfatico.
  • Intervento chirurgico: è di due tipi:
    1. Finalizzato alla pulizia del tendine interessato. Oggi viene eseguito con piccoli tagli e l'applicazione di radiofrequenze. E' utile quando sono presenti calcificazioni. Per le aderenze, gli ammassi fibrosi, le cisti ecc è ancor necessaria la rimozione manuale.
    2. Finalizzato alla cura della sindrome della guaina femorale, provocata dallo stiramento del nervo perforante a causa di una fessurazione superficiale addominale. E' più frequente nei calciatori e in chi pratica sport da combattimento con le gambe.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer