Postura funzionale e dinamica con il metodo Feldenkrais®
A cura del Dottor Maurizio Cancenda
La postura corretta non significa molto se non si
tiene conto dello stato di maturità, della situazione,
delle risorse emotive e delle condizioni fisiche dell'individuo (10). Essa è legata alla crescita emotiva e all'apprendimento
e non la si acquisisce con il semplice
esercizio meccanico basato sullo sforzo.
L'apprendimento consiste nel riconoscere nella situazione
totale (ambiente, mente e corpo) una relazione.
Esplorando le possibilità di muoversi ed agire che
ha il nostro corpo, nel numero enorme di contrazioni
muscolari possibili, si impara lentamente a riconoscere e a sentire le posizioni che hanno un rapporto con
il mondo esterno di cui il nostro corpo fa parte.
Per tali motivi "è sbagliato dire ad un bambino di
stare seduto diritto, se non lo fa da solo è perché è già
stato fatto deviare da uno sviluppo appropriato; allora
bisogna fare qualcosa perché si senta bene soltanto
nella postura giusta. Il pungolare o punire possono
soltanto alterare o deformare lo schema emotivo,
forzando il bambino a nascondere il sintomo che è la
causa dei suoi problemi (11).
Com'e noto la postura è in gran parte regolata dal
sistema extrapiramidale, quindi da un "programma automatico".
I muscoli volontari rispondenti alla nostra intenzione
reagiranno allo stesso tempo anche agli ordini
delle altre parti inconsce del sistema nervoso. In condizioni
normali agisce il controllo automatico, sebbene
il controllo volontario possa giungere in ogni momento
desiderato. Quando è necessaria un'azione il più
veloce possibile, come quando c'è il pericolo di cadere
o un'improvvisa minaccia alla sopravvivenza, allora
il sistema automatico farà tutto il lavoro prima che abbiamo
il tempo di capire che cosa stia accadendo.
In questo contesto emerge un altro aspetto considerato
da Moshe: l'aspetto biologico della postura intesa
come modalità di sopravvivenza.
Finché consideriamo la posizione eretta e seduta come posizioni statiche è difficile descriverle in modo che possano essere migliorate. Dobbiamo inserire la descrizione all'interno di un contesto dinamico. Da un punto di vista dinamico ogni posizione stabile fa parte di una serie di posizioni che costituiscono un movimento.
Secondo Moshe Feldenkrais la postura umana deve soddisfare due necessità biologiche ugualmente importanti: la stabilità (il sentirsi protetti e sicuri) e la mobilità (la capacità di far fronte a situazioni nuove e impreviste).
Essa si riferisce comunque all'azione e non al mantenimento di una posizione statica. Dato che implica il "mettere in atto", Moshe preferisce usare il termine di "attura" e nell'osservarla non prescinde dal contesto dell'azione.
Uscire dall'ottica della correzione: non esiste una postura ideale
Nel Metodo Feldenkrais® non esiste una postura
ideale, esiste una postura personale(10).
Durante le lezioni l'insegnante non dimostra i
movimenti da svolgere o le posizioni da assumere e l'allievo
non cerca di uniformarsi a un modello ideale.
Ogni persona viene guidata verbalmente a trovare i
movimenti più adatti alla sua organizzazione. Il sistema
di apprendimento è maggiormente basato sulla
consapevolezza dei propri schemi, sulla sperimentazione
di percorsi alternativi e sull'applicazione di
continui aggiustamenti. Sarà la parte più antica del sistema
nervoso a decidere le modifiche possibili in base
agli stimoli ricevuti.
Nella maggior parte dei casi la persona all'inizio
non sa e non sente che la sua postura è inefficiente o
impropria, a meno qualcuno non glielo faccia osservare
dall'esterno o non avverta dei dolori osteo-articolari o
muscolari. Per tale motivo migliorare una postura "scorretta" è un'impresa impossibile se non si rende
la persona consapevole e le si fa sentire che sono possibili
altri modi di
stare in piedi e di
muoversi. E che
questi modi possono
essere più gradevoli,
più facili e persino
più estetici per
lei.
La postura comoda e gli automatismi consapevoli
Gli elementi che permettono di definire una postura "efficiente" sono secondo l'approccio Feldenkrais:
• l'assenza di sforzo;
• l'assenza di resistenza;
• la presenza della reversibilità;
• una respirazione libera.
"Se dovessimo aumentare il grado di consapevolezza
dello sforzo muscolare quando i
muscoli stanno lavorando per azione volontaria,
potremmo riconoscere gli sforzi muscolari
che, a causa dell'abitudine, sono normalmente
nascosti alla nostra mente conscia.
Se potessimo liberarci da tali sforzi superflui
riconosceremmo con maggiore chiarezza
la posizione stabile ideale. Allora saremmo ritornati allo stadio in cui tutto lo sforzo muscolare
conscio per mantenere l'equilibrio scompare, poiché
questo equilibrio è mantenuto unicamente dalle parti
più vecchie del nostro sistema nervoso, che troverà
la migliore posizione possibile compatibile con la
ereditata struttura fisica dell'individuo.
Una buona posizione eretta è quella in cui un minimo
sforzo muscolare muoverà il corpo con uguale
facilità in ogni direzione desiderata.
Nella posizione eretta non ci deve essere alcuno
sforzo muscolare derivante dal controllo volontario,
senza importanza se questo sforzo è conosciuto e deliberato
o nascosto alla coscienza dall'abitudine"(8).
Le parole di Moshe sottolineano la sua concezione "comoda" della postura, molto lontana da quella statica dello "stare diritti" attraverso lo sforzo e la volontà(2).