Ultima modifica 02.10.2019

Cacao e cioccolato, oltre alla forte componente antiossidante polifenolica, contengono sostanze bioattive in grado di influenzare il comportamento umano; alcune di esse sono in grado di creare una leggera dipendenza, sino ad una voglia smodata di cioccolata, specialmente in individui depressi che dopo l'assunzione provano una sorta di appagamento detto “effetto craving”.
cacao e cioccolatoIl desiderio di mangiare prodotti a base di cacao viene spiegato come “effetto craving”:  il craving è il desiderio impulsivo/compulsivo per una sostanza psicoattiva, per un cibo o per qualunque altro oggetto-comportamento gratificante; questo desiderio impulsivo sostiene il comportamento “addittivo” e la compulsione finalizzati a fruire dell'oggetto di desiderio. La ricerca ha identificato delle sostanze chimiche, più comunemente note come neurotrasmettitori (serotonina, endorfina, anandamide, feniletilammina), in grado di influenzare significativamente il tono dell'umore, a cui viene associata un'efficace azione antistress.
Le ammine biogene sono prodotti basici che derivano dalla decarbossilazione microbica operata su alcuni amminoacidi; rappresentano molecole vasoattive che - se introdotte in quantità sufficiente, o in simultanea ad altri farmaci che inibiscono gli enzimi che le catabolizzano (es. IMAO) - possono provocare rossore al viso, mal di testa, shock ipotensivi, fino a morte per shock cardiocircolatorio.
Fortunatamente, nel cacao queste ammine non raggiungono livelli elevati da poter rappresentare un pericolo; tuttavia, queste sono presenti come in tutti gli alimenti fermentati anche nel cioccolato, che contiene prevalentemente 2-feniletilammina (da decarbossilazione di fenilalanina), seguita da tiramina (dalla tirosina) e triptamina (dal triptofano).
La feniletilammina, presente in discrete quantità, è una molecola che ha struttura chimica simile alle amfetamine, di cui condivide in parte gli effetti neurofarmacologici, andandosi a legare agli stessi recettori; può mimare gli effetti di dopamina e noradrenalina, favorendo la veglia e ritardando la comparsa di fatica
E' proprio la 2-feniletilammina a provocare la voglia di cioccolato “effeto craving”. Grazie agli effetti citati in precedenza, questa sostanza viene considerata un “antidepressivo naturale”.
Gli alcaloidi purinici, o metilxantine, sono caratterizzanti di tutti gli alimenti che, come il cacao, il , il caffè, ecc., vengono definiti “alimenti nervini”.
Nel cacao la caffeina è presente in quantità variabili dallo 0.6 allo 0.8%, ma l'alcaloide maggiormente presente è la teobromina: la sua concentrazione nei cotiledoni va dal 2 al 2.7%.
Queste sostanze stimolano il sistema nervoso centrale (da qui l'aggettivo “nervine”) e aumentano la concentrazione e lo stato di veglia; la teobromina, inoltre, è un vasodilatatore coronarico e renale, con azione diuretica marcata rispetto alla caffeina.
Durante la fermentazione delle fave di cacao, la teobromina - che si trova compartimentata nelle cellule del cotiledone - migra nella buccia del seme; infatti, rappresenta uno dei prodotti di estrazione e di recupero della buccia: estratta con solventi organici, viene purificata e commercializzata come farmaco (antiasmatico).
La teobromina e la caffeina (metilxantine) hanno la prerogativa di innalzare il livello d'attenzione del cervello, favorire la concentrazione ed allontanare la sensazione della fatica.
Nel cacao sono presenti anche concentrazioni modeste di Tetraidroisochinoline, TIQ: queste sostanze sono molto importanti perché sono responsabili dei meccanismi “antidepressivi” che il cioccolato può esercitare sull'uomo.
Cacao e cioccolato contengono due TIQ, salsolinolo e salsolina, alcaloidi dopamina-derivati che si formano naturalmente anche nel cervello dell'uomo; le TIQ, quindi, sono composti dopaminergici che presentano diversi effetti farmacologici, che alla fine si concretizzano in un effetto antidepressivo:

  • Inibizione delle MAO;
  • Inibizione della tiroxina idrossilasi e dell'uptake delle catecolamine;
  • Inibizione della formazione dell'AMP ciclico e del rilascio delle B-endorfine.

Come ultima sostanza di interesse del cacao, in grado di agire sul tono dell'umore, troviamo l'Anandamide: questo è  un lipide endogeno in grado di legarsi al recettore dei cannabinoidi CB1, quindi in grado di generare effetti comportamentali e di produrre effetti sul tono dell'umore e sulle funzioni cognitive, quali apprendimento e memoria.




Torta Fredda Al Cioccolato e Riso Soffiato

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Perché il cioccolato è un alimento che può creare dipendenza

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