Ultima modifica 22.01.2020

Poveri grassi, accusati di colpe che non hanno, vittime innocenti di una dieta che li discrimina, li ripudia e li condanna ingiustamente



Troppo a lungo abbiamo seguito i suggerimenti di chi consiglia di limitare al massimo l'assunzione di grassi.

Troppi soldi abbiamo speso inutilmente acquistando prodotti "light" nella speranza che ci aiutassero a dimagrire. E' giunto il momento di ridare a questi preziosi nutrienti la dignità che meritano.

Grassi e dieta mediterranea

La dieta mediterranea è stata a lungo dipinta come la dieta ideale, capace di garantire benessere e vitalità senza farci ingrassare. In realtà molti dei princìpi in essa contenuti sono corretti, mentre altri alla luce delle nuove scoperte in campo alimentare, risultano superati o addirittura controproducenti.

Fabbisogno grassiA partire dagli anni 70 il governo americano, nel tentativo di combattere il crescente dilagare dell'obesità , finanziò una campagna di educazione alimentare basata sui princìpi della dieta mediterranea. In particolare furono criminalizzati i grassi, invitando i cittadini a consumarne il meno possibile. Sugli scaffali dei supermercati comparvero in poco tempo migliaia di prodotti a ridotto contenuto lipidico. Il consumatore medio, spinto anche dalla somiglianza tra le due parole, si convinse un po' alla volta che assumere grassi fosse sinonimo di ingrassare.

Come spesso accade in questi casi, il governo americano fu costretto a trasmettere un messaggio forte, esagerato sotto certi aspetti, ma necessario. Il semplice consiglio di ridurre il consumo di grassi sarebbe probabilmente passato inosservato e comunque sarebbe risultato del tutto inefficace nel riequilibrare una dieta tradizionalmente troppo ricca di lipidi. Il messaggio doveva inoltre essere facilmente comprensibile (inutile spiegare a chi non se ne intende, cosa sono gli eicosanoidi o gli acidi grassi essenziali).

La stessa cosa è successa in Italia con la dieta mediterranea. Nel tentativo di ridurre il consumo di grassi saturi, eccessivo anche nel nostro Paese, venne a lungo consigliato di limitarne l'assunzione privilegiando gli alimenti tipici del bacino mediterraneo ( pasta, olio di oliva, ortaggi e frutta).

Gli Italiani si convinsero, e purtroppo molti lo sono ancora, che pasta, pane e carboidrati complessi in genere non facessero ingrassare.

I risultati di queste campagne informative sono sotto gli occhi di tutti, basta guardarsi un po' in giro per accorgersi che in questi ultimi anni il numero di persone in sovrappeso è notevolmente aumentato.

Dunque l'eccessiva limitazione dei grassi non aiuta a dimagrire, anzi, in molti casi rientra tra le cause principali che conducono al sovrappeso, come vedremo nel paragrafo successivo.

Grassi buoni e grassi cattivi?

Da quanto detto finora appare evidente che se non vengono supportati da spiegazioni più dettagliate i consigli dei nutrizionisti non solo risultano inutili ma addirittura fuorvianti.

Nello specifico bisognerebbe insegnare ai cittadini il concetto di qualità lipidica.

Non tutti i grassi sono infatti uguali, alcuni vanno consumati con moderazione, altri ridotti il più possibile, altri ancora vanno incentivati per il ruolo benefico che hanno sul nostro organismo.

ACIDI GRASSI SATURI: si trovano principalmente nei prodotti di origine animale (uova, latte e derivati) ma anche in alimenti di origine vegetale (olio di cocco e di palma). Questi particolari oli vengono largamente impiegati nella lavorazione industriale per migliorare la sapidità degli alimenti. Ogni giorno consumiamo quindi una buona quantità di grassi saturi "nascosti" dietro "innocui" snak o dolciumi.

Secondo molti medici un eccesso di lipidi saturi nella dieta aumenterebbe significativamente il tasso di colesterolo nel sangue favorendo l'insorgenza di malattie cardiovascolari. In realtà questo discorso è vero solamente per alcuni aspetti, mentre per altri risulta ormai superato.

Oggi i professionisti più aggiornati ritengono sia sufficiente non esagerare con il consumo di grassi saturi, senza privarsene o limitarli eccessivamente. Il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari deriva infatti, oltre che da una predisposizione genetica, dallo stile di vita del soggetto (fumo, alcol, mancanza di attività fisica).

Per quanto riguarda la dieta è più importante assumere le giuste quantità di acidi grassi essenziali e il giusto apporto calorico che non limitare la quantità di colesterolo introdotto con gli alimenti (basti pensare che l'80-90%  del colesterolo totale viene prodotto autonomamente dal nostro organismo).


ACIDI GRASSI MONOINSATURI: sono presenti soprattutto nell'olio di oliva e nella frutta secca. Possono essere consumati con una certa libertà poiché hanno un potere aterogeno molto basso. Rispetto ai grassi saturi sono sicuramente più salutari ma anche più facilmente digeribili.


ACIDI GRASSI ESSENZIALI (AGE): sono contenuti nel pesce, nelle noci, nell'olio di girasole, di mais e in alcuni estratti vegetali. Vengono chiamati essenziali poiché non possono essere sintetizzati dall'organismo umano. Sono i precursori delle prostaglandine, dei trombossani e dei leucotrieni, sostanze che mediano la risposta infiammatoria e intervengono nel sistema immunitario e cardiovascolare.

Generalmente sono conosciuti come acidi grassi in grado di diminuire il colesterolo cattivo a favore di quello buono, ma si tratta di un giudizio limitativo poiché le loro funzioni positive sono innumerevoli.

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