Ultima modifica 28.02.2020

I muscoli sono organi deputati al movimento del corpo o di alcune sue parti. Alcuni di essi, conferiscono motilità allo scheletro, altri ad organi di senso o a piccole strutture anatomiche; pensiamo, ad esempio, ai muscoli erettori del pelo, involontari, che ne ereggono il fusto in risposta ad un forte stimolo emotivo (provocando la caratteristica pelle d'oca).

L'attività muscolare, dunque, non è importante soltanto per la locomozione, ma anche e soprattutto per mantenere svariate funzioni vitali, come la circolazione sanguigna, la respirazione e la digestione dei cibi.

Le cellule dei muscoli hanno la possibilità di CONTRARSI (ridursi in lunghezza) e di RILASSARSI (ritornare alla lunghezza iniziale) in risposta a stimoli di varia natura (nervosa ed ormonale); questo alternarsi coordinato di eventi dà origine al movimento.

La contrazione del muscolo deriva dalla sua capacità di convertire l'energia chimica, resa disponibile dall'idrolisi dell'ATP, in energia meccanica attiva; una parte non trascurabile di questa energia (45% circa) viene dispersa sotto forma calore. Pertanto, il muscolo rappresenta anche un'importante fonte di energia termica; pensiamo ad esempio al brivido da freddo: altro non è che una contrazione involontaria e ritmica dei muscoli striati, che avviene con lo scopo di produrre calore ed aumentare, così, la temperatura corporea. La dispersione di calore e tanto maggiore quanto più intensa è l'entità e la durata dell'azione contrattile sviluppata dal muscolo.

Ricordiamo che l'ATP è la molecola energetica del nostro organismo, il risultato finale di tuta una serie di trasformazioni fisico-chimiche operate sul cibo introdotto con la dieta. Le cellule muscolari "bruciano" questi substrati energetici ottenendo energia ma anche prodotti di rifiuto, un po' come la legna da ardere che si trasforma in cenere. Il principale prodotto di scarto dell'attività muscolare è l'acido lattico, la cui produzione è proporzionale all'intensità e alla durata della contrazione. Superato una certa velocità di sintesi, i processi di riciclaggio si saturano, l'acido lattico si accumula nel muscolo e, raggiunta una soglia limite, interferisce con l'attività muscolare provocando la cosiddetta fatica muscolare. Solo dopo un adeguato periodo di riposto (più breve di quello che si pensa) il muscolo ed il sangue vengono efficacemente ripuliti dall'acido lattico.

La muscolatura del nostro organismo è piuttosto complessa, in quanto i muscoli sono moltissimi, disposti a strati e con caratteristiche macroscopiche piuttosto variabili. Per questo motivo è molto difficile quantificare il loro numero (secondo Eisler quelli striati sono 378, mentre per altri autori sono più di 600). I muscoli del corpo umano si possono comunque classificare sulla base di determinate caratteristiche, come vedremo meglio nel prossimo articolo.

La stragrande maggioranza dei muscoli è pari (abbiamo due bicipiti, due quadricipiti, due glutei ecc.), ma ne esiste anche qualcuno di impari: un esempio fra tutti è il diaframma, muscolo striato involontario ma controllabile con la volontà, che permette la respirazione e favorisce la defecazione.

Il tessuto muscolare rappresenta il principale costituente della massa corporea. In un adulto. l'insieme dei vari muscoli costituisce ben il 40% dell'intero corpo umano, superando ogni altro apparato in termini di peso e volume. La percentuale è superiore nell'adulto rispetto al bambino e all'anziano, nel maschio rispetto alla femmina e nell'atleta rispetto al sedentario.

Muscoli striati e muscoli lisci

Sulla base delle caratteristiche istologiche e fisiologiche il tessuto muscolare viene suddiviso in tessuto muscolare liscio e tessuto muscolare striato.

 

MUSCOLO LISCIO MUSCOLO STRIATO
  SCHELETRICO MIOCARDICO (cardiaco)
Involontario Volontario* Involontario

Riveste le pareti di tutti quegli apparati devoluti alla vita vegetativa; lo troviamo nella parete dei vasi sanguigni (arterie, vene), nella parete degli organi cavi (stomaco, intestino), all'interno del globo oculare, nei muscoli erettori dei peli. La sua principale funzione è di spingere materiali dentro e fuori dal corpo.

Costituisce i muscoli scheletrici e la muscolatura di organi come il bulbo oculare e la lingua, quindi la maggior parte della muscolatura.

Permette il movimento ed il mantenimento della postura; concorre a determinare le forme corporee.

E' responsabile della continua e ritmica contrattilità del cuore

E' costituito da fibre lisce, che al microscopio non presentano le striature tipiche del muscolo cardiaco o scheletrico

La particolare disposizione delle proteine contrattili conferisce al muscolo un aspetto striato, caratterizzato da striature (bande chiare e scure alternativamente ripetute); da ciò il termine Muscolo Striato.

Possiede caratteristiche funzionali e strutturali intermedie agli altri due tipi di tessuto muscolare.

Per approfondire vedi: muscolo cardiaco

Contrazione molta lenta, ma prolungate e più efficiente (meno ATP richiesto).

Risponde con eccezionale velocità agli impulsi nervosi, contraendosi rapidamente ed intensamente.

Non sono implicati nell'insorgenza della fatica muscolare.

Non possono rimanere contratti per molto tempo con elevata intensità, sono soggetti alla fatica

Sono spesso intrinseci, e come tali, non si attaccano alle strutture scheletriche

Di norma, si collegano allo scheletro per mezzo di tendini

 

(*) Sebbene sia sotto il controllo della nostra volontà, in talune circostanze il muscolo scheletrico può essere responsabile di atti motori involontari (riflessi, come quello patellare o la deglutizione) in risposta a stimoli esterni.

 

La denominazione dei muscoli è molto varia e può ad esempio riferirsi:

  • alla forma (muscolo deltoide, muscolo quadrato dei lombi, muscolo romboide, muscolo trapezio ecc.);
  • all'azione che essi svolgono (muscoli flessori, muscoli estensori, muscoli pronatori, muscoli adduttori, muscoli abduttori ecc.);
  • alla forma e alla funzione (muscolo pronatore rotondo, muscolo pronatore quadrato);
  • all'organo servito (muscoli laringei, muscoli esofagei, muscoli gastrici);
  • alle ossa alle quali sono inseriti (muscoli tibiali, muscoli peronieri);
  • al numero dei capi d'inserzione (bicipiti, tricipiti, quadricipiti) o alla loro direzione (obliqui, retti, trasversi).

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