Qualità del terreno e resa di alcune piante officinali

Ultima modifica 21.01.2020

La qualità del terreno e le condizioni edafiche sono altri parametri che influenzano in maniera significativa il contenuto in princìpi attivi della droga.

Quali sono, dunque, quelle condizioni colturali che migliorano la produttività di una pianta e in un'ultima analisi il contenuto in princìpi attivi della droga? La risposta può essere data dallo studio dell'Altea officinalis, pianta appartenente alla famiglia delle Malvacee di cui si utilizzano le radici; le sue mucillagini la caratterizzano come droga emolliente e lenitiva; insieme a questi eteropolisaccaridi possono essere presenti anche dei composti flavonoidici (fitocomplesso) con proprietà antisettiche. Per questo motivo, l'utilizzo di Altea in ambito cosmetico (es. in un dentifricio) acquisisce anche una finalità erboristica, che si trasferisce al prodotto. Nel caso specifico, il dentrfricio a base di Altea non rappresenta un semplice cosmetico per la pulizia dei denti ma, beneficiando delle proprietà lenitive ed emollienti della droga, previene l'infiammazione delle gengive.

L'Altea, se coltivata in un terreno con alta percentuale sabbiosa, ha un contenuto in princìpi caratterizzanti (le mucillagini) particolarmente indicato per questa tipologia di prodotti. Le mucillagini hanno caratterizzazione chimica di eteropolisaccaridi, ovvero carboidrati, quindi di derivazione metabolica primaria; nell'Altea sono presenti particolarmente nelle radici.

Anche la Menta predilige terreni sabbiosi e si utilizzano le parti aeree, fresche, se da queste vogliamo ottenere un olio essenziale, secche, se gli si vuol dare una proiezione erboristica come infuso o decotto. La Salvia ha la stessa preferenza della Menta; è infatti anch'essa una droga essenziera. La Valeriana, pianta di importanza erboristica, ha proprietà ansiolitiche sedative; è una pianta erbacea perenne che disdegna terreni asfittici; la droga è costituita dal rizoma fittamente avvolto dalle radici.

L'Amamelide (Hamamelis virginiana) è una pianta arbustiva americana, di grande importanza erboristica e cosmetica, presente in molti prodotti rassodanti unitamente all'Ippocastano. Predilige i terreni ricchi in sali di silicio. Numerosi prodotti fitoterapici con attività astringente e disinfettante intestinale sono a base di Amamelide, oltre che di (una droga astringente diminuisce la secrezione ghiandolare di saliva e limita l'eccessiva attività e motilità dell'intestino dovuta ad irritazione o ad un'eccessiva carica batterica).

Dell'Amamelide si utilizzano le foglie ricche in tannini, che abbassano la secrezione ghiandolare a livello intestinale, quindi l'immissione di liquidi nell'intestino. La droga è utile in presenza di diarrea e per limitare la fluidità delle feci; oltretutto, i tannini dell'amamelide hanno anche un'azione di tipo antisettico, quindi disinfettano ed eliminano quell'eventuale carica batterica in eccesso che determina il fenomeno diarroico o infiammatorio.



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