Ultima modifica 24.12.2015

ll PAPAVERO da OPPIO, Papaver somniferum, appartiene alla famiglia delle Papaveracee; è una pianta erbacea annuale coltivata nelle sue varietà, album (la più pregiata), nigrum e setigerum, per ottenere il pane d'oppio.

Il pane d'oppio è una massa semisolida di colore bruno - nerastro e di odore molto aromatico; non è altro che il lattice raccolto dopo essere stato fatto essudare dalla capsula immatura e poi lasciato essiccare ed ossidare all'aria; rimestato continuamente perde l'acqua, assume una colorazione da bianco - grigiastra a bruno - nerastra e una consistenza più solida. Viene ricavato per essudazione dall'incisione delle capsule immature, raccolto per raschiamento, messo in contenitori, quindi rimestato e fatto essiccare; in questo modo, l'acqua che contiene evapora, e il pane d'oppio si ossida all'aria portando al cambio di colore. Questo tipo di coltivazione  e modalità di ottenimento legalizzata solamente in alcuni paesi, in altri casi è ovviamente vietata, e in altri, come ad esempio in Egitto, il papavero viene coltivato per ottenere princìpi attivi alcaloidei, ma le capsule non vengono incise, bensì raccolte mature ed essiccate; vengono poi estratte con solventi, operando quindi estrazioni di tipo liquido - liquido per spostamento.

I princìpi attivi del papavero hanno un'espressione prevalentemente farmaceutica, ma in taluni casi sono associati anche a prodotti di libera vendita, come ad esempio in erboristerie che commercializzano prodotti a base di codeina, un antitussivo, un bechico, con attività spasmolitiche a livello bronchiale, e - a determinate dosi - è anche un antiasmatico. Ci sono poi dei princìpi attivi più specificatamente farmaceutici, come la morfina (analgesico per eccellenza), e la papaverina (lo spasmolitico per eccellenza). L'oppio, e il papavero da oppio, possono avere anche un utilizzo erboristico, ma con espressione di tipo omeopatico.

 


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