Farmaci per la Cura del Soffio al Cuore

Farmaci per la Cura del Soffio al Cuore
Ultima modifica 25.02.2020

Definizione

Per “soffio al cuore” s'intende una condizione pseudo-patologica in cui la durata, la frequenza e l'intensità dei battiti cardiaci sono diverse da quelle fisiologiche: in altre parole, il flusso di sangue pompato dal cuore perde la propria silenziosità. In un paziente affetto da un soffio al cuore, il medico, avvalendosi di uno stetoscopio, percepisce un flusso cosiddetto “laminare”, in cui si avverte un lieve sibillio (un soffio, appunto) quando il sangue scorre all'interno del muscolo cardiaco.

Cause

Il soffio al cuore può essere una disfunzione congenita o svilupparsi tardivamente; esistono due tipologie di soffi al cuore:

  1. Soffi al cuore benigni: sono innocui e non degenerano in patologie cardiache. Possono essere favoriti da anemia, febbre, gravidanza, ipertiroidismo, malfunzionamento valvolare, stress eccessivo, e sono generalmente transitori.
  2. Soffi al cuore maligni o patologici: la causa risiede essenzialmente in anomalie gravi delle valvole cardiache, calcificazioni delle valvole, disfunzioni cardiache, difetti del setto, endocardite, febbre reumatica, infezioni, prolasso della valvola mitrale

Sintomi

I soffi al cuore benigni non generano alcun sintomo e non provocano alcun effetto patologico, nemmeno nel lungo termine. Discorso differente e più delicato per le forme patologiche, che si possono manifestare con svariati sintomi: aumento/calo dell'appetito, cute cianotica, dolore toracico (tipico dell'angina pectoris), forte sudorazione, ingrossamento del fegato, mancanza di fiato, svenimenti, vertigini.


Le informazioni sui Soffio al Cuore - Farmaci per la Cura del Soffio al Cuore non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Soffio al Cuore - Farmaci per la Cura del Soffio al Cuore.

Farmaci

Come analizzato, il soffio al cuore non sempre maschera una patologia di fondo; si stima che almeno la metà dei nati soffra di soffio al cuore benigno, che tende a risolversi in tempi brevi. Da sottolineare, comunque, che anche nell'adulto il soffio al cuore non viene definito una malattia a tutti gli effetti, nonostante possa essere un segnale di un'alterazione cardiaca di base: per l'accertamento diagnostico, il parere del medico, ancora una volta, risulta imprescindibile.
Un soffio al cuore benigno non richiede alcun trattamento, né farmacologico né tantomeno chirurgico, proprio perché il cuore non presenta anomalie; chiaramente, quando il soffio al cuore benigno dipende da ipertiroidismo o da una febbre particolarmente elevata, è indispensabile la cura di queste condizioni patologiche che, di riflesso, produrrà anche una regolazione dei valori di frequenza, intensità e durata del battito cardiaco.
Discorso differente dev'essere affrontato in caso di soffio al cuore anomalo o patologico: in alcuni casi, è necessario sottoporsi all'intervento chirurgico:

  1. Cateterismo cardiaco: inserimento di un catetere nelle vene o nelle arterie di braccia o gambe (in particolare, si considerano le arterie inguinali), che viene fatto avanzare sino alle camere cardiache
  2. Sostituzione/fissaggio di una valvola
  3. Ricostruzione di un vaso sanguigno
  4. Dilatazione di un vaso sanguigno (inserimento di stent)

Quando l'intervento chirurgico non è necessario, è possibile seguire una terapia farmacologica in cui la scelta del farmaco dipende dalla patologia specifica che crea il soffio al cuore.


Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro il soffio al cuore, ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato e alla sua risposta alla cura:

 

Il sovrappeso, l'obesità, l'ipertensione e l'ipercolesterolemia sono condizioni che possono aumentare il rischio od esacerbare il soffio al cuore; pertanto, si raccomanda di intraprendere percorsi terapeutici-farmacologici specifici per curare tali patologie di fondo: non a caso, i disturbi appena elencati costituiscono i principali fattori di rischio cardiovascolare:

  1. Diuretici: i farmaci diuretici favoriscono l'eliminazione dei liquidi in eccesso dal corpo; dal momento che il soffio al cuore potrebbe essere accentuato dall'ipervolemia e dalla conseguente ipertensione, si raccomanda di tenere costantemente controllati i valori pressori.
  2. ACE-inibitori e beta bloccanti: altri farmaci assai utilizzati per trattare l'ipertensione. Come analizzato, i disturbi pressori possono accentuare i soffi al cuore (quando preeesistenti) oppure addirittura favorirne la comparsa.

Per approfondimenti: leggi l'articolo sui farmaci per la cura dell'ipertensione

  1. Statine e fibrati: si tratta di due classi farmacologiche impiegate in terapia per il controllo dei valori di colesterolo nel sangue. Il colesterolo alto, infatti, sembra contribuire ad enfatizzare il soffio al cuore ed altri disturbi a carico delle valvole cardiache. Per questa ragione, la somministrazione di farmaci simili può contribuire positivamente a controllare ed evitare il soffio al cuore.

Per approfondimenti: leggi l'articolo sui farmaci per la cura dell'ipercolesterolemia

 

Farmaci digitalici:  quando il cuore non è in grado di pompare sangue efficacemente, i farmaci digitalici possono costituire un buon ausilio, da considerare quando il soffio al cuore è conseguenza di un indebolimento cardiaco.

  • Digossina (es. Lanoxin, Eudigox, Digoss FN): il farmaco è disponibile in compresse da 0,0625-0,125-0,5 mg, fiale da 0,5 mg o sciroppo (0,05 mg/ml). Il dosaggio preciso della digossina non può essere riportato, dal momento che dev'essere somministrata solo dopo l'accertamento diagnostico e il rilevamento della gravità patologica. Consultare il medico.

Farmaci anticoagulanti: indicati per i pazienti affetti da soffio al cuore, specie se a rischio di ictus o infarto miocardico. Sono utili per impedire la formazione di coaguli di sangue nel cuore:

  • Acido acetilsalicilico (es. Aspirina, Cardioaspirin, Aspirinetta): quando il paziente è affetto o è a rischio di cardiopatie, ictus, angina pectoris, infarto miocardio, anche nel contesto di un soffio al cuore, la somministrazione cronica di aspirina è un'opzione terapeutica possibile. Il paziente, nella maggior parte dei casi, dovrà assumere il farmaco per tutta la vita. La posologia consigliata varia in base al tipo di problema, indicativamente da 50 a 325 mg o più al giorno. Consultare il medico.
  • Warfarin (es. Coumadin): spesso questo farmaco dev'essere assunto in associazione ad acido acetilsalicilico. Iniziare la terapia con una dose di farmaco variabile da 2 a 5 mg, da assumere per os o per via endovenosa, una volta al giorno per 1-2 giorni; successivamente, la dose dev'essere perfezionata dal medico in base allo stato di salute generale del paziente e alla sua risposta alla cura. La dose di mantenimento prevede di assumere 2-10 mg di farmaco al giorno. Non protrarre la terapia per tempi troppo lunghi. Consultare il medico.
  • Clopidogrel (Plavix, Zyllt, Zylagren, Zopya, Iscover, Grepid, Clopidogrel Winthrop, Clopidogrel Acino): l'attività antiaggregante piastrinica del clopidogrel è utile per impedire la formazione di trombi (coaguli di sangue) nelle arterie del paziente, a rischio o affetto da soffio al cuore associato cardiopatie. Il farmaco è un'alternativa all'acido acetilsalicilico. La posologia e la modalità di somministrazione del farmaco devono essere stabilite dal medico sulla base della gravità del soffio al cuore e della risposta alla cura.

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