Farmaci per Curare le Convulsioni
Ultima modifica 24.03.2020

Definizione

Il termine "convulsione" definisce un gruppo di contrazioni brusche, violente, incontrollate ed improvvise della muscolatura volontaria. Durante le convulsioni, i muscoli si contraggono e rilassano continuamente per un periodo di tempo variabile. Maggiore è la durata delle convulsioni, maggiore è la gravità del quadro clinico. In assenza di danni neurologici, le convulsioni non provocano alcun danno permanente, nonostante possano indurre una temporanea perdita di coscienza.

Cause

Le convulsioni non sono una malattia vera e propria; piuttosto, costituiscono un sintomo di numerose patologie. Le malattie più ricorrenti associate alle convulsioni sono: alcolismo, avvelenamento, danno cerebrale (dovuto per esempio ad encefalopatia o traumi), disturbi del metabolismo, droghe, epilessia, farmaci neurolettici, febbre, infezioni virali e batteriche, ipertensione maligna, scossa elettrica, tumore cerebrale. Le convulsioni si presentano anche nell'eclampsia.

  • Fattori di rischio: aumento/diminuzione rapida della febbre, predisposizione genetica, infezioni virali, febbre, parto prematuro

Sintomi

La stragrande maggioranza delle crisi convulsive è caratterizzata da alcuni sintomi comuni: agitazione involontaria ed incontrollata della muscolatura scheletrica, cianosi, difficoltà respiratorie, mancato controllo dello sfintere anale e vescicale, movimenti oculari incontrollati, perdita di coscienza, schiuma alla bocca, svenimento.

  • Complicanze: nei casi più gravi, la convulsione può provocare danni neurologici permanenti o sfociare in epilessia

Le informazioni sui Convulsioni - Farmaci per la Cura delle Convulsioni non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Convulsioni - Farmaci per la Cura delle Convulsioni.

Farmaci

Le cure farmacologiche volte ad allontanare o a prevenire le convulsioni sono oggetto di acceso dibattito, dal momento che in merito coesistono pareri differenti. Dall'attenta analisi delle fonti scientifiche, è possibile trarre alcune interessanti considerazioni. Fino ad un decennio fa, si riteneva che l'assunzione di farmaci anticonvulsivanti (benzodiazepine) a titolo preventivo fosse importante per evitare sia la trasformazione della convulsione in epilessia, sia una possibile ricomparsa delle crisi convulsive. Oggi, questo approccio terapico è scartato: sembra infatti che i possibili rischi derivanti da una terapia simile superino di gran lunga i benefici.
Contrariamente a quanto ritenuto in passato, alcune convulsioni non necessitano di trattamento. Classico esempio sono le crisi convulsive febbrili, tipiche dei bambini di età compresa tra 6 mesi e 6 anni: in assenza di danni neurologici, le convulsioni febbrili semplici non vanno curate con alcun farmaco, fatta eccezione per i sussidi terapeutici (medicinali antipiretici). Alcuni Autori ritengono opportuno somministrare ansiolitici e miorilassanti (come il diazepam, es. Valium) al bambino DURANTE la convulsione di durata superiore ai tre minuti. Ad ogni modo, non tutti gli Studiosi approvano questa teoria: il trattamento con le benzodiazepine è un argomento molto dibattuto, e non sempre trova reale indicazione. Chiaramente, è indispensabile isolare il fattore che ha scatenato la febbre, e il paziente va trattato di conseguenza. Quando la febbre è causata da un'infezione virale, il giovane paziente deve assumere farmaci antivirali; nel caso la febbre fosse scatenata da insulti batterici, la terapia di scelta è quella antibiotica. Il farmaco più indicato dipende dunque dalla causa che ha indotto la convulsione febbrile. In alcune circostanze, tuttavia, l'approccio terapico dev'essere improntato in modalità differente:

  1. La convulsione si manifesta nei bambini piccoli, di età inferiore ai 6-12 mesi
  2. La durata della convulsione supera i 15 minuti
  3. Il paziente affetto dalla convulsione presenta danni neurologici preesistenti
  4. Predisposizione genetica a convulsioni/epilessia
  5. La convulsione febbrile si manifesta con una febbre relativamente bassa (

Vediamo più precisamente quali sono i farmaci più utilizzati per placare le convulsioni.


Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro le convulsioni, ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura:


Farmaci anticonvulsivanti

  • Sodio valproato (es. Depakin, Ac Valproico); per la cura delle convulsioni nell'adulto, il farmaco va assunto alla dose di 10-15 mg/kg al giorno, frazionando il carico in 4 dosi. Non superare i 250 mg al giorno. Gli effetti collaterali del farmaco sono correlati alla dose. Per il bambino affetto da convulsioni, la dose dev'essere ridotta. Il farmaco è talvolta utilizzato per la prevenzione della convulsioni nell'adulto e nel bambino. Consultare il medico.
  • Diazepam (es. Micropam, Ansiolin, Diazepam FN, Valium, Diazepam, Valpinax): per il trattamento delle convulsioni nell'ADULTO assumere per via orale una dose di farmaco variabile da 2 a 10 mg, due volte al giorno. Per via rettale, somministrare 0,2 mg/kg di farmaco (arrotondare all'unità). Se necessario, ripetere la dose ogni 4-12 ore. Una terapia simile ha senso quando le crisi convulsive si manifestano al massimo 1 volta ogni 5 giorni, per non più di 5 episodi al mese. PER IL BAMBINO di età compresa tra 2 e 5 anni affetto da crisi convulsive (febbrili e non), si consiglia di somministrare 0,5 mg/kg di farmaco, arrotondando all'unità. Per i bambini affetti di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, la dose consigliata è di 0,3 mg/kg. Oltre i 12 anni, somministrare 0,2 mg/kg di farmaco. Se necessario, ripetere la somministrazione ogni 4-12 ore.

NON somministrare il farmaco ai bambini di età inferiore ai 6 mesi: un comportamento simile potrebbe arrecare una depressione a carico del SNC. I bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 2 anni potrebbero assumere il farmaco, ma la dose va attentamente stabilita dal medico.

  • Fenitoina (es. Metinal Idantoina L, Dintoinale, Fenito FN): il farmaco è utilizzato in terapia anche per la prevenzione delle crisi epilettiche di tipo tonico-cloniche. In genere, la posologia per ADULTI prevede di assumere il farmaco per via endovenosa alla dose di 10-15 mg/kg per lenta iniezione in vena (non più di 50 mg al minuto). La dose di mantenimento per gli adulti affetti da crisi convulsive suggerisce di assumere 100 mg di farmaco e.v. ogni 6-8 ore. Si sconsiglia di assumere il farmaco per via intramuscolare: in tal caso, l'assorbimento del farmaco risulta irregolare e poco prevedibile. È possibile assumere il medicinale anche per via orale: 1 grammo (totale), frazionato in una prima dose da 400 mg seguita da altre due dosi da 300 mg. Tra una dose e l'altra, si consiglia di lasciar passare 2 ore. Per i BAMBINI affetti da crisi convulsive somministrare 15-20 mg/kg di farmaco per os. La dose di carico può essere assunta in tre dosi somministrate ad intervalli di 2-4 ore. Per la dose di mantenimento: consultare il medico.
  • Levetiracetam (es. Keppra, Levetiracetam Sun): il farmaco non è indicato per il trattamento delle convulsioni febbrili nel bambino piccolo. Per i bambini di età superiore ai 12 anni, affetti da crisi convulsive di tipo mio-clonico, si raccomanda di assumere una dose di medicinale pari a 500 mg, due volte al giorno. Se necessario, incrementare la dose di 500 mg ogni 2 settimane, fino ad un massimo di 1.500 mg, due volte al giorno. L'efficacia del farmaco assunto a dosi superiori a 3 grammi al giorno non è stabilita. Il trattamento delle crisi convulsive di tipo tonico-cloniche nel bambino di età compresa tra 6 e 16 anni, prevede di assumere 10 mg/kg di farmaco a rilascio immediato, due volte al giorno. Se necessario, aumentare la dose di 10mg/kg ogni 2 settimane, fino ad un massimo di 30 mg/kg. Per le crisi convulsive parziali la dose dipende dall'età: può variare da un minimo di 7mg/kg per dose (2 volte al giorno) per i bambini di età compresa tra 1 mese e 6 mesi, fino ad un massimo di 10 mg/kg per dose (2 volte al dì) per i bambini di età compresa tra i 4 ed i 16 anni. Eventualmente, questi dosaggi possono essere aumentati non prima di due settimane dall'inizio della cura. Consultare sempre il medico prima di assumere il farmaco o modulare la terapia.
  • Lacosamide (es. Vimpat): le convulsioni possono essere trattate con una somministrazione orale o endovenosa di lacosamide. Iniziare la terapia con una dose di medicinale pari a 50 mg, da assumere due volte al giorno. Se necessario, in caso di convulsioni ricorrenti, è possibile aumentare la posologia fino a 100mg/dì, ad intervalli settimanali, fino alla dose di mantenimento prevista a 200-400 mg/dì. Assumere il farmaco con o senza cibo.
  • Pyridoxine o piridossidina (es. Benadon): per i bambini affetti da convulsioni correlate a sindrome piridossina dipendente, si raccomanda di assumere 10-100 mg di farmaco per via intramuscolare o endovenosa, seguita poi da 2-100 mg di farmaco da assumere per via orale.
  • Zonisamide (es. Zonegran): questo farmaco anticonvulsivante viene spesso utilizzato in associazione ad altri farmaci, specie nel trattamento delle convulsioni parziali. In genere la terapia iniziale prevede di assumere 100 mg di medicinale, una volta al giorno per almeno due settimane. Se necessario, aumentare la posologia a 200 mg al dì per altre 2 settimane. In caso di necessità, la posologia può essere ulteriormente incrementata. Il farmaco non è indicato per il trattamento delle convulsioni febbrili del bambino.
  • Acetazolamide (es. Diamox): farmaco d'elezione nel trattamento della condizione edematosa causata da insufficienza cardiaca. Il farmaco è particolarmente utile anche per il miglioramento dell'edema polmonare e della dispnea nel contesto dell'insufficienza cardiaca sinistra. Ad ogni modo, recenti studi hanno dimostrato l'efficacia di questo farmaco anche per la prevenzione delle convulsioni, specie nei pazienti giovani affetti da convulsioni epilettiche lievi. In genere, questa benzodiazepina viene adoperata in terapia come trattamento complementare a quello con gli entiepilettici classici. In tal senso, è possibile somministrare 8-30 mg/kg al giorno di farmaco, eventualmente frazionati in 1-4 dosi giornaliere. Non superare il grammo al giorno. Se il paziente sta già assumendo altri farmaci anticonvulsivanti, ridurre la dose di acetazolamide a 250 mg al giorno. Il più delle volte, i pazienti che assumono il farmaco in monoterapia rispondono bene ad una dose di 375-1000 mg al giorno. Non somministrare per la cura delle convulsioni febbrili del bambino.
  • Magnesio solfato (es. Magne So BIN, Magne So GSE): oltre ad esercitare effetti lassativi, il magnesio solfato viene utilizzato anche per la prevenzione delle crisi convulsive ricorrenti nel contesto dell'eclampsia (malattia tipicamente gravidica contraddistinta dalla comparsa di convulsioni). In tal senso, la posologia raccomandata per la prevenzione delle crisi convulsive nel contesto di eclampsia prevede l'assunzione di 4-5 g di una soluzione 5% ogni 4 ore. In alternativa, somministrare il medicinale per via endovenosa alla dose di 4 g di una soluzione al 10-20% (non superare 1,5 mL/min di una soluzione al 10%). La dose di mantenimento suggerisce di assumere 1-2 grammi di farmaco ogni 60 minuti. Non superare i 30-40 grammi al giorno.

Farmaci per la Cura delle convulsioni da infezione batteriche/virali

  • Benzilpenicillina (es. Benzil B, Penicillina G): indicata per trattare le convulsioni dipendenti dalle infezioni da meningococco e pneumococco. Nel primo caso, si consiglia l'infusione endovenosa di 6.000.000 UI ogni 4 ore (o 24.000.000 di unità al giorno) per 14 giorni o finché la febbre diminuisce. Per la cura della meningite pneumococcica, si consiglia la somministrazione di penicillina G, soluzione acquosa 4.000.000 UI, ogni 4 ore per 2 settimane.
  • Rifampicina (es. Rifampic): è un antibiotico battericida da assumere per os (compresse da 600 mg) o per via endovenosa, una volta al giorno per 10-14 giorni. Trova indicazione nel trattamento delle convulsioni nel contesto di una meningite pneumococcica, meningococcica o da Haemophilus influenzae.
  • Aciclovir (es. Aciclovir, Xerese): indicato in caso di convulsioni nel contesto di una sospetta infezione da Herpes Virus. La posologia dev'essere stabilita da medico.

Farmaci per la Cura delle convulsioni febbrili

Il paracetamolo è il farmaco di prima linea per abbassare la febbre nel contesto delle crisi convulsive febbrili nel neonato e nel bambino. Come analizzato, l'incremento o la riduzione rapida della febbre - anche non esageratamente elevata - può costituire un fattore scatenante per le convulsioni nel bambino sano.

  • Paracetamolo o acetaminofene (es. Tachipirina, Efferalgan, Sanipirina, Piros, Tachidol): la somministrazione di questo medicinale è utile per abbassare la febbre, sintomo onnipresente nelle convulsioni febbrili del bambino. La posologia raccomandata dipende da età e peso del bambino, pertanto va stabilita dal medico.

Il paracetamolo è il farmaco d'elezione utilizzato per abbassare la febbre nel contesto delle convulsioni febbrili.



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