China in Erboristeria: Proprietà della China

Ultima modifica 30.03.2020
china

Nome Scientifico

Cinchona succirubra, sin. Cinchona pubescens; China gialla (C. calisaya), China grigia (C. officinalis L.)

Famiglia

Rubiaceae

Origine

Ande Peruviane, Africa, India, Indonesia

Sinonimi

China rossa

Parti Utilizzate

Droga data dalla corteccia (Farmacopea Ufficiale)

Costituenti chimici

China in Erboristeria: Proprietà della China

La china è da sempre usata come aperitivo e digestivo: infatti aumenta la secrezione cloridropeptica dello stomaco. Meglio utilizzare gli estratti fluidi di china, da assumere diluiti in acqua mezz'ora prima dei pasti.
La china è dotata di importantissime virtù antimalariche; rappresenta infatti la fonte naturale di un farmaco molto importante nella lotta alla malaria, chiamato chinino.
Gli estratti di china sono importanti anche in cosmesi, dove rientrano nella formulazione di prodotti dermopurificanti destinati all'uso su pelli impure e capelli grassi.

Attività biologica

Come accennato, la china è una pianta dotata di proprietà aperitive e digestive che le sono conferite dalle sostanze amare e dagli alcaloidi in essa contenuti. Infatti, tali costituenti chimici possiedono la capacità di promuovere la secrezione di saliva e di succhi gastrici, ed è proprio grazie a questo loro meccanismo d'azione che la china viene considerata utile per contrastare la perdita di appetito e i disturbi digestivi.
All'interno della china, inoltre, sono presenti alcuni alcaloidi dotati di interessanti attività terapeutiche e tuttora impiegati in ambito medico. Stiamo parlando della chinina (o chinino che dir si voglia) e della chinidina.
La chinina è un principio attivo dotato di attività antimalarica che rientra nella composizione di diversi farmaci. È il farmaco d'elezione per il trattamento di ceppi di Plasmodium falciparum clorochino-rersistenti, poiché questi protozoi non sono ancora stati in grado di sviluppare una resistenza nei suoi confronti. La chinina esercita il suo ruolo antimalarico interferendo con alcuni processi metabolici fondamentali per il protozoo, conducendolo a morte certa.
La chinidina, invece, è una molecola dotata di attività antiaritmica e - nella forma di sale solfato - costituisce il principio attivo di farmaci impiegati per il trattamento di aritmie ventricolari e sopraventricolari e, in particolar modo, della tachicardia sopraventricolare. La chinidina esplica la sua azione diminuendo la conduzione ionica a livello del miocardio attraverso il blocco dei canali veloci del sodio (Na+). Tutto ciò si traduce in una riduzione della velocità massima di depolarizzazione cellulare, ma senza modificarne il potenziale a riposo. Inoltre, si assiste ad un innalzamento della soglia di eccitabilità e a una diminuzione della velocità di conduzione.

China contro i disturbi dispeptici e la perdita di appetito

Grazie alle sostanze amare e agli alcaloidi contenuti al suo interno, la china è considerata un valido rimedio per contrastare la perdita di appetito e i disturbi dispeptici.
L'utilizzo di questa pianta risulta particolarmente indicato come aperitivo e digestivo nelle disappetenze tipiche dei periodi di convalescenza.
Per il trattamento dei sopra citati disturbi, la china può essere assunta internamente sotto forma di estratto liquido standardizzato al 4-5% in alcaloidi totali (rapporto droga/solvente 1:5, utilizzando etanolo come solvente di estrazione). In questo caso, la dose che solitamente si consiglia di assumere è di 0,6-3 grammi di prodotto al giorno.


N.B.: quando la china viene utilizzata a fini terapeutici, è essenziale utilizzare preparazioni definite e standardizzate in principi attivi (alcaloidi), poiché solo così si può conoscere la quantità esatta di sostanze farmacologicamente attive che si stanno assumendo.
Quando si utilizzano preparazioni a base di china, le dosi di prodotto da assumere possono variare in funzione della quantità di alcaloidi totali contenuta. Tale quantità, solitamente, è riportata direttamente dall'azienda produttrice sulla confezione o sul foglietto illustrativo dello stesso prodotto, pertanto, è molto importante seguire le indicazioni da essa fornite.
In qualsiasi caso, prima di assumere per fini terapeutici un qualsiasi tipo di preparazione contenente china, è bene rivolgersi preventivamente al proprio medico.

China nella medicina popolare e in omeopatia

Nella medicina popolare la china viene sfruttata per diversi scopi terapeutici. Più in particolare, la pianta viene usata per contrastare flatulenza e senso di pienezza. La corteccia è impiegata internamente per trattare la malaria, l'influenza, i crampi e i dolori muscolari, i disturbi gastrici e viene perfino utilizzata come rimedio contro la splenomegalia e il cancro.
Esternamente, invece, la china è usata per il trattamento di graffi e ulcere cutanee.
Nella medicina cinese, la china - oltre ad essere impiegata come rimedio antimalarico e come rimedio contro gli stati febbrili - viene utilizzata anche per contrastare le intossicazioni da alcool.
Le proprietà antimalariche della china sono note anche alla medicina indiana che sfrutta questa pianta proprio per il trattamento della malaria, ma non solo. Infatti, la medicina tradizionale indiana prevede l'utilizzo della china anche per trattare la sciatica e la nevralgia intercostale.
La china, inoltre, riveste un ruolo di una certa importanza anche nell'omeopatia. Infatti, questa pianta è disponibile in preparazioni omeopatiche con indicazioni per il trattamento di infiammazioni delle vie aeree, diarrea, eruzioni cutanee, febbre, nevralgia, anemia e avvelenamenti in generale.


N.B.: le applicazioni della china per il trattamento dei suddetti disturbi non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica o risultare addirittura dannose per la salute.

Effetti collaterali

Si possono presentare reazioni allergiche o di intolleranza gastrica (vomito, nausea, gastroenterite) e riduzione del numero di piastrine.

Controindicazioni

Le controindicazioni principali riguardano l'uso in gravidanza ed allattamento. Evitare l'uso in caso di ulcera peptica, gastriti ed ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.

Interazioni Farmacologiche

La china può instaurare interazioni farmacologiche con farmaci, quali:

  • Anticoagulanti e/o antiaggreganti piastrinici (aumenta il rischio d'insorgenza di sanguinamenti);
  • Digossina, flecainide e altri farmaci antiaritmici, poiché l'assunzione concomitante di china può aumentare la tossicità di questi stessi farmaci;
  • Astemizolo, poiché l'utilizzo contemporaneo di china può aumentarne la concentrazione plasmatica e, di conseguenza, può aumentarne anche gli effetti collaterali a livello cardiaco.

China - Note

Il chinino è costituito da solfato di chinina.
A differenza dalla china rossa, la china gialla è più ricca in alcaloidi e viene più facilmente utilizzata per la produzione industriale, mentre la china grigia è più utilizzata dall'industria dei liquori.


Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista