Ultima modifica 25.02.2020

« prima parte

La pulitura

La pulitura consiste essenzialmente nella rimozione delle parti estranee come lo sporco e altre porzioni della pianta. Lo sporco può essere tolto passando al vaglio le piante raccolte. Una pulitura iniziale viene comunque effettuata all'atto della raccolta, ma il più può essere fatto dopo l'essiccazione. L'elemento più importante della pulitura è la rimozione di quei costituenti che danno tossicità ai principi attivi della pianta. Per parti tossiche si intendono quelle ruvide e difficili da digerire. I tessuti esterni delle radici, per esempio, sono considerati tossici e perciò vengono eliminati, non perché siano velenosi ma in quanto ruvidi e difficili da digerire.

Immagazzinamento e conservazione

Immagazzinamento e conservazione corretti sono estremamente importanti per il mantenimento di un'elevata qualità. Normalmente le piante medicinali sono efficaci per circa un anno, quindi non dovrebbero essere conservate per periodi superiori. Le conseguenze di metodi di stiaggio errati sono l'ammuffimento, l'assorbimento eccessivo di umidità, la parziale bruciatura e così via. I magazzini devono presentare la caratteristica di essere antincendio, asciutti, freschi e con adeguata regolazione dell'aria. Le droghe immagazzinate in queste condizioni possono essere conservate anche per più di un anno.

Detossificazione e neutralizzazione

In genere, la maggior parte delle piante medicinali ha carattere ruvido, quindi ostacola la buona digestione, fa aumentare l'Aria e peggiorare la salute e l'aspetto dell'individuo. Se i componenti attivi che provocano questi effetti collaterali non vengono neutralizzati, l'efficacia della droga risulta molto più limitata. La scienza della detossificazione e neutralizzazione delle droghe è uno degli aspetti più importanti del sistema medico tibetano e, in molti casi, esiste solo come conoscenza tramandata oralmente. Esistono numerosi metodi e mezzi per detossificare e neutralizzare un componente pericoloso di una droga. Per esempio, una sostanza biosintetica che provoca effetti collaterali all'addome può essere resa non nociva per mezzo della melagrana. Lo zucchero grezzo si usa in caso di effetti collaterali di squilibrio dell'Aria e la resina quando vi è un disturbo delle energie fisiche. Qualora questi metodi non fossero efficaci o applicabili, ne esistono anche di più specifici. Altrimenti le droghe possono essere preparate sotto forma di sciroppo, nel qual caso la preparazione stessa ha effetto neutralizzante su quei componenti che producono gli effetti collaterali indesiderati.

Come assumere le medicine

E' importante assumere le medicine verso l'ora consigliata dal medico. Per stabilire il tempo giusto, i fattori principali sono la natura del disturbo, la presenza di effetti collaterali e l'eventualità di migrazioni patogene o metastasi. Di regola, una medicina di tipo caldo dovrebbe essere presa il mattino presto, che è il momento del giorno in cui la flemma si manifesta di più. Le medicine di tipo freddo si dovrebbero ingerire nel pomeriggio e la sera, quando la bile è più cospicua e preponderante nel corpo. Di notte e all'alba si dovrebbero prendere le medicine del tipo Aria, perché è allora che questo elemento predomina nel corpo.

In ogni caso, le medicine vanno assunte dopo la completa digestione e mai assieme ai pasti. In caso di medicine molto tossiche, queste si dovrebbero prendere subito dopo i pasti oppure prima di andare a dormire. I purganti, gli emetici e le vitamine si devono ingerire a stomaco vuoto.

Esempi

Ecco alcune delle principali sostanze utilizzate.

 

Canfora

Sapore: alcalino, acre e amaro.

Proprietà: estremamente fredda.

Azione: elimina i disturbi di tipo caldo.

Uso: febbri avanzate, febbri croniche, infiammazione polmonare e la maggior parte dei disturbi di tipo caldo.

Sandalo bianco

Sapore: alcalino.

Proprietà: fresco.

Azione: elimina i disturbi di tipo freddo e mitiga la tosse.

Uso: infiammazione polmonare e cardiaca, febbre accompagnata da agitazione, infiammazione della pelle e delle parti molli del corpo, disturbi di tipo caldo.

Agar

Sapore: amaro e acre.

Proprietà: moderato (non troppo freddo, ne troppo caldo).

Azione: riduce gli squilibri dell'Aria, elimina le febbri, rinforza i nervi sensori e i vasi sanguigni.

Uso: allevia l'infiammazione cardiaca e favorisce il controllo dei disturbi mentali.

Zafferano

Sapore: zuccherino.

Proprietà: fresco.

Azione: cura i disturbi epatici e rigenera il sangue.

Uso: elimina la maggior parte dei disturbi epatici, il sanguinamento e risana le impurità del sangue.

Chiodo di garofano

Sapore: acre.

Proprietà: caldo.

Azione: riduce gli squilibri dell'Aria, cura i disturbi cardiaci e genera calore corporeo.

Uso: nella maggior parte dei diversi tipi di disturbi dell'Aria, angina pectoris, nella maggior parte delle affezioni cardiache; inoltre favorisce la digestione.

Conclusioni

Allo stato attuale, l'informazione in lingua italiana sulle sostanze della farmacologia tibetana è praticamente inesistente, per cui è necessario osservare la massima attenzione nell'identificare le piante e nel determinarne il loro uso. Occorre buon senso nell'utilizzare le informazioni dei testi medici tibetani, dato che alcune piante non curano affatto tutte le malattie, dalla testa ai piedi, come talvolta si può trovare scritto...

 

Spesso si è voluto sottoporre le piante medicinali tibetane agli esami della scienza moderna, ma ne è nato un problema. Si è infatti chiaramente constatato che talvolta droghe medicinali ben conosciute e rinomate, sottoposte ai test, hanno dato risultati nettamente negativi. Questo non dovrebbe però significare che le piante medicinali tibetane siano prive di proprietà curative. Può suggerire, al contrario, che i metodi d'esame vadano rivisti; oppure che i test clinici e farmacologici moderni a cui sono sottoposti gli estratti vegetali non siano così infallibili come riteniamo nel fornire valutazioni sulle proprietà di determinate sostanze. Queste, infatti, sono condizionate da vari fattori (il momento della raccolta, lo stadio di crescita della pianta, il luogo, l'habitat, eccetera). In molti casi l'efficacia di un medicamento può dipendere anche dall'effetto complessivo di tutta la pianta, piuttosto che da uno o alcuni dei suoi elementi. La ricerca nel campo delle piante medicinali tibetane è estremamente interessante e di ampi orizzonti; molte medicine vegetali vengono oggi usate come nell'antichità ed è assai probabile che alcune delle centinaia di piante impiegate nella farmacognosia tibetana abbiano effetti e proprietà curative sconosciute alla scienza moderna. L'esigenza di ricerca e studio, poi, è resa ancor più significativa dalle continue scoperte di nuovi effetti collaterali provocati da svariati farmaci allopatici.


Bibliografia