Obesità: il dimagrimento migliora il dolore lombare?

Ultima modifica 18.07.2019

A cura del Dott. Enrico Paoletti


La diffusione del sovrappeso sta aumentando in maniera preoccupante: in tutto il mondo si contano circa 300 milioni di obesi, tra adulti e bambini. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, in molti paesi europei  più della metà della popolazione adulta è al di sopra della soglia di "sovrappeso" e circa il 20-30 % rientra nella categoria degli obesi.
ObesitàL'allarme è preoccupante... se si pensa che in Italia l'obesità infantile è più diffusa che negli stessi Stati Uniti (dove i bambini tra i 6 e gli 11 anni e gli adolescenti tra i 12 e i 18 anni sono obesi in più del 15% dei casi), allora possiamo credere che questo problema sia in grado di diffondersi esageratamente in futuro, soprattutto se si considera il fatto che oltre la metà dei bambini in sovrappeso a 5 anni lo sarà anche in età adulta e lo stesso esito capita a 2 adolescenti su 3.
L'obesità non è una vera e propria patologia, ma come tale dev'essere affrontata per evitare, o per lo meno attenuare, le numerose complicanze che può determinare; il grasso superfluo, infatti, è uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di molte patologie. Tra queste le malattie cardiache e respiratorie, il diabete mellito non insulino dipendente o diabete di tipo 2, l'ipertensione, l'osteoartrosi a livello delle articolazioni portanti, le cervicalgie, le lombalgie e le lombosciatalgie, alcune forme di cancro e il rischio di morte precoce; inoltre non va dimenticata l'influenza negativa sulla qualità della vita ed il sopraggiungere di disturbi psicologici legati al senso di disagio.
I motivi che inducono le persone obese a perdere peso sono dunque numerosi, ma in base alle realtà scientifiche, il dolore lombare non è in cima alla lista.
L'importanza della perdita di peso nel soggetto obeso è da considerarsi sicuramente indubbia e l'attività fisica è uno dei mezzi migliori per ottenere risultati duraturi nel tempo e favorire un cambiamento fisiologico nel soggetto, con una forte ripercussione positiva sulla salute della persona stessa.  

Spesso, medici e  terapisti informano i propri pazienti sul fatto che l'obesità provochi mal di schiena e che questo disturbo possa aumentare in maniera proporzionale al carico ponderale. Alcuni raccomandano ai pazienti di dimagrire e sostengono che mantenendo un peso normale si possano prevenire problemi futuri alla colonna.

L'eziologia di molte condizioni dolorose del basso rachide rimane però tutt'ora sconosciuta; "attualmente identificare con una certa sicurezza gli esatti tessuti coinvolti nella maggior parte dei casi di dolore lombare è di fatto impossibile". La cosa certa è che la patogenesi del dolore lombare nell'obeso è in gran parte legata a stiramenti muscolo tendinei piuttosto che a sofferenze discali; il dolore lombare muscolo tendineo si osserva soprattutto in persone di mezza età, in sovrappeso, che conducono una vita sedentaria e che sono sottoposte continuamente a stress conseguenti ad attività lavorative, al mantenimento costante di posture errate, ma anche all'accentuarsi di conflitti interni: nel 30% dei casi la condizione dolorosa dipende da motivi organici, mentre nel rimanente 70% l'aspetto somatico è secondario rispetto agli effetti che stress emotivi hanno sul sistema nervoso centrale.

Il dolore lombare può comprendere il così detto dolore nocicettivo che proviene dalle articolazioni intervertebrali in degenerazione, il dolore neuropatico dovuto a compressione delle radici spinali da osteofiti o da ernia del disco, il dolore disregolatorio dovuto ad un ipertono riflesso dei muscoli della schiena ed il dolore psicosomatico relativo alle inadeguate capacità di adattamento del soggetto; inoltre, il dolore può insorgere in maniera improvvisa, acuta, in relazione ad uno sforzo o in modo graduale.

In generale i pazienti con un dolore muscolo legamentoso nel quale esiste un'evidente componente meccanica, riferiscono che la sintomatologia scompare con il riposo a letto e si accentua in posizione eretta o aumentando il carico, mentre altri pazienti con malattia del disco intervertebrale possono riferire un dolore acuto irradiato alle gambe specialmente quando tossiscono e starnutiscono.

Ovviamente, nel soggetto lombalgico ha molta importanza la sedentarietà e soprattutto l'incremento del peso corporeo: è ormai ben noto che l'obesità e/o il sovrappeso  costituiscano un fattoreaggravante di queste condizioni patologiche.

Le certezze epidemiologiche esistenti denotano una relazione causale, chiara, tra obesità e mal di schiena o meglio tra dimagrimento e assenza di questo. Esistono studi controllati dove si certifica che la diminuzione di peso allevi il mal di schiena e riduca il numero di ricadute; tuttavia, esistono ben poche convinzioni sul fatto che  il mantenimento di un peso normale prevenga il mal di schiena.


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