Controllare l'insulina fa dimagrire?

Controllare l'insulina fa dimagrire?
Ultima modifica 28.03.2023
INDICE
  1. Carboidrati e insulina
  2. Carico glicemico
  3. Indice glicemico
  4. Gestione dell'insulina
  5. Conclusioni

L'insulina è un ormone prodotto dalle cellule beta del pancreas e ha l'importante funzione di regolare il metabolismo glucidico in quasi tutti i tessuti del corpo umano.

Dunque, capire come e perché la secrezione di tale ormone è legata ai processi di dimagrimento, è di fondamentale importanza, sia  per ottimizzare la nostra alimentazione, sia il prezioso tempo speso ad allenarci.

In condizioni normali il pancreas risponde all'aumento della concentrazione di glucosio nel sangue, dovuta all'ingestione di un alimento, attraverso la secrezione di insulina, al fine di ristabilire a livello ematico una situazione di equilibrio. Essa, legandosi a specifici recettori cellulari, favorisce l'ingresso del glucosio all'interno delle cellule muscolari ed adipose, consentendo al corpo umano sia di utilizzarlo come fonte energetica, sia, qualora in eccesso, di trasformarlo in lipidi (azione liposintetica).

Nel corso di un'attività fisica prolungata, invece, all'interno dell'organismo si viene a creare una condizione di ipoglicemia, dovuta principalmente all'aumento della produzione di catecolamine ( adrenalina e noradrenalina). Questi due ormoni possiedono un importante effetto inibitorio sull'attività delle cellule beta del pancreas (e quindi sull'insulina) e permettono che gli acidi grassi liberati dai trigliceridi vengano mobilizzati ed usati come substrato energetico per i processi ossidativi.

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Carboidrati e insulina

Ma è giusto limitare l'utilizzo dei carboidrati alla sola dose prima e dopo di un duro allenamento affinché non si verifichi un brusco innalzamento della glicemia? E' questo l'unico modo per ottenere quella calma insulinica tanto importante ai fini del nostro dimagrimento?

Ebbene no.

Infatti, l'organismo è perfettamente in grado di gestire i carboidrati anche nel resto della giornata; questo, a patto che l'apporto calorico complessivo sia adeguato e si adottino una ripartizione dei pasti e dei nutrienti "ragionevoli".

Per i soggetti colpiti da insulino-resistenza invece, il discorso cambia.

In caso di sovrappeso - quasi sempre implicato nell'eziopatogenesi della resistenza insulinica - è fondamentale prima di tutto instaurare un bilancio calorico negativo previa dieta ipocalorica, meglio se in presenza di un adeguato livello di attività motoria.

Inoltre, può essere un buon accorgimento gestire l'alimentazione in modo da:

  1. mantenere ai margini inferiori la frazione dei carboidrati - ma sempre nel range di normalità;
  2. non creare grossi carichi glicemici;
  3. prediligere cibi e "pasti" a basso indice glicemico.

Carico glicemico

Il carico glicemico prende in esame, oltre ai relativi valori numerici dell'alimento, anche la quantità delle porzioni. Nel caso del miele, ad esempio, che è tra gli alimenti a più alto IG, non si può non tenere conto della difficoltà di mangiarne 100 grammi in un unico pasto.

Indice glicemico

L'indice glicemico, attribuendo un valore che va da 0 a 100 al singolo alimento, ci fornisce una classificazione in base alla velocità di innalzamento della glicemia.

Perciò, il giusto passo di partenza per dimagrire efficacemente in caso di resistenza insulinica - conclamata o sospetta o borderline - sarebbe orientare le nostre scelte verso tutti gli alimenti a basso indice glicemico.

Per i soggetti sani invece, non è sicuramente bandendo tutti gli altri prodotti che si otterranno maggiori risultati.

Gestione dell'insulina

Poiché l'insulina viene stimolata dall'assunzione di nutrienti energetici, è possibile stabilire anche un indice insulinico - e, volendo, anche un carico.

Si tratta comunque di parametri poco interessanti da valutare nelle persone sane, per varie ragioni. Ad esempio perché l'insulina non viene stimolata solo dai carboidrati, ma anche dai grassi e dalle proteine; ma anche perché un maggior picco insulinico determina un più rapido rientro del parametro glicemico, il che è di fatto un effetto positivo.

E' vero che l'insulina ostacola il processo catabolico del tessuto adiposo, ma è anche vero che lo fa solo nel momento in cui si alza; non di meno, si rende indispensabile per il ripristino delle scorte di glicogeno e per ostacolare i processi catabolici anche sul muscolo.

Conclusioni

Sarebbe quindi opportuno non eliminare i cibi ad alto indice glicemico dalla nostre tavole, ma semplicemente limitarne le quantità.

Inoltre, la cottura e la combinazione di diversi nutrienti giocano un ruolo importante nella probabile variazione dei valori corrispondenti al singolo alimento.

In  conclusione, è errato dare eccessiva ed esclusiva importanza al concetto di IG, trascurando poi i carichi, i valori dopo la cottura e le giuste combinazioni dei nutrienti.

Alimentarsi con intelligenza è una delle chiavi per non rendere vane ed inutili le ore trascorse in palestra per allenarsi.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer