Filtri Solari e Abbronzatura
Ultima modifica 18.06.2020
INDICE
  1. Introduzione
  2. Cosa Sono
  3. Tipi
  4. Filtri Fisici
  5. Filtri Chimici
  6. Caratteristiche

Introduzione

I filtri solari sono composti utilizzati nella formulazione dei prodotti solari.

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I prodotti solari sono considerati come prodotti cosmetici a tutti gli effetti il cui uso è destinato all'applicazione sulla cute allo scopo di proteggerla dai raggi ultravioletti (siano essi naturali o artificiali) preparando la pelle al sole, in particolare, di tipo A e di tipo B (UVA e UVB). Gli ingredienti che conferiscono queste proprietà protettive sono proprio i filtri solari.

Generalmente, i prodotti solari non contengono un unico filtro, bensì una miscela di più sostanze al fine di ottenere un grado di protezione idoneo.

Comunemente, i filtri solari vengono suddivisi in due categorie: filtri fisici e filtri chimici; anche se, come vedremo nel corso dell'articolo, una simile suddivisione potrebbe risultare impropria, benché ormai comune e consolidata.

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Cosa Sono

Cosa Sono i Filtri Solari?

Nell'articolo 2 del regolamento CE n.1223/2009 del 30 novembre 2009 sui prodotti cosmetici, i filtri UV vengono definiti come "sostanze destinate esclusivamente o prevalentemente a proteggere la pelle da determinate radiazioni UV attraverso l'assorbimento, la riflessione o la diffusione delle radiazioni UV".

Entrando più nel dettaglio, i filtri solari sono composti chimici aventi differente struttura, ma tutti capaci - in misura più o meno intensa - di assorbire, diffondere e/o riflettere i raggi ultravioletti; per tale ragione, essi vengono impiegati all'interno dei prodotti solari. Tuttavia, non tutte le molecole dotate delle suddette proprietà possono essere utilizzate all'interno dei prodotti cosmetici. Difatti, i filtri solari che possono essere definiti tali e utilizzati all'interno di preparazioni cosmetiche sono regolamentati dalla normativa vigente e il loro elenco è presente nell'allegato VI del regolamento CE n.1223/2009 e successive modifiche sopra citato.

Tipi

Quanti Tipi di Filtri Solari Esistono?

I filtri solari vengono abitualmente suddivisi in due gruppi: filtri chimici e filtri fisici. In verità, una distinzione che utilizza una terminologia di questo tipo potrebbe essere fuorviante e non propriamente corretta. Difatti, tutti i filtri solari sono composti chimici in grado di proteggere - attraverso differenti meccanismi d'azione - la pelle dai raggi UV. Tutti i filtri solari sono, infatti, in grado di assorbire, riflettere o diffondere le radiazioni ultraviolette in maniera più o meno accentuata: alcuni di essi ne assorbono una piccola porzione e ne riflettono la maggior parte; altri, invece, presentano capacità assorbenti la radiazione maggiori. Nei capitoli successivi, la differenza fra queste tipologie di filtri solari verrà meglio descritta.

Ad ogni modo, il regolamento europeo sui prodotti cosmetici, attualmente (Maggio 2019), autorizza l'uso di circa una trentina di filtri UV.

Filtri Fisici

Filtri Fisici: Cosa Sono e Proprietà

Si definiscono filtri fisici quei filtri capaci di riflettere e/o diffondere le radiazioni ultraviolette. Tuttavia, è bene precisare che ciò non significa necessariamente che i filtri solari classificati come fisici non siano in grado di assorbire i raggi UV, solo non lo fanno in maniera significativa e il meccanismo con il quale esercitano la loro azione protettiva consiste prevalentemente nella riflessione/dispersione degli ultravioletti.

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I filtri fisici vengono anche chiamati filtri inorganici o insolubili. Si tratta, infatti, di molecole inorganiche (nel linguaggio chimico, significa che non presentano atomi di carbonio all'interno della loro struttura) e, più precisamente, di ossidi che - una volta applicati - si presentano in forma di particolato (da qui, probabilmente, deriva il nome di filtri fisici).

Con le modifiche al regolamento CE n.1223/2009 del 2009, attualmente, sono ammessi i seguenti filtri fisici all'interno dei prodotti solari:

Il regolamento sui prodotti cosmetici determina anche la concentrazione massima di filtro che si può utilizzare nel prodotto finito e quali caratteristiche devono possedere le particelle, in particolare, quelle che si trovano in forma "nano" (diametro, solubilità, purezza, rivestimento, ecc.).

Lo stesso regolamento, inoltre, specifica che questa tipologia di filtri non deve essere utilizzata "nelle applicazioni che possano comportare un'esposizione dei polmoni dell'utilizzatore finale per inalazione" (ad esempio, prodotti spray).

Filtri fisici: proprietà e vantaggi

I filtri fisici sono fotostabili, non reagiscono con i filtri chimici e vengono spesso usati in associazione a questi, anche ad elevate concentrazioni, determinando un effetto sinergico che permette di raggiungere valori molto elevati di SPF (Sun Protection Factor - Fattore di Protezione Solare).

Filtri fisici: svantaggi e controversie

Una volta applicati sulla cute, i filtri fisici tendono a dare origine al cosiddetto "effetto bianco" o "effetto fantasma", poiché - oltre a riflettere le radiazioni ultraviolette - riflettono anche la luce visibile. L'utilizzo di nanoparticelle dovrebbe risolvere questo problema, o perlomeno dovrebbe ridurlo. Di contro, l'uso di filtri fisici in forma di nanoparticelle ha suscitato alcuni dubbi in merito alla loro sicurezza d'uso. Secondo alcuni studi, infatti, le particelle di così piccole dimensioni possono essere assorbite dalla pelle causando danni, soprattutto se l'applicazione si protrae per lunghi periodi. D'altro canto è bene precisare che, normalmente, se una data molecola ha ricevuto l'autorizzazione per poter essere utilizzata all'interno di prodotti cosmetici, questo significa che ha superato tutti i test destinati a determinarne efficacia e sicurezza d'uso.

Filtri Chimici

Filtri Chimici: Cosa Sono e Proprietà

Si definiscono filtri chimici tutti quei filtri solari capaci di assorbire le radiazioni UV attraverso un meccanismo d'azione che potrebbe essere definito come analogo a quello esercitato dalla melanina, il pigmento naturale responsabile dell'abbronzatura.

Più nel dettaglio, i filtri chimici assorbono le radiazioni elettromagnetiche ultraviolette restituendole sotto forma di altra energia, non pericolosa per la pelle.

I filtri chimici sono anche noti con il nome di "filtri organici" e, a differenza di quelli fisici, quando applicati sulla pelle, non conferiscono il cosiddetto "effetto bianco".

I filtri solari chimici approvati per l'utilizzo all'interno di prodotti cosmetici sono diversi e possono essere così suddivisi:

  • Filtri chimici UVA, fra cui rientrano:
    • I derivati del benzofenone;
    • I derivati del di-benzoilmetano.
  • Filtri chimici UVB, fra cui rientrano:
    • I derivati dell'acido para-amminobenzoico;
    • I derivati dell'acido salicilico;
    • I derivati dell'acido cinnamico;
    • I derivati della canfora;
    • Derivati a struttura varia (antranilati, fenil-benzimidazosulfonati, ecc.).

Anche in questo caso, l'elenco di tutti i filtri chimici il cui impiego è ammesso nella preparazione di prodotti cosmetici - quindi di prodotti solari - è riportato nell'allegato VI del regolamento CE n.1223/2009 del 30 novembre 2009 e successive modifiche.

Caratteristiche

Caratteristiche che i Filtri Solari dovrebbero possedere

Indipendentemente dalla molecola presa in considerazione, un buon filtro solare - per essere ritenuto tale - dovrebbe possedere i seguenti requisiti:

  • Avere un ampio spettro d'assorbimento (280 -380 nm).

Nota: poiché difficilmente è possibile coprire l'intero spettro con un unico filtro, nei prodotti solari si utilizzano miscele di filtri fisici e chimici.

  • Avere buona stabilità chimica e buona fotostabilità;
  • Avere un elevato coefficiente di estinzione;
  • Avere buona solubilità, compatibilità e stabilità nel prodotto finito (incluso il packaging);
  • Avere un buon profilo tossicologico (tossicità acuta e a lungo termine molto basse, assenza di fototossicità, non sensibilizzante, non fotosensibile, assenza di assorbimento percutaneo);
  • Avere un'azione di superficie e non essere assorbito;
  • Non essere irritante ed essere ben tollerato da cute e mucose;
  • Non deve causare scolorimento della pelle e dei tessuti;
  • Essere il più possibile inodore.