Ultima modifica 30.07.2019

Infezioni correlate all'HPV

Acronimo di Papilloma Virus Umano, l'HPV è coinvolto in lesioni iperprolifrative localizzate in svariati distretti mucosali e cutanei, inclusi vulva, cervice, vagina, ano e rivestimento di bocca e gola; papillomavirusè curioso come il Papilloma virus sia responsabile della manifestazione sia dei condilomi acuminati o verruche genitali (di semplice risoluzione), sia di carcinomi alla cervice uterina, potenzialmente letali.
Si ritiene che le infezioni da HPV rientrino tra le più frequenti malattie sessualmente trasmesse: si stima che una cospicua parte delle donne (compresa tra il 75 ed il 90%) abbia contratto, almeno una volta nella vita, il virus. Da sottolineare che, fortunatamente, l'efficienza del sistema immunitario di molte donne è in grado di debellare il virus senza necessità di intervento farmacologico.


Le probabilità che l'infezione da Papilloma Virus non venga debellata in tempi ristretti dal sistema immunitario è fortemente condizionata dal genotipo di HPV contratto e risulta chiaramente più elevata per le varianti ad elevato rischio oncogeno.

Analisi microbiologica

Il virione di HPV è un patogeno privo di pericapside (virus nudo), a struttura icosaedrica: è rivestito da un capside icosaedrico dalle dimensioni di 50 nm di diametro. Il capside, a sua volta, è costituito da 72 capsomeri (12 pentameri e 60 esameri), originanti una protuberanza a 5 punte, con una sorta di nucleo centrale. Sono due le proteine che formano il capside:

  • Proteina L1, o proteina maggiore, comune a tutte le varianti di Papilloma virus Umano: costituisce l'80% delle proteine del virus. Si ritiene possibile che la maggior parte degli anticorpi venga prodotta proprio contro questa proteina.
  • Proteina minore o L2: completa il restante 20%. Non è costante nelle varie forme di Papilloma Virus Umano.

Dalle ricerche scientifiche microbiologiche, si osserva che 7.900 paia di basi costituiscono una singola molecola di genoma virale: il DNA del virus è circolare e covalentemente chiuso.

Genotipi e classificazione

Il termine Papilloma è composto da un prefisso "papilla", di derivazione latina, e da un suffisso "-oma", che letteralmente significa "pustola tumorale".
I Papilloma Virus, estremamente eterogenei in termini di composizione, appartengono alla famiglia delle Papillomaviridae e al genere dei Papillomavirus.
Esistono numerosi ceppi di Papilloma Virus: ad oggi ne sono stati identificati oltre 120, ma si presume che il numero di genotipi sia in continua crescita. Tra gli oltre 100 sierotipi di Papilloma virus scientificamente isolati, è stata effettuata una classificazione in 16 gruppi, distinti con le lettere dell'alfabeto greco comprese tra la A e la P. Più precisamente, questi virus sono classificati sulla base di più fattori:

  1. sequenza nucleotidica
  2. posizione filogenetica
  3. potenziale oncogeno

Inoltre, i Papilloma Virus sono catalogati in funzione del sito d'azione: alcuni esercitano il proprio potere patogeno a livello della cute (prevalentemente HPV di tipo beta), altri sono specifici per arrecare danno alle mucose (HPV alfa).
I genotipi di Papilloma Virus Umano sono altresì classificati in tre livelli, in funzione del possibile rischio oncogeno:

  • Alcuni tra i genotipi HPV ad alto rischio oncogeno sono HPV 13, HPV 16, HPV 18, HPV 31, HPV 33, HPV 35, HPV 39, HPV 45, HPV 51, HPV 52, HPV 56, HPV 58, HPV 59, HPV 68, HPV 73, HPV.
  • Gli HPV 26, 53 e 66 sono catalogati come "genotipo a probabile alto rischio"
  • Gli altri genotipi HPV, in particolare il 6 e l'11 (i più diffusi), presentano un bassissimo rischio di degenerazione in tumore: si tratta, infatti, dei genotipi coinvolti nella formazione dei condilomi genitali.

Fortunatamente, la stragrande maggioranza dei virus appartenenti alla famiglia delle Papillomaviridae non arreca lesioni pericolose od allarmanti, basti pensare alle verruche cutanee che, per quanto fastidiose, non rientrano certo tra le lesioni dermatologiche gravi. Tra i papilloma virus, tuttavia, una ristretta minoranza è imputata di indurre una trasformazione maligna delle cellule coinvolte, dunque tumore, specie a livello del collo dell'utero, dell'ano, dell'esofago, della laringe e del cavo orale.

Nell'immagine sottostante si evince chiaramente come l'HPV 16 sia il sierotipo responsabile del maggior numero (53.5%) di carcinomi della cervice uterina attribuibili al papilloma virus umano; il contributo aggiuntivo dell'HPV 18 e del 17,2%: come anticipato, HPV 16 ed HPV 18 sono quindi responsabili, da soli, di oltre il 70% dei carcinomi della cervice uterina attribuibili al papilloma virus umano.

Papillomavirus incidenza cancro collo dell'utero


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Dopo il tumore al seno, il tumore maligno dovuto ad HPV è il più diffuso tra le donne: si stima che ogni anno, nel Nostro Paese, più di 3.000 nuove donne vengano colpite da questa forma tumorale che colpisce il collo dell'utero