Febbre Gialla: cos’è? Come si prende? Sintomi e vaccino

Febbre Gialla: cos’è? Come si prende? Sintomi e vaccino
Ultima modifica 08.11.2023
INDICE
  1. Cos’è
  2. Cause e zone a rischio
  3. Come si trasmette
  4. Sintomi e conseguenze
  5. Diagnosi
  6. Trattamento
  7. Vaccino e prevenzione

Cos’è

Febbre Gialla: cos’è?

La febbre gialla è una malattia infettiva acuta causata dal virus della febbre gialla e trasmessa dalla puntura di zanzare.

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L'insorgenza dei sintomi è improvvisa e, di solito, avviene 3-5 giorni dopo l'infezione, con forte cefalea, artralgie e dolori muscolari; l'ittero può comparire il terzo giorno e indica una prognosi infausta. La malattia può causare un ampio spettro di sintomi, da lievi a fatali (se evolve in epatite virale acuta o febbre emorragica). Nelle manifestazioni epidemiche, la mortalità per febbre gialla può arrivare al 50%, paragonabile a quella di Ebola, Marburg e altre infezioni virali emorragiche.

La febbre gialla è endemica nell'Africa sub-Sahariana e nelle regioni equatoriali e tropicali dell'America centrale e meridionale, ma è motivo di preoccupazione in quanto i potenziali vettori potrebbero diffondersi e stabilirsi in Asia, Europa ed Australia.

Febbre Gialla o vomito nero

Il nome "febbre gialla" fu coniato per la prima volta intorno alla metà del Settecento da Hughes.

La febbre gialla è comunemente nota come vomito nero (per via del vomito caffeano tipico delle forme gravi), febbre delle Antille o, ancora, come tifo itteroide.

Cause e zone a rischio

Quali sono le cause della Febbre Gialla?

La febbre gialla è causata da un virus, noto come virus della febbre gialla (famiglia: Flaviviridae, genere: Flavivirus); questo presenta forma sferica e non supera i 70 nm. L'involucro, lipoproteico, racchiude un nucleocapside icosaedrico dove, al suo interno, si localizza la proteina del core ed il genoma (RNA a singola elica).
Doveroso è precisare che l'infezione della febbre gialla non può essere trasmessa direttamente dal virus all'uomo: le zanzare del genere Aedes sono i vettori, responsabili quindi della trasmissione del virus all'essere umano. Con ogni probabilità, la zanzara più pericolosa per la trasmissione dell'infezione è Aedes aegypti: si tratta di un insetto originario dell'Africa, ma attualmente diffuso nelle zone tropicali in genere.
La zanzara infettata inocula il virus della febbre gialla all'uomo, tramite il morso: il virus si replica, prediligendo le cellule epatiche, ma non risparmia reni e tubo digerente. Ne consegue una degenerazione eosinofila delle cellule del fegato e necrosi cellulare; successivamente, si forma l'ittero, provocato da iperbilirubinemia ed insufficienza epatica grave (da qui il nome "febbre gialla").

Ciclo vitale del virus

Il virus responsabile della febbre gialla presenta due tipologie di ciclo vitale: silvestre ed urbano.

1. Ciclo urbano

L'uomo, dopo essere infettato dal virus, rimane serbatoio naturale: la trasmissione dell'infezione avviene tramite la zanzara Aedes aegypti. Questa zanzara è anche il principale vettore urbano dei virus dengue e chikungunya.

2. Ciclo silvestre

Non è l'uomo che rappresenta il serbatoio, ma le scimmie, infettate da puntura di zanzara Haemagogus spp, Sabethes spp. ed Aedes africanus.

Febbre Gialla: ruolo delle zanzare

Negli ambienti urbani, la specie che interviene maggiormente nella trasmissione della malattia è la zanzara Aedes aegypti. Tuttavia, nelle zone forestali, possono fungere da vettori anche altre specie di zanzare (genere Hemagogus).

La febbre gialla è mantenuta in natura, quindi, grazie ad un ciclo urbano (le zanzare si infettano circa 2 settimane prima, nutrendosi di una persona con viremia) ed un ciclo silvestre (gli insetti acquisiscono il virus dai primati selvatici).

L'incidenza è più alta durante la stagione in cui si registra il picco di precipitazioni in Sud America e durante la fase tardiva della stagione delle piogge e quella iniziale della stagione secca, in Africa.

Febbre gialla: quali sono le zone a rischio?

La febbre gialla è una malattia che si trova allo stato endemico in America e in Africa, tra il 15° parallelo Nord e il 10° parallelo Sud.

In Africa, l'incidenza è più alta nelle zone della savana dell'Africa centrale e occidentale, durante la stagione delle piogge, con saltuarie epidemie in zone urbane e in villaggi.

In America centrale e meridionale, endemiche sono alcune regioni equatoriali e tropicali: gli episodi sono sporadici e si verificano soprattutto durante la stagione in cui si registra il picco di precipitazioni e di umidità; rarissimi sono i casi di turisti contagiati.

L'Organizzazione mondiale della sanità stima che si verifichino 200.000 casi all'anno in Africa, mentre sarebbero circa 100-200 i casi all'anno in Sud America.

Come si trasmette

Come si prende la Febbre Gialla?

Il virus della febbre gialla non si trasmette per contagio interumano diretto, ma soltanto tramite la puntura di zanzare infette appartenenti al genere Aedes (negli ambienti urbani), Haemagogus e altre zanzare silvestri (nella giungla). La specie maggiormente coinvolta nella trasmissione della febbre gialla, sia in Africa che in America, è l'Aedes aegypti.

Febbre gialla: per quanto si è contagiosi?

Le persone colpite da febbre gialla (sia in forma apparente, sia asintomatiche) sono infettanti per le zanzare che le pungono da poco prima della comparsa della febbre per tutta la durata del periodo febbrile (in media 5 giorni). Nutrendosi di una persona con viremia, le zanzare diventano infettanti dopo circa 2 settimane dal pasto di sangue e rimangono tali per tutta la durata della loro vita.

Per prevenire l'ulteriore diffusione della febbre gialla, è necessario evitare ulteriori punture di zanzare in persone ammalate con l'isolamento delle stesse in ambienti protetti da zanzariere, tenendo in considerazione le abitudini "diurne" di questi insetti. Dopo il superamento dell'infezione o della malattia conclamata, l'individuo colpito acquisisce un'immunità che dura per tutta la vita.

Sintomi e conseguenze

Dopo quanto dalla puntura si manifesta la Febbre Gialla?

Dal momento della puntura della zanzara infetta, il periodo di incubazione della febbre gialla dura 3-6 giorni.

Quali sono i sintomi della Febbre Gialla?

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La febbre gialla può manifestarsi con vari gradi di gravità: esistono forme che decorrono in modo asintomatico, lieve o molto grave

L'esordio è improvviso, con:

Nella febbre gialla, la frequenza cardiaca, spesso rapida all'inizio, dal secondo giorno diviene tipicamente bassa, in modo discordante rispetto l'innalzamento della temperatura corporea (segno di Faget).

Altri sintomi comuni comprendono:

Nella maggior parte dei casi, la febbre gialla tende a risolversi dopo questi sintomi iniziali, con progressione verso la convalescenza entro una settimana dal loro esordio.

Nei casi gravi (15%), invece, la febbre va in remissione per un breve periodo di ore o un giorno, per poi ripresentarsi segni caratteristici quali:

Inoltre, compaiono o si accentuano le manifestazioni emorragiche (petecchie e sanguinamento dal naso, dalle gengive e dall'apparato gastro-intestinale).

Nella fase terminale della forma più severa di febbre gialla, denominata maligna, si manifestano emorragie spontanee (vomito caffeano), delirio, convulsioni, coma e infine shock e insufficienza di molti organi (insufficienza renale ed epatica, coagulopatia, ittero grave ecc.). Circa il 20-50% delle persone che sviluppano una malattia grave può morire; nel resto dei casi, la convalescenza è lunga, spesso con sequele significative.

Diagnosi

La diagnosi si basa su emocromo, analisi delle urine, colture virali e test sierologici; l'albuminuria aiuta a differenziare la febbre gialla dall'epatite.

Febbre Gialla: cosa fare in caso di sospetto contagio

La diagnosi della febbre gialla non è semplice, in quanto il quadro clinico può presentarsi con una sintomatologia difficile da distinguere rispetto a quello di altre febbri emorragiche virali, malaria, febbre tifoide, leptospirosi, dengue ed epatite. La febbre gialla va sospettata in pazienti in un'area endemica che sviluppano una febbre improvvisa con bradicardia e ittero. Esami di laboratorio eseguiti in una struttura ospedaliera qualificata consentiranno di confermare o escludere la diagnosi.

Esami per la diagnosi della Febbre Gialla

Le tecniche diagnostiche principali comprendono l'emocromo, le analisi delle urine, i test di funzionalità epatica, le colture cellulari e la retro-trascrizione con la reazione a catena della polimerasi (RT-PCR). La conferma viene effettuata sulla base della presenza di anticorpi specifici riscontrati mediante esami sierologici, come l'ELISA (enzyme-linked immunosorbent assay).

Trattamento

Febbre Gialla: come si cura?

Al momento, non esiste una terapia specifica per la febbre gialla: il trattamento è soprattutto di supporto. Il riposo, la somministrazione di fluidi intravenosi e l'uso di analgesici e antipiretici possono alleviare i sintomi quali febbre e dolore. Alcuni farmaci dovrebbero essere evitati, come l'aspirina o altri farmaci antinfiammatori non steroidei (come ibuprofene e naprossene), perché questi possono aumentare il rischio di sanguinamento.

Vaccino e prevenzione

La prevenzione si basa sulla vaccinazione e sul controllo del vettore mediante interventi periodici di disinfestazione. Per limitare le punture di zanzara, inoltre, è possibile ricorrere a insetticidi contenenti dietiltoluamide (DEET), zanzariere e indumenti protettivi.

Esiste un vaccino per la Febbre Gialla?

La febbre gialla si può prevenire mediante una vaccinazione che conferisce un'immunità di lunga durata (superiore a 10 anni), efficace nel 90-95% dei riceventi. Il vaccino, attualmente approvato dall'Organizzazione mondiale della sanità, è costituito dal virus della febbre gialla di ceppo 17D, vivo e attenuato, coltivato su embrione di pollo. Il vaccino viene in somministrato con un'iniezione nella parte alta del braccio in dose singola, da rinnovare ogni 10 anni. Gli anticorpi protettivi compaiono dopo 7-10 giorni dall'inoculazione. La vaccinazione, oltre ad essere obbligatoria per alcune destinazioni, è comunque raccomandata per i viaggiatori diretti nelle aree endemiche dell'Africa e dell'America.

Il vaccino contro la febbre gialla, invece, è controindicato nei bambini prima dei 4 mesi e nelle donne in gravidanza; si raccomanda inoltre particolare cautela nelle persone allergiche alle proteine di pollo o alle uova, nei soggetti immuno-compromessi per effetto di malattie o di terapie, nei bambini al di sotto di 9 mesi e nei soggetti anziani.

Febbre gialla: quando è meglio vaccinarsi?

Allo scopo di prevenire il contagio del viaggiatore diretto in aree endemiche, è indicata la vaccinazione profilattica contro la febbre gialla, a cui sottoporsi almeno 10 giorni prima della partenza. Il vaccino può essere somministrato presso Centri autorizzati dal Ministero della salute.

Dopo la vaccinazione, il paziente riceve dal medico un certificato internazionale (Mod. 33-E) con validità legale per almeno 10 anni, da esibire obbligatoriamente come condizione per l'ingresso sul territorio di molte aree endemiche o a rischio di febbre gialla, come nei Paesi dell'America meridionale e dell'Africa equatoriale.

Oltre a proteggere in caso di eventuale esposizione al virus della febbre gialla le persone che si recano in una zona endemica, la vaccinazione ha anche lo scopo prevenire l'importazione e la diffusione internazionale della malattia in Paesi potenzialmente a rischio (aree caldo-umide e già infestate dalle zanzare vettori).

Prevenzione delle punture di zanzara e consigli per i viaggiatori

Il modo migliore per prevenire l'infezione da virus della febbre gialla è quello di evitare le punture di zanzara. Il controllo dell'agente infettivo si basa sulla riduzione dei siti che supportano la riproduzione dei vettori, come i contenitori pieni d'acqua naturali e artificiali. Questa misura richiede la mobilitazione delle intere comunità colpite. Il contatto diretto con le zanzare costituisce un fattore di rischio significativo per la febbre fialla, così come per altre malattie trasmesse da questi insetti. Chi intraprende un viaggio in una zona endemica per la febbre gialla corre il potenziale rischio di infettarsi. Da questo punto di vista, le categorie maggiormente a rischio, come le donne in gravide, soggetti con malattie croniche e immunocompromessi, dovrebbero usare la massima cautela. In generale, i viaggiatori possono proteggersi prevenendo le punture di zanzara. I consigli di prevenzione sono simili a quelli per altre malattie virali trasmesse da zanzare, come la dengue, la chikungunya o la febbre del Nilo occidentale (West Nile).

Seguire le seguenti precauzioni generali può ridurre l'eventuale contatto con il vettore:

  • Usare repellenti per insetti sulla pelle esposta. Questi prodotti dovrebbero contenere DEET (N, N-dietil-3-metilbenzamide), IR3535 o picaridin. Seguire sempre le istruzioni riportate sull'etichetta del repellente e considerare che il sudore ne riduce l'effetto. Donne gravide e bambini dovrebbero consultare il proprio medico prima di utilizzare questi prodotti, mentre particolare attenzione va posta ai bambini di età inferiore ai 3 mesi, per i quali l'utilizzo è invece sconsigliato.
  • Indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi, che non lascino scoperte parti del corpo di colore chiaro, perché gli indumenti scuri attraggono le zanzare. È importante ricordare che alcune zanzare portatrici della malattia non sono attive solo nelle ore serali, ma anche durante il giorno.
  • Utilizzare zanzariere su finestre e porte per impedire l'ingresso alle zanzare nelle stanze in cui si soggiorna (meglio se impregnate con sostanze repellenti). Anche per coloro che dormono durante il giorno, in particolare bambini, malati o anziani, le zanzariere trattate con un'insetticida offrono una buona protezione.
  • Le zanzare Aedes vivono in una vasta gamma di habitat e possono riprodursi in piccoli ristagni d'acqua. Questi possono raccogliersi nei pneumatici, vasi da fiori, lattine, piscine per bambini, tubi di scarico e tutti gli altri contenitori aperti. Prevenire la formazione di acqua stagnante è una misura per impedire alle zanzare di proliferare.
  • Quando è necessario, è possibile ricorrere a prodotti chimici o alla lotta biologica contro il vettore (larve e zanzare adulte);
  • Infine, è molto importante che i pazienti viremici evitino di essere punti dalle zanzare Aedes, per non agevolare l'ulteriore diffusione del virus della febbre gialla.

Approfondimento: come vennero identificate le zanzare quali vettore della Febbre gialla

Agli inizi del 1900, Jesse William Lazear (1866-1900), giovane medico ed esperto di microbiologia clinica, si recò nell'arcipelago cubano, uno dei principali focolai della febbre gialla, per studiarne l'eziologia e le modalità di trasmissione.

Lazear era membro della "Yellow Fever Board", commissione statunitense di esperti che indagava la patogenesi della malattia che faceva diventare "più gialli di una mela", per via dell'ittero (da cui il nome "febbre gialla", coniato da Hughes nel 1750).

Per rintracciare le sue origini, il gruppo di ricerca decise di capire se la febbre gialla fosse veicolata dalle zanzare, come suggeriva l'ipotesi avanzata dal medico cubano Carlos Juan Finlay, tra il 1865 e il 1881.

Allo scopo di testare questa teoria, alcuni volontari sani si prestarono alla causa facendosi pungere da zanzare presumibilmente infette e vettori della malattia. Lo stesso Lazear venne punto da una zanzara il 13 settembre 1900, contrasse la febbre gialla e morì due settimane dopo.

Il decesso del medico e le infezioni dei volontari servirono a dimostrare che le zanzare erano il vettore della malattia, quindi Finlay aveva ragione.

Ricerche più approfondite permisero di stabilire che l'agente eziologico della febbre gialla era un virus appartenente al genere Flavivirus.

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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici