Ultima modifica 25.10.2019

Definizione

In assenza di patologie infettive a carico del sistema nervoso centrale, le convulsioni febbrili delineano episodi convulsivi, critici o meno, tipici dei bambini di età compresa tra 6 mesi e 6 anni. Le convulsioni in corso di patologie febbrili sembrano costituire una tra le affezioni neurologiche più comuni dell’età pediatrica.
Per definirsi tale, una convulsione febbrile dev’essere scatenata da una condizione di iperpiressia (febbre > 38 °C*) durante una patologia di natura extra-cerebrale (almeno in apparenza).


*38°C: rialzo termico minimo approssimativo a cui facciamo riferimento per ipotizzare una possibile manifestazione della convulsione febbrile. È doveroso puntualizzare che il rialzo termico minimo di cui stiamo discutendo varia (ed è variato) nel tempo in base alle metodiche di misurazione, alle statistiche e alle società scientifiche. Nel contesto delle convulsioni febbrili, il valore dei 38°C esprime il minimo valore di temperatura corporea stabilito dall’American Academy of Pediatrics.


L’osservazione del bambino nel pieno di una crisi convulsiva febbrile è spesso allarmante e shoccante per molte madri. Numerose donne, guardando il proprio figlio durante una crisi convulsiva febbrile, non riescono a valutare con sufficiente approssimazione la durata della convulsione: in simili circostanze, anche pochi secondi possono sembrare minuti. Questo parametro, come vedremo nel corso della disquisizione, risulta fondamentale per ipotizzare l’eventuale compromissione delle attività neurologiche del bambino.
Si stima che una percentuale pari al 2-4% dei bambini europei sia colpita da una forma di convulsione febbrile, il cui picco d’incidenza si osserva intorno ai 18 mesi d’età. Ad ogni modo, la stragrande maggioranza delle convulsioni febbrili risulta innocua per il piccolo paziente, dunque è assai improbabile che un bambino sano riporti lesioni permanenti a seguito di una crisi convulsiva simile.
Vediamo ora di approfondire le varie forme di convulsioni febbrili, dunque le cause, i sintomi e le terapie disponibili.

Classificazione

Le convulsioni febbrili possono essere distinte in due macrogruppi: le forme semplici e le varianti complesse.

Convulsioni febbrili semplici

Per definirsi “semplici”, le convulsioni febbrili devono dipendere da una crisi convulsiva generalizzata* di durata inferiore ai 15 minuti. In genere, queste variante si presenta nei bambini sani di età compresa tra 6 mesi e 6 anni, presentanti uno sviluppo psicomotorio normale. In simili circostanze, la causa risiede nell’iperpiressia (febbre), NON in un’affezione del SNC.
Le convulsioni febbrili semplici non si ripetono più di una volta entro le 24 ore dal primo episodio. I bambini colpiti presentano un encefalogramma normale e possono avere una certa predisposizione genetica per le convulsioni febbrili.

Convulsioni febbrili complesse

Le convulsioni febbrili complesse sono definite anche “ad alto rischio”, dal momento che possono degenerare in epilessia. Le crisi convulsive possono essere focali**,parziali o lateralizzate***, di durata superiore ai 15 minuti (un singolo episodio) o di 30 minuti (episodi ripetuti anche nelle 24 ore). Il target delle crisi convulsive febbrili può essere costituito anche da bambini più piccoli di 6 mesi o più grandi di 6 anni. L’encefalogramma di questi malati è generalmente alterato (indipendentemente dalla crisi convulsiva in atto o imminente). La maggior parte dei pazienti colpiti presenta una familiarità positiva per l’epilessia e/o per anomalie neurologiche.
Se una seconda crisi convulsiva febbrile si manifesta entro il 15° minuto dalla somministrazione di un farmaco anticonvulsivante (utilizzato per trattare la prima crisi convulsiva), il paziente è quasi sicuramente affetto dalla variante “complessa” delle convulsioni febbrili.
Si parla precisamente di stato di male febbrile quando la convulsione si prolunga per oltre 30 minuti o si caratterizza per più crisi convulsive brevi, senza il ripristino della coscienza del malato. In simili frangenti, le crisi sono prevalentemente di tipo “clonico”,  e tendono a manifestarsi in età superiore ai 18 mesi.
Tra le forme complesse ricordiamo brevemente anche le convulsioni febbrili unilaterali: queste possono perdurare per breve tempo o per molto tempo. Nel primo caso, è possibile che il bambino – generalmente affetto da encefalopatia preesistente – possa andare incontro ad un’emiparesi**** post-critica, spesso transitoria. Per le convulsioni febbrili complesse unilaterali e di lunga durata, il paziente può sviluppare emiplegia*****, emiparesi flaccida post critica ed epilessia.

Glossario

Terminologia

  • Crisi generalizzata*: la scarica convulsiva interessa entrambi gli emisferi cerebrali. Questa particolare convulsione si caratterizza per la bilateralità degli spasmi motori. Le crisi convulsive generalizzate NON sono necessariamente subordinate ad una patologia cerebro-corticale focale.
  • Crisi focale**: tipiche manifestazioni di un evento epilettogeno distinto all’interno della corteccia cerebrale. Spesso, la manifestazione di una crisi focale maschera una patologia intracranica focale sottostante
  • Crisi parziale/crisi lateralizzata***: la crisi ha inizio in una sede cerebrale particolare e circoscritta. Spesso, dunque, queste crisi convulsive coinvolgono una precisa porzione cerebrale di un solo emisfero
  • Emiparesi****: evidente difficoltà/incapacità di muovere una parte laterale del corpo
  • Emiplegia*****: impossibilità motoria totale coinvolgente una metà del corpo, espressione di un danno cerebrale contro-laterale all’affezione

Oltre alla classificazione appena riportata, le convulsioni febbrili possono essere distinte anche in altre sottocategorie, dal momento che non sempre la distinzione tra le forme semplici e complesse risulta così netta. In base ai “fenotipi”, le convulsioni febbrili sono distinte in:

  1. Convulsioni febbrili precoci: si manifestano entro i 12 mesi di vita del bambino
  2. Convulsioni febbrili tardive: esordiscono dopo i 6 anni del bambino. Possono persistere anche oltre i 6 anni
  3. Convulsioni febbrili di lunga durata: lo spasmo dura oltre 15-20 minuti
  4. Convulsioni febbrili con febbre bassa: la crisi si manifesta in presenza di febbre pari a 37,5-38°C
  5. Convulsioni febbrili recidivanti: le crisi convulsive si presentano spesso, a (quasi) ogni episodio di alterazione della temperatura basale
  6. Convulsioni afebbrili: si manifestano senza febbre
  7. Convulsioni febbrili associate a patologie neurologiche: le crisi convulsive sono causate da problemi a carico del SNC
La maggior parte delle convulsioni febbrili si manifesta nella variante semplice. Le convulsioni febbrili complesse si verificano nel 20% dei bambini affetti e lo stato di male epilettico nel 5% di questi.

Convulsioni febbrili ed epilessia

Manca una correlazione stretta tra le convulsioni neonatali/pediatriche e lo sviluppo secondario di una forma epilettica vera e propria. Si stima che la possibile trasformazione avvenga in una percentuale compresa tra il 25% ed il 56% dei casi.
Ad ogni modo, sono stati identificati alcuni fattori di rischio che predispongono il paziente all’epilessia a seguito di un evento convulsivo febbrile. I figli di genitori epilettici sono più a rischio di sviluppare una forma di epilessia dopo un primo episodio di convulsione febbrile. Anche la presenza di un'anomalia precoce nello sviluppo psicomotorio potrebbe, in qualche modo, favorire la progressione (in senso negativo) della patologia convulsiva.
È stato inoltre documentato come una particolare correlazione/concatenazione di eventi particolari possa incidere sulla degenerazione della convulsione febbrile in epilessia:

  • Ripetute crisi convulsive febbrili che subentrano entro le 24 ore dal primo episodio convulsivo
  • Durata della convulsione maggiore ai 15 minuti
  • Segni focali
  • Accertate anomalie neurologiche transitorie

Assistenza ai bambini

COSA FARE SE…

  1. … un bambino di età < ai 18 mesi manifesta un primo episodio di convulsioni febbrili. In simili situazioni, si raccomanda il ricovero in ospedale. In alcuni pazienti (sospetti di meningite o già in cura con antibiotici PRIMA della convulsione febbrile) è necessaria una puntura lombare (rachicentesi)
  2. …un bambino di età > ai 18 mesi manifesta un primo episodio di convulsioni febbrili. In simili circostanze, il ricovero ospedaliero può non rendersi necessario SE il paziente è stabile e non presenta alcun segno o sintomo che richieda un accertamento diagnostico. I genitori devono essere attentamente istruiti sul da farsi.
  3. …un bambino manifesta una seconda convulsione febbrile semplice (nel contesto di un ulteriore episodio febbrile). Il ricovero non è necessario. Da considerare, tuttavia, la possibilità – per quanto remota – di un mascheramento di patologie infettive a carico del SNC.
  4. …un bambino presenta convulsioni febbrili complesse: il ricovero è necessario per gli opportuni accertamenti diagnostici.


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