Ultima modifica 12.02.2020

Generalità

La cistografia è un esame radiologico che permette di studiare l'anatomia e la funzionalità di vescica e uretra.
CistografiaIn particolare, quest'indagine permette di localizzare tumori, polipi e calcoli delle basse vie urinarie, oltre a diagnosticare malformazioni dell'uretra e disturbi della minzione (ritardi e difficoltà nell'urinare, incompleta evacuazione, incontinenza, reflusso vescico-ureterale ecc.).
La cistografia si basa sul riempimento della vescica con una sostanza opaca ai raggi X (mezzo di contrasto), attraverso un piccolo tubicino (catetere) posizionato attraverso l'uretra. Successivamente, in base al quesito clinico, vengono raccolte diverse immagini radiografiche. 

Cos'è

La cistografia è una metodica che utilizza radiazioni ionizzanti per visualizzare la vescica e l'uretra. Lo scopo di quest'indagine consiste nello studiare la funzionalità e la morfologia delle basse vie urinarie.
L'esecuzione dell'esame richiede un'opacizzazione della vescica, dopo aver riempito quest'ultima, mediante catetere, con un mezzo di contrasto iodato.

La valutazione anatomica può essere associata alla cistografia minzionale (acquisizione dei radiogrammi nella fase di svuotamento della vescica), per lo studio di ostruzioni del canale uretrale ed incontinenza urinaria.


Cistografia retrograda

Se il mezzo di contrasto viene iniettato direttamente dall'uretra in vescica, cioè con un flusso opposto a quello dell'urina, la cistografia è detta retrograda.

Quando e perché si esegue?

La cistografia permette di osservare il riempimento della vescica, la sua replezione e la sua evacuazione, oltre a valutare l'uretra durante l'escrezione dell'urina.

Indicazioni

La cistografia è utilizzata per confermare o escludere la presenza di alcune patologie relative all'apparato urinario, fra le quali:

Scattando radiogrammi durante lo svuotamento della vescica (cistografia minzionale), poi, quest'esame risulta indicato per lo studio delle alterazioni della dinamica della minzione, come ostruzioni del canale uretrale, incontinenza urinaria e prolasso vescicale.
Nei soggetti di sesso maschile, la cistografia è utile per approfondire i disturbi associati alle affezioni prostatiche, le quali possono provocare ritardi e difficoltà nell'espulsione dell'urina o un'incompleta evacuazione della vescica.

Esami complementari

La vescica è un organo che può essere valutato anche mediante ecografia, endoscopia, tomografia computerizzata e risonanza magnetica.

Come si esegue

La cistografia è un'indagine diagnostica che viene effettuata direttamente dal medico radiologo.
L'esame richiede un'opacizzazione delle basse vie urinarie con mezzo di contrasto iodato; questa può essere ottenuta mediante l'introduzione in vescica di circa 250 ml di mezzo di contrasto, attraverso un catetere, che viene posizionato nel tratto terminale dell'uretra (nell'uomo) o nella vescica (nelle donne), in condizioni di sterilità (fase di riempimento).
Quando la vescica è piena, il radiologo acquisisce alcune immagini radiografiche per scoprire un possibile reflusso dell'urina. Al termine di questa procedura, il catetere viene rimosso per eseguire ulteriori radiografie mentre il paziente urina (gli uomini distesi su di un fianco, le donne in piedi) e dopo che ha terminato la minzione.


Altre vie di somministrazione

In alternativa, il mezzo di contrasto può essere somministrato per via endovenosa (il mezzo di contrasto iniettato in vena viene escreto dai reni) o via sovrapubica, cioè tramite iniezione nella vescica piena attraverso la parete addominale.


Nel corso dell'esame vengono acquisite, quindi, immagini dinamiche durante il riempimento retrogrado (cistografia retrograda) e nella successiva fase di svuotamento mentre il paziente urina in un idoneo dispositivo (cistografia minzionale). In pratica, la prima fase consente di studiare la morfologia, la distensibilità delle pareti vescicali e l'eventuale presenza di reflusso vescico-ureterale. La fase minzionale permette, invece, di studiare decorso e morfologia dell'uretra.
A seconda delle circostanze, potrebbero essere necessarie una o più minzioni per ottenere risultati utili per la diagnosi.
La durata dell'esame varia in base al quesito clinico (reflusso vescico-renale, incontinenza urinaria, difficoltà minzionali ecc.) e ai reperti riscontrati nel corso dell'esame; di norma, per l'acquisizione dei radiogrammi in diverse proiezioni occorrono almeno 30 minuti.
Dopo la cistografia, normalmente il paziente rimane nel reparto della struttura ospedaliera per 30–60 minuti, per una breve osservazione post-procedura.

Preparazione

  • Tre ore prima della cistografia, è necessario praticare una pulizia intestinale mediante clistere, con un litro circa d'acqua tiepida. Questo può essere acquistato preventivamente in farmacia.
  • La cistografia non richiede generalmente anestesia o sedazione. Dopo aver svuotato la vescica, il paziente viene posto in posizione supina sul lettino radiologico e l'estremità del pene o la zona genitale nella donna viene accuratamente pulita.
  • In casi selezionati, il giorno precedente la cistografia può essere indicata una copertura con antibiotico ad escrezione urinaria.
  • Eventuali allergie al mezzo di contrasto vanno comunicate al medico prima di sottoporsi all'esame.
  • Il paziente deve portare con sé tutta la documentazione (es. esami radiologici precedenti, richiesta medica in cui sono specificate le indicazioni della cistografia ecc.) in qualche modo attinente alla problematica clinica in accertamento.

Controindicazioni e rischi

La cistografia non è, di norma, dolorosa o pericolosa.

Nella fase iniziale, l'esame risulta minimamente invasivo, per la necessità di introdurre un catetere in uretra o in vescica; il posizionamento di questo dispositivo non è un'operazione dolorosa, ma può determinare un leggero fastidio.
Le complicanze associate alla cistografia non sono comuni; tra queste, le più frequenti sono le infezioni delle vie urinarie e la comparsa di piccole gocce di sangue nell'urina.

Le reazioni allergiche al mezzo di contrasto, rarissime, sono un evento sempre possibile.

Controindicazioni

Le uniche controindicazioni all'esecuzione della cistografia sono:

  • Infezioni delle vie urinarie in atto;
  • Gravidanza (accertata o sospetta);
  • Distensione delle vie urinarie superiori (evidenziata da un'ecografia precedente).

In questi casi, è importante avvertire il medico radiologo, che valuterà la possibilità di rinviare l'esame.

Rischi della metodica

Nel maschio, il posizionamento del catetere uretrale può provocare piccole lesioni a carico della parete dell'uretra. Ciò può indurre un lieve sanguinamento, di solito a risoluzione spontanea.
Come per gli altri esami che richiedono l'introduzione di strumenti nell'apparato urinario, c'è sempre la possibilità di infezioni. Per questo motivo, la cistografia esige sempre importanti precauzioni d'asepsi. Esiste anche il rischio di danneggiare la parete vescicale o uretrale, se l'iniezione del mezzo di contrasto viene effettuata con una pressione eccessiva.
Pur non trattandosi di una procedura ad alto rischio, eventuali passaggi del mezzo di contrasto iodato nel sistema circolatorio (evento rarissimo) possono provocare reazioni allergiche allo stesso mezzo di contrasto.
In tal caso, possono manifestarsi alcuni disturbi lievi (nausea e prurito) o moderati (es. vomito profuso, orticaria diffusa, edema facciale e broncospasmo). Queste reazioni avverse sono risolte, in genere, con semplici provvedimenti terapeutici. Raramente, il mezzo di contrasto iodato utilizzato durante la cistografia può determinare reazioni severe (shock ipotensivo, edema polmonare e arresto cardio-respiratorio).


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici