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Abbronzatura: perché ci si abbronza? Benefici, rischi e come proteggere la pelle

Abbronzatura: perché ci si abbronza? Benefici, rischi e come proteggere la pelle
Ultima modifica 02.02.2024
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INDICE
  1. Cos’è
  2. Perché ci si abbronza?
  3. Effetti positivi e negativi
  4. Come abbronzarsi in modo sicuro

Cos’è

Cosa s’intende per Abbronzatura?

L'abbronzatura è un meccanismo di difesa che la pelle attua quando è esposta al sole. Per proteggersi dai raggi al sole, i melanociti avviano la produzione di melanina, il pigmento che conferisce il colorito alla nostra pelle. In altre parole: esporsi al sole rende l'incarnato più scuro a causa dell'attivazione della melanina.

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Perché ci si abbronza?

La melanina funziona fisiologicamente come un filtro che, diffondendosi negli strati cutanei superiori, impedisce che i raggi ultravioletti provochino danni alla pelle e, di norma, necessita di qualche giorno per distribuirsi in modo uniforme. Grazie alla melanina, quindi, i raggi solari vengono in parte riflessi e in parte assorbiti e bloccati dal pigmento stesso. Oltre alla melanogenesi, poi, si attiva anche un altro processo di difesa cutanea, cioè un rapido ispessimento dello strato corneo.

A questo punto, viene spontaneo chiedersi: per quali ragioni i raggi solari rappresentano una minaccia per la salute della pelle e quali sono le regole per non correre rischi?

Come agisce la luce solare sulla pelle

Le radiazioni solari sono classificate in base alla loro caratteristica lunghezza d'onda. Oltre alla luce visibile (percepita dall'occhio umano), si distinguono raggi infrarossi (IR) e ultravioletti (UV). Questi ultimi (UVA, UVB e UVC) riescono a raggiungere il derma, producendo un effetto sui tessuti e sul sistema metabolico. Nel dettaglio:

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2023/03/09/raggi-uv-orig.jpeg Shutterstock
  • I raggi UVA penetrano in profondità nella pelle, promuovono il rilascio della melanina dai melanociti e l'abbronzatura. Gli UVA rappresentano una sottile minaccia per la nostra pelle: sono presenti anche nei giorni con cielo coperto e nuvoloso e, a differenza delle scottature solari causate dagli UVB, non creano particolare disagio e il loro impatto può manifestarsi anche dopo anni. Il loro effetto è ridotto da occhiali da sole ed è ostacolato da indumenti protettivi e filtri solari.
  • I raggi UVB sono potenzialmente più dannosi e cancerogeni degli UVA, ma producono un'azione stimolante la neosintesi di melanina e attivano il metabolismo della vitamina D.
  • I raggi UVC sono le radiazioni più pericolose e, fortunatamente, sono schermate dallo strato di ozono nell'atmosfera terrestre (non raggiungono in genere il suolo).

Lo sapevate che… I filtri solari assorbono o riflettono i raggi UV. Generalmente, il numero SPF indica solo l'efficacia di una protezione solare contro i raggi UVB (quindi contro le scottature solari). Per difendere la pelle sia dai raggi UVB che UVA (che causano invecchiamento precoce della pelle), cercare una protezione solare che possa fornire protezione UV ad ampio spettro (UVA/UVB). Queste indicazioni sono presenti in etichetta o sulla confezione del prodotto solare. Secondo le raccomandazioni della Commissione Europea, un solare deve contenere sostanze (filtri e schermi) che permettano un buon rapporto di protezione UVB/UVA, dove la protezione UVA dovrebbe corrispondere ad 1/3 della protezione UVB dichiarata.

Effetti positivi e negativi

Se da un lato il sole è un alleato della salute, dall'altro – se non si osservano le dovute precauzioni – si trasforma in un nemico, specialmente per la pelle.

Quali sono i benefici di abbronzatura ed esposizione al sole?

  • Le radiazioni ultraviolette favoriscono la sintesi di vitamina D, necessaria per una corretta mineralizzazione delle ossa, in quanto interviene nella regolazione del metabolismo del calcio e del fosforo. Prodotto nella cute per azione dei raggi ultravioletti (UV) a partire dal 7-deidrocolesterolo, il colecalciferolo (vitamina D3) è, infatti, un elemento indispensabile per lo sviluppo e l'irrobustimento dello scheletro. Senza dimenticare che la vitamina D ha effetti benefici sul sistema immunitario.
  • L'esposizione ai raggi solari stimola il rilascio di neurotrasmettitori cerebrali, come serotonina e dopamina, che regolano i ritmi del sonno e favoriscono il buonumore.
  • La luce del sole influisce positivamente sull'organismo anche alleviando i dolori reumatici e stimolando il rilascio di neurotrasmettitori cerebrali, come serotonina e dopamina, che agiscono come "antidepressivi" naturali, favorendo il buon umore e regolando i ritmi del sonno.
  • Oltre a regalare alla pelle una sfumatura più calda, poi, il sole stimola la produzione di alcune sostanze antiossidanti e protettive a livello cutaneo con una certa attività filtrante nei confronti delle stesse radiazioni UV.
  • Inoltre, una moderata esposizione agisce migliorando alcune malattie dermatologiche, come l'acne, l'eczema, la dermatite seborroica e la psoriasi.

Abbronzatura: quali rischi si corrono a non proteggersi dal sole?

Non manca, però, il rovescio della medaglia, ossia i danni che possono derivare da un'esposizione solare eccessiva. Non proteggere adeguatamente la pelle, infatti, significa incorrere in una serie di reazioni fotobiologiche responsabili di effetti dannosi acuti (eritemi, scottature, reazioni di fotosensibilità) e cronici (aumentato rischio di sviluppare tumori della pelle). I raggi ultravioletti hanno la capacità, inoltre, di generare radicali liberi, responsabili dello stress ossidativo che favorisce l'invecchiamento precoce della pelle.

Altre azioni negative esercitate da un'abbronzatura senza le dovute precauzioni comprendono:

Come abbronzarsi in modo sicuro

Abbronzatura: cosa sapere per non correre rischi

Esporsi al sole in modo intenso, senza gradualità, con i melanociti ancora a riposo, significa rendere vulnerabili gli strati cutanei all'azione irritante e potenzialmente dannosa dei raggi ultravioletti (UV).

Per questo motivo, le scottature solari tendono a verificarsi soprattutto alle prime esposizioni, quando la pelle ha accumulato ancora poco pigmento, quindi dispone di poca protezione naturale nei confronti delle radiazioni ultraviolette. Il meccanismo attuato dalla superficie cutanea per difendersi dal sole è chiamato melanogenesi.

Chiaramente, il rischio varia in funzione del fototipo (classificazione dermatologica che suddivide le persone in base alla quantità di melanina presente nella pelle), caratteristica che indica la predisposizione ad abbronzarsi più o meno facilmente e la sensibilità individuale agli effetti infiammatori dei raggi ultravioletti. Il grado di "vulnerabilità" viene stabilito attraverso il colore della pelle, degli occhi e dei capelli. Di solito, il fototipo I (carnagione, occhi e capelli di colore molto chiaro e scarsa capacità di abbronzarsi) è il più suscettibile alle scottature solari. Ciò non significa che le persone con la carnagione scura o che appartengono a fototipi diversi siano meno sensibili ai raggi UV e non debbano proteggersi adeguatamente preparando la pelle al sole prima di abbronzarsi. Occorre ricordare, infatti, che una possibile reazione cutanea alla luce solare è influenzata anche dalla quantità di raggi UV assorbita.

A tal proposito, un altro elemento importante da considerare per un'abbronzatura sana è l'ora del giorno in cui ci si espone: tra le 10 e le 16, il sole è più pericoloso, soprattutto laddove siano presenti superfici riflettenti la luce, come neve, specchi d'acqua e sabbia.

Anche le parti del corpo non sono tutte ugualmente sensibili: le palpebre, il naso e le labbra sono più suscettibili alle scottature da sole rispetto a braccia e gambe.

Inoltre, occorre considerare particolarmente vulnerabili agli effetti dannosi dei raggi ultravioletti gli anziani ed i bambini sotto i tre anni di età (attenzione: entro i primi sei mesi di vita, non dovrebbero tassativamente essere esposti ai raggi diretti del sole, poiché i sistemi di difesa cutanei sono ancora imperfetti).

Esporsi gradualmente e con le dovute precauzioni equivale a prevenire questa serie d'inconvenienti e godere dei benefici che il sole indubbiamente possiede. L'azione sinergica di fotoprotezione esterna (prodotti per la protezione solare) ed interna (integratori, dieta) risulta essere, quindi, fondamentale per rendere il sole un alleato del nostro benessere ed evitare che l'esposizione possa causare problemi alla salute.

Per approfondire: Come scegliere la protezione solare

Cosa sapere prima di abbronzarsi

La strategia migliore per assicurarsi una tintarella senza rischi per la pelle è quella di sfruttare gli ultimi mesi della stagione primaverile per preparare il viso e il corpo all'incontro con il sole. In tal senso, un contribuito utile per prepararsi in anticipo all'abbronzatura consiste nell'impiego di integratori solari in combinazione ad un regime dietetico ricco di frutta e verdura e cosmetici idratanti e rivitalizzanti.

Inoltre, per prepararsi ad un'abbronzatura perfetta e sana, vale la pena ricordare alcune semplici regole:

  • Protezione anti UV. Rossori e scottature si prevengono utilizzando prodotti per la protezione solare adeguata al proprio fototipo. La capacità schermante di questi cosmetici è indicata da un numero preceduto da una sigla (SFP), considerando che un fattore di protezione solare molto alto è pari a 50+. Per renderne più piacevole l'applicazione, gli schermi solari possono essere scelti in base alle preferenze personali (esistono texture in crema, fluido, gel, latte e stick). In ogni caso, questi prodotti devono essere stesi uniformemente, in dosi corrette, prima dell'esposizione, senza dimenticare di rinnovare più volte al giorno l'applicazione, specialmente dopo aver sudato o dopo essersi bagnati o asciugati.
  • Non avere fretta. Altra raccomandazione per abbronzarsi senza riportare danni è quella di prendere il sole a piccole dosi, abituando gradualmente la pelle all'esposizione solare. Particolarmente pericolose possono risultare i bagni di sole intensi e saltuari, soprattutto in soggetti con pelle chiara (fototipo I e II), con molti nei e predisposti a sviluppare ustioni solari.
  • Consentire alla pelle di recuperare. Se, nonostante queste precauzioni, la pelle alla sera si presenta accaldata ed arrossata, si può ricorrere ad una crema ad azione lenitiva e riparatrice o ad un latte doposole nutritivo e rinfrescante. Gli ingredienti da cercare nella formula sono estratti vegetali, come quelli di aloe, tè verde, malva e camomilla, che hanno un effetto calmante ed addolcente.
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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici