Ultima modifica 15.02.2021

Prevenire il tumore dell'esofago significa essenzialmente ridurre al minimo i rischi legati alle variabili sulle quali è possibile intervenire; si tratta quindi di agire soprattutto sullo stile di vita e sull'alimentazione.

Tumore dell'esofago

Il tumore dell'esofago colpisce soprattutto il sesso maschile, è un carcinoma poco diffuso in Italia (0,8-4,9 casi per 100.000 abitanti con prevalenza in Friuli-Venezia-Giulia) ma gravato da un'altissima percentuale di mortalità. Prevenire il tumore dell'esofagoQuesto accade perché, oltre ad essere tipicamente un tumore maligno, il carcinoma dell'esofago si dimostra asintomatico fino al momento in cui sopraggiunge la compromissione severa dell'organo, stadio a cui si associa generalmente una notevole invasività con metastasi linfatiche, contigue ed ematiche sugli organi collegati dal torrente artero-venoso.
La sintomatologia tipica del tumore dell'esofago è legata alla difficoltà nella deglutizione, ovvero la disfagia; questa risulta quasi sempre progressiva ed accompagnata a dimagrimento (per difficoltà ad alimentarsi), dolore o senso di oppressione in sede retrosternale. e, solo in un secondo momento, si associa ad altri sintomi legati alle metastasi.
La diagnosi del tumore all'esofago è piuttosto semplice; si utilizzano endoscopia, RX, TAC, RM e altre tecniche di ultima generazione ma, come anticipato, il grosso problema di questa patologia rimane la mancanza di precocità nella diagnosi; a tal proposito sarebbe opportuno che, soprattutto nelle zone più a rischio, nei maschi, nei soggetti con familiarità per tumore all'esofago ed in quelli caratterizzati da familiarità per altre patologie correlate, fossero adottati iter diagnostici di screening utili a favorire il riconoscimento ed eventualmente a predisporre un intervento terapico d'urgenza.

Fattori di rischio

Per quanto non siano ben definite le percentuali di importanza che rivestono i diversi fattori di rischio, è comunque ben noto che lo stile di vita e l'alimentazione incidono notevolmente sulla patogenesi del tumore all'esofago.
Le componenti più rilevanti sono di certo il tabagismo e l'etilismo ( ancor peggio se associate) ed una dieta ricca di nitrosamine ma povera in retinolo, magnesio e ferro.
Parallelamente, si è riscontrato che alcune malattie o disturbi dell'esofago si accompagnano frequentemente ad un incremento dell'incidenza di tumore; è il caso della Tilosi, dell'acalasia (malattia da ipermotilità dell'esofago), delle infezioni virali e batteriche, dei polipi, dei diverticoli, delle stenosi infiammatorie, dell'esofago di Barrett (soprattutto se NON trattato) e delle cicatrici esofagee (ad esempio da deglutizione di agenti caustici). Altro fattore di rischio può essere considerato il sesso maschile.

Prevenire il tumore dell'esofago con l'alimentazione ed uno stile di vita adeguato

Al fine di prevenire efficacemente l'insorgenza del tumore all'esofago è essenziale:

  1. Ridurre tutti i fattori di rischio
  2. Adottare screening di massa e, se necessario, mantenere attiva la frequenza di controllo individuale

La riduzione dei fattori di rischio si riferisce, ovviamente, alla correzione dell'alimentazione e dello stile di vita, nonché alla cura delle patologie correlate; non essendo possibile intervenire sull'ereditarietà delle comorbilità, sul sesso e sulla etnia, è consigliabile che ognuno di noi cerchi di seguire accuratamente le seguenti linee guida utili alla prevenzione del tumore all'esofago:

  1. Eliminare il tabagismo, in particolar modo se accompagnato dall'abuso di alcolici; il fumo di sigaretta, ma anche quello di sigaro e pipa, favorisce l'accumulo di idrocarburi aromatici policiclici quali molecole fortemente tossiche e potenzialmente cancerogene.
  2. Eliminare l'etilismo, soprattutto se accompagnato dal tabagismo; l'alcol è una molecola proossidante e tossica a livello di tutti i tessuti corporei (compresa la mucosa dell'esofago)
  3. Ridurre al minimo i cibi contenenti nitrati e nitriti al fine di limitare la formazione di nitrosamine; si tratta di molecole impiegate come fertilizzanti (pertanto rappresentano inquinanti delle falde acquifere) e/o come additivi alimentari che, reagendo con i composti azotati (grazie ai batteri), si trasformano in nitrosamine; le nitrosamine sono composti altamente cancerogeni per l'esofago ma anche per lo stomaco, intestini, fegato e pancreas.
  4. Favorire una dieta ricca di antiossidanti (soprattutto retinolo - vit. A) e non trascurare l'apporto di ferro e magnesio.
  5. Curare al meglio le patologie dell'esofago; alcuni disturbi come l'acalasia, l'esofago di Barrett indotto dalla malattia da reflusso gastro esofageo (MRGE), le stenosi infiammatorie, i diverticoli, i polipi ecc. possono essere migliorati con l'intervento farmacologico, endoscopico, dietetico ed eventualmente chirurgico.
  6. Curare l'aspetto igienico, prevenire il contagio patogeno ed evitare incidenti casalinghi; l'HPV o papilloma virus e l'Helicobacter pilory sono due agenti patogeni fortemente correlati ad infezioni trasformanti-mutogene. La convivenza con soggetti portatori di queste infezioni deve prevedere: 1. L'iter terapico utile alla cura 2. Comportamenti igienicamente idonei alla riduzione delle possibilità di contagio.
    Meno diretto ma comunque importante, il controllo degli incidenti casalinghi verso i bambini che, in caso di custodia errata dei prodotti caustici, potrebbero ingerirli erroneamente; in caso di ingestione volontaria per tentato suicidio sarà necessario un monitoraggio periodico dell'integrità esofagea.

Prevenire il tumore dell'esofago è possibile ma, come per la maggior parte dei carcinomi, necessita una reale presa di coscienza dei soggetti potenzialmente a rischio ed un conseguente impegno nella modifica degli stili di vita, dell'alimentazione ed un monitoraggio endoscopico periodico e sistematico.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer