Malattie dell'Esofago

Ultima modifica 21.09.2018

Cenni di anatomia e fisiologia

L'esofago è un organo cavo a forma di tubo (lungo 25-30 cm) che collega la faringe allo stomaco; l'esofago è limitato superiormente dallo sfintere esofageo superiore (o cricofaringeo) ed inferiormente dallo sfintere esofageo inferiore (o cardias). Esofago

Dal punto di vista istologico, l'esofago è costituito da 4-5 strati; procedendo dall'interno (lume) verso l'esterno, in ordine sono: mucosa, sottomucosa, muscolare, avventizia e sierosa (presente solo nella porzione più vicina allo stomaco).


NB. L'esofago è un organo coinvolto nella deglutizione, un processo utile al trasporto del bolo alimentare dalla bocca allo stomaco; questo movimento inizia volontariamente (lingua, glottide ecc.) per poi tramutarsi in un movimento involontario. Ciò significa che la porzione superiore dell'esofago possiede una muscolatura striata che si contrae per volontà del soggetto (come quella del sistema muscolo-scheletrico per intenderci), mentre il tratto esofageo inferiore si caratterizza per una muscolatura liscia (come quella dello stomaco e dell'intestino), pertanto involontaria.


Approfondimenti: il meccanismo della DEGLUTIZIONE


La deglutizione si basa sulla sincronia e coordinazione tra laringe, faringe ed esofago, ed avviene in 3 fasi distinte:

  1. Fase orale, volontaria, il bolo viene spinto dalla lingua nella retrobocca.
  2. Fase faringea, involontaria e riflessa, consiste nel passaggio del cibo nell'esofago attraverso la faringe; in questa fase l'epiglottide viene dislocata posteriormente ed impedisce il passaggio del bolo nelle vie respiratorie.
  3. Fase esofagea, involontaria, favorisce il transito del bolo fino allo stomaco grazie alla peristalsi esofagea (movimento ad "onda" che spreme l'esofago dall'alto verso il basso). Esistono due tipi di peristalsi esofagea: primaria o innescata dalla deglutizione e secondaria o generata dalla distensione esofagea).

Malattie

E' possibile affermare che le malattie dell'esofago risultano secondarie ad un'alterata motilità dell'intero organo. Nello specifico, le malattie dell'esofago possono classificarsi in:

  1. Malattie da ipermotilità, ovvero determinate da un'aumentata capacità contrattile dell'esofago
  2. Malattie da ipomotilità, ovvero determinate da una minor capacità contrattile dell'esofago.

Malattie da ipermotilità

Sono disordini caratterizzati: dalla presenza di contrazioni muscolari di avanzamento del bolo alimentare (onde peristaltiche) violente e/o non coordinate tra loro, e dall'incapacità di rilascio dello sfintere esofageo.
Acalasia: malattia che riguarda il mancato rilascio dello sfintere esofageo inferiore associato ad un assente o incoordinato movimento dell'esofago. E' frequentemente causato dalla deplezione dei neuroni inibitori del tono muscolare ed il sintomo più indicativo è la DISFAGIA, ovvero la sensazione di arresto del bolo "dietro lo sterno". Si tratta di un genere di disfagia detta paradossa in quanto coinvolge sia l'ingestione dei liquidi che dei solidi, e pertanto si differenzia dalla disfagia progressiva che riguarda prevalentemente i liquidi; si accompagna frequentemente al rigurgito di materiale alimentare. La diagnosi viene posta tramite la manometria che misura sia l'assenza di movimento muscolare esofageo che l'aumento della pressione dello sfintere esofageo inferiore. Le terapie sono diverse: farmacologica (per iniezione), dilatazione endoscopica dello sfintere e chirurgica.
Esofago a schiaccianoci ed esofago a cavaturacciolo: la malattia dell'esofago a schiaccianoci determina contrazioni normalmente coordinate ma con ampiezza e durata media eccedenti la norma, che vengono avvertite in maniera fortemente dolorosa. L'esafago a cavaturacciolo (o spasmo esofageo diffuso) si caratterizza per numerose contrazioni scoordinate non peristaltiche (simultanee, quindi non propulsive), che si manifestano dopo la deglutizione con dolore simil-anginoso. Si tratta di malattie dell'esofago associate a condizioni di stress psico-fisico, diagnosticabili mediante l'esame manometrico e curabili farmacologicamente.
Diverticoli esofagei: possono essere genetici o acquisiti. Quelli acquisiti possono essere causati da una graduale estroflessione della mucosa e della sottomucosa quale effetto di un'aumentata pressione (detti acquisiti) o per la retrazione cicatriziale sulla parete dell'esofago (detti "da trazione").

Disordini da ipo-mobilità

Sono malattie dell'esofago caratterizzate dall'inefficacia costrittoria che riguarda lo sfintere esofageo inferiore; la manifestazione clinica principale è il reflusso gastro-esofageo (MRGE).
Malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE): malattia dell'esofago generalmente asintomatica che nel lungo termine può compromettere l'integrità della mucosa; la MRGE determina: bruciore (pirosi) localizzato in sede retrosternale (a causa dell'azione acida del contenuto gastrico sulla mucosa dell'esofago), il rigurgito di materiale acido ed il dolore epigastrico (avvertito poco sotto lo sterno). Gli esami per diagnosticare la MRGE sono soprattutto l'esofagogastroduodenoscopia e la PHmetria delle 24h. La cura è costituita soprattutto dalla terapia farmacologica e dalla dietoterapia.

Se trascurata, la MRGE può complicarsi e dare luogo ad esofagiti o peggio all'esofago di Barrett.


NB. Si è deciso di NON trattare l'argomento "tumori dell'esofago" in quanto risulta già ampiamente descritto assieme al relativo capitolo intitolato "Farmaci per curare il Tumore all'esofago" rintracciabile all'interno del nostro sito internet.


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Bibliografia:

  • Manuale di gastrenterologia per dietisti – Coordinamento Nazionale Docenti Universitari di Gastroenterologia – Editrice Gastroenterologica Italiana – pag 48:50

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer