Dieta per l'Insufficienza Renale
Ultima modifica 02.04.2020

Dieta e salute dei reni

I reni (due) sono organi deputati alla filtrazione (o purificazione) del sangue, pertanto risultano essenziali per la vita dell'uomo. Al fine di garantirne l'integrità, è opportuno riconoscere ed allontanare gli agenti eziologici che possono comprometterli; tra questi: abuso farmacologico, condotte alimentari inappropriate, alcolismo, doping sportivo, tossicodipendenza da stupefacenti, infezioni, ipertensione, diabete, compromissioni di altri organi ecc.
La dieta svolge un ruolo fondamentale per il mantenimento della salute renale; infatti, gli scarti di TUTTE le molecole nutrizionali precedentemente digerite-assorbite-metabolizzate, vengono filtrati dal torrente circolatorio grazie al rene, quindi raccolti nella vescica ed espulsi con le urine tramite la minzione. La dieta che garantisce un buon funzionamento renale deve essere normocalorica e correttamente ripartita (vedi LARN - Livelli di Assunzione Raccomandata dei Nutrienti per la popolazione italiana).

Disturbi ed insufficienza renale

I disturbi dei reni sono diversi e necessitano trattamenti particolari; in seguito alla diagnosi medica nefrologica, il professionista dell'alimentazione interviene sul regime nutrizionale del soggetto in base alle esigenze metaboliche che il disturbo specifico impone.

  1. Sindrome nefritica: si definisce sindrome nefritica un processo infiammatorio (per lo più transitorio) causato dall'azione tossica di alcuni batteri (in genere stafilococchi). La sindrome nefritica si caratterizza per la riduzione del filtrato glomerulare (il glomerulo è la porzione vascolare del nefrone) e per l'insufficienza renale progressiva; inoltre, aumentano significativamente la ritenzione d'acqua e quella di sodio (Na). La dieta per l'insufficienza renale di tipo nefritico deve assolutamente conferire un apporto MINIMO ed indispensabile di proteine; il catabolismo degli amminoacidi (soprattutto aromatici) peggiora il bilancio azotato alterando significativamente la composizione del sangue. Inoltre, vista e considerata la ridotta capacità di filtrazione, è opportuno ridurre anche il contenuto dietetico di elettroliti ed acqua. Parallelamente, è necessario garantire il giusto apporto energetico e monitorare costantemente i parametri ematici; in caso di insufficienza renale acutaè indispensabile l'emodialisi, una terapia che sostituisce la funzionalità renale.
  2. Sindrome nefrosica: la sindrome nefrosica può esprimere sia una patologia glomerulare primaria che altri disordini sistemici; si caratterizza per l'escrezione proteica urinaria che, nel lungo termine, provoca ipoproteidemia (ridotta presenza di proteine nel sangue) e riduzione del quantitativo proteico tissutale. La dieta nella sindrome nefrosica mira al controllo dell'ipertensione attraverso la riduzione del sodio alimentare, e parallelamente mantiene costante la quota proteica al fine di tamponare l'ipoproteidemia indotta dalle abbondanti perdite urinarie; la riduzione del sodio ed il mantenimento della giusta concentrazione di proteine plasmatiche scongiurano l'instaurarsi dell'ipertensione e dell'ipo-osmolarità sanguigne, prevenendo la formazione di edemi interstiziali (accumulo di liquidi) che possono essere anche di grave entità. In parole povere, è NECESSARIO abolire totalmente il sale aggiunto e tutti gli alimenti contenenti sodio; citandone alcuni: conservati sotto sale, in salamoia, formaggi stagionati, insaccati, salati, molluschi bivalvi, pane comune, alcuni prodotti da forno come crackers e grissini, dado da brodo con glutammato ecc.
  3. Insufficienza renale cronica (IRC): è la distruzione di un gran numero di nefroni (unità funzionale del rene) in seguito all'opera di un processo morboso; l'insufficienza renale cronica è spesso la conseguenza del protrarsi di alcune malattie o disturbi nefrologici. La dieta per l'insufficienza renale cronica è IPOPROTEICA e se instaurata precocemente consente una riduzione del progresso patologico, nonché un aumento significativo dell'aspettativa di vita. Le alterazioni metaboliche presenti nell'insufficienza renale cronica sono diverse:
    1. riduzione dell'espulsione dei cataboliti proteici: urea, acido urico, creatinina, guanidina
    2. ridotta tolleranza al glucosio e conseguenti iperinsulinemia, iperglucagonemia e aumento della gluconeogenesi
    3. aumento delle lipoproteine VLDL e la riduzione delle HDL
    4. riduzione dell'escrezione di sodio, potassio, magnesio, fosforo ed acqua
    5. riduzione dell'assorbimento del calcio a livello intestinale per ipo-produzione di vitamina D3 (1-25 OH)
    6. deficit multi-vitaminici
    7. perdita urinaria di proteine con conseguente anemia.

    La dieta per l'insufficienza renale cronica deve promuovere il calo ponderale solo in fase precoce, poiché tardivamente potrebbe incidere sul ph del sangue favorendo l'acidosi metabolica. L'apporto lipidico dev'essere moderato ed in prevalenza costituito da acidi grassi polinsaturi; in merito alle proteine, meglio garantirne un apporto moderato e di buon valore biologico, e solo in caso di perdite proteiche urinarie raggiungere 1,4g/kg di peso corporeo. E' opportuno limitare significativamente l'introito di alcuni oligoelementi quali sodio, potassio e fosforo, e parallelamente supplementare il regime dietetico con calcio, ferro, acido folico e piridossina mediante l'utilizzo di integratori alimentari. In caso di dialisi, è opportuno tenere in considerazione che tale procedimento favorisce l'eliminazione di molti composti idrosolubili (come le vitamine), pertanto, sarebbe opportuno provvedere periodicamente all'ottemperamento dei fabbisogni specifici.

Ricordiamo infine che la dieta per l'insufficienza renale è strettamente legata alla condizione specifica e al livello di insufficienza; pertanto, visto e considerato che i fabbisogni del malato vengono costantemente modificati dal progresso patologico, anche il regime alimentare somministrato dovrà essere modificato di conseguenza. Ciò nonostante, il sale da cucina DEVE essere totalmente eliminato a prescindere dalla gravità dell'insufficienza e con esso tutti gli alimenti che lo contengono (vedi sopra, al punto 2); al contrario, l'apporto proteico deve essere valutato esclusivamente in base alle perdite urinarie delle proteine plasmatiche. Infatti, per quanto i prodotti catabolici degli amminoacidi possano danneggiare un sistema già compromesso, la carenza proteica significativa inciderebbe maggiormente (ed in maniera decisiva) sullo stato di salute del malato con la manifestazione di: edemi, anemia, ipoalbuminemia, carenza tissutale ecc.

Potrebbe essere necessario fare uso di alimenti farmaceutici ipoproteici (per limitare il peggioramento del bilancio azotato) e valutare l'integrazione con modeste quantità di amminoacidi essenziali. E' altresì opportuno limitare drasticamente (ed in alcuni casi abolire) l'utilizzo di alimenti contenenti elevate quantità di potassio (legumi, funghi, frutta secca, banane, succhi di frutta conservati) e di fosforo (latte, formaggi, insaccati, carni e pesci conservati).
Questo genere di alimentazione è da considerarsi una vera e propria terapia di nutrizione clinica, pertanto, le grammature DEVONO essere rispettate con estrema precisione anche nel lungo termine, al fine di limitare gli eccessi e garantire un apporto energetico sufficiente al miglior mantenimento dello stato di salute.


Bibliografia:

  • Manuale di scienza della alimentazione e dietetica – A. Raimondi, C. Lucas - pag 191:195

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer