Ultima modifica 02.04.2019

Generalità

L'aneto è una pianta aromatica appartenente alla famiglia delle Apiaceae, Genere Anethum, Specie graveolens; la nomenclatura binomiale dell'aneto è Anethum graveolens. L'aneto è un ingrediente culinario molto utilizzato (per le rispettive caratteristiche organolettiche) ed ampiamente diffuso in sia in Oriente che nel bacino del Mediterraneo.Aneto

Descrizione

L'aneto è un'erbacea annuale che raramente supera il metro di altezza; presenta un fusto sottile, striato, articolato in nodi e con sezione circolare, che si articola solo nella parte più alta, dove sorgono le infiorescenze ad ombrella (da metà estate). Da queste si differenziano numerosi fiori gialli dai quali maturano (a fine estate) piccoli frutti bruni (tipo acheni e per questo impropriamente detti semi). Le foglie dell'aneto sono filiformi e disposte a spirale; sono concentrate nella parte bassa del fusto e si dipartono poco sopra la porzione sotterranea (fittone e radici - molto simile a quello della cicoria). ATTENZIONE! Ad un occhio inesperto, l'aneto può essere confuso con il finocchio selvatico; tuttavia, l'aroma ed il gusto delle due erbacee non sono del tutto sovrapponibili.

Distribuzione geografica

L'aneto è originario dell'emisfero Boreale, più precisamente del sud-ovest Asiatico ma, in virtù dell'ambiente favorevole, è diffuso anche presso molti paesi sud Europei. A dir il vero, non tutti i botanici condividono l'ipotesi che l'aneto possa avere radici orientali ed alcuni sostengono che la sua presenza nel bacino del Mediterraneo non sia attribuibile all'importazione umana.
L'aneto è una pianta aromatica che predilige climi temperati e mal sopporta quelli eccessivamente caldi o eccessivamente freddi; per questo motivo, la sua presenza sul territorio italiano è maggiore nelle regioni collinari e basso-montuose del centro-nord (600-1000m) rispetto al "mezzogiorno". Anche in questo caso è presente una certa ambiguità; non è ben chiaro quale possa essere il clima prediletto dall'aneto, a causa della sua buona capacità di acclimatazione.
Il terreno più adatto alla coltivazione dell'aneto è ricco di calcio e silicio con pH neutro, drenante e con bassa umidità.

Etimologia

Già dall'antichità, l'aneto era considerato una pianta officinale e le relative applicazioni spaziavano tra: medicina, aromatizzazione degli ambienti, cucina ecc.
La nomenclatura stessa dell'aneto ha radici oltremodo arcaiche. Anethum deriva dal termine greco di "anice" (acquisito dall'egizio) e si riferisce ad eventuali proprietà terapeutiche, mentre graveolens (sostantivo latino impiegato nella classificazione scientifica) fa riferimento alla potenza del suo aroma.

Utilizzi dell'aneto

Come anticipato, l'aneto è da sempre considerato una pianta medicamentosa. Sia le foglie che i frutti (semi) possono essere impiegati in infusione nella moderazione di alcuni sintomi o disturbi quali: dolori colici, difficoltà digestive, inappetenza, insonnia lieve ecc. Sempre secondo la medicina popolare, l'aneto può essere utile anche nell'aumento della diuresi e nella lotta alle infestazioni intestinali.
In passato, l'aneto fu anche considerato un buon afrodisiaco, un tonico per il corpo e per la mente, una cura per l'epilessia e addirittura un buon rimedio contro la sfortuna.
Al giorno d'oggi, l'aneto è considerato una pianta prevalentemente aromatica ed utile in gastronomia, mentre le applicazioni fitoterapiche sono limitate. La porzione edule dell'aneto è costituita dalle foglie e dai frutti. Per ciò che concerne le foglie, il suo impiego spazia dal condimento dei prodotti della pesca alla formulazione di aromi compositi per alcune carni e salse (in India, l'aneto è un costituente essenziale delle conserve sott'aceto). I semi (oleosi) rientrano in alcune ricette per liquori e altri superalcolici, e la loro masticazione si rivela un utile rimedio contro l'alito cattivo. L'aneto è utilizzato in Asia (soprattutto in India), in alcune zone dell'Africa e del Medio Oriente, e in Europa (soprattutto in quella del Nord e dell'Est). Come tutte le spezie, può essere considerato un conservante naturale.
Dai semi dell'aneto si ricava un olio essenziale (contenuto per il 2,5%, mentre l'8% è costituito da olio grasso) utilissimo nella composizione dei saponi e di alcuni tipi di deodorante. Frutti ed olio essenziale trovano impiego fitoterapico nel trattamento delle turbe dispeptiche, grazie alle proprietà stimolanti (favoriscono la secrezione del succo gastrico), disinfettanti (contro i processi fermentativi) e allo stesso tempo spasmolitiche (rilassano la muscolatura liscia degli organi digerenti). Tra gli impieghi fitoterapeutici dell'aneto si ricordano: aerofagia, dispepsia, singhiozzo, eccessiva fermentazione intestinale (meteorismo, flatulenza, diarrea infettiva), vomito nervoso, coliche intestinali di origine nervosa e coliche infantili.

La Commissione E, il comitato tedesco di esperti incaricato della valutazione dei farmaci fitoterapici, approva l'aneto per i disturbi della digestione.

  • Per rinfrescare l'alito, è utile masticare un cucchiaino di semi di aneto
  • Gli infusi si preparano a concentrazioni vicine al 2,5%: 5 grammi di frutti (semi) schiacciati vengono immersi per 10/15 minuti in 200 ml di acqua bollente a fiamma spenta. Segue la filtrazione e il consumo durante la giornata (max 3 tazze al giorno). Le dosi vanno ridotte, secondo consiglio medico, nelle preparazioni destinate ai bambini affetti da coliche.
  • Per l'uso delle preparazioni commerciali, fare affidamento alle istruzioni fornite dal medico o riportate sulla confezione.

Alle dosi terapeutiche, l'aneto è generalmente ben tollerato e privo di effetti collaterali, salvo i casi di ipersensibilità individuale ad una o più delle sue componenti. A dosi elevate può indurre effetti tossici.

Composizione nutrizionale

L'aneto è una pianta aromatica ed il suo ruolo nutrizionale all'interno dell'alimentazione umana è pressoché marginale. L'aneto si avvale di un elevatissimo contenuto in sali minerali e vitamine, anche se ricordiamo che alcuni elettroliti di origine vegetale (ad. es. ferro e calcio) non vantano una biodisponibilità sovrapponibile a quella degli alimenti di origine animale.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer