Ultima modifica 01.03.2019

Le malattie che colpiscono l'esofago determinano un'alterazione della deglutizione, del raggiungimento del bolo nello stomaco e del contenimento gastrico.

In linea di massima, l'alimentazione NON risulta direttamente coinvolta nella patogenesi di queste malattie, tuttavia può essere determinante nella riduzione dei sintomi e delle relative complicanze, sia nel breve che nel lungo termine.

Esofago e malattie

L'esofago è un organo che mette in comunicazione la bocca e lo stomaco; è cavo, di forma tubulare e lungo circa 25-30 cm nell'adulto. L'esofago inizia dallo sfintere cricofaringeo (superiormente) e termina con il cardias (inferiormente).
Come tutte le strutture anatomiche del corpo umano, l'esofago è soggetto ad alterazioni patologiche che ne compromettono l'integrità strutturale, di conseguenza il meccanismo fisiologico d'azione. E' quindi deducibile che le malattie dell'esofago determinino essenzialmente l'alterazione della motilità peristaltica... che tradotto in parole povere significa la compromissione del trasporto alimentare dalla faringe allo stomaco. Questo avviene grazie ad un movimento ad "onda" che spreme progressivamente il contenuto esofageo dall'alto verso il basso: mentre un segmento di muscolatura esofagea a monte si contrae, il tratto a valle si rilassa; successivamente sarà quest'ultimo a contrarsi e così via, con successione dall'alto al basso fino alla completa discesa del bolo alimentare nello stomaco.
Le malattie dell'esofago sono di due tipi: alcune dette da ipermotilità, ovvero determinate da: un'aumentata capacità contrattile in concomitanza ad una mancata coordinazione tra gli stimoli e all'incapacità di rilascio del cardias; altre classificabili per ipomotilità, ovvero generate dall'insufficienza contenitiva del cardias. In merito a queste ultime, la manifestazione clinica preponderante è la MRGE -malattia da reflusso gastro-esofageo che, se trascurata, può sfociare nell'infiammazione cronica fino a determinare esofagite e/o esofago di Barrett.

Alimentazione nella malattia da reflusso

I consigli igienico-alimentari che riguardano le malattie dell'esofago, in realtà, si riferiscono fondamentalmente alla malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE).
La MRGE è una malattia cronica e potenzialmente recidivante, pertanto l'alimentazione specifica non dev'essere considerata una terapia transitoria, bensì una condizione permanente. ernia iatale

La malattia da reflusso gastro-esofageo si associa frequentemente ad un altro disturbo, o meglio, ad un'alterazione anatomica che tende a peggiorare i sintomi e le relative complicanze: l'ernia iatale; quest'ultima altro non è che un'invaginazione (una specie di "risucchio") della porzione gastrica superiore (parte cardiaca) al di sopra del diaframma, dove dovrebbe terminare l'esofago.

L'ernia iatale, la MRGE e le relative complicanze sono strettamente correlate alle condotte alimentari inappropriate, al sovrappeso e soprattutto all'obesità viscerale; ne deriva che, nell'eventualità che i soggetti affetti da MRGE ed ernia iatale si caratterizzino per un eccesso di adipe o di grasso viscerale, il primo accorgimento dietetico utile a correggerne l'alimentazione è la RIDUZIONE ENERGETICA COMPLESSIVA. Inoltre, ad essa sarebbe auspicabile associare:

  1. la diminuzione delle porzioni di consumo, quindi una riduzione del volume dei pasti;
  2. Il consumo di colazioni, pranzi e cene molto poco abbondanti, in quanto l'eccesso favorisce sia la comparsa che la cronicizzazione dei sintomi.
  3. la riduzione drastica (meglio l'abolizione) delle spezie, del tè e del caffè; questi condimenti/alimenti favoriscono sia l'acidità che il riversamento del contenuto gastrico all'interno dell'esofago.
  4. L'eliminazione delle componenti che RIDUCONO il tono dello SFINTERE ESOFAGEO INFERIORE peggiorando il contenimento gastrico e facilitando il reflusso; sono rispettivamente: il cacao e/o il cioccolato, il fumo di sigaretta e la menta.
  5. Sarebbe anche auspicabile seguire i consigli alimentari utili alla riduzione dell'acidità gastrica, ad esempio moderare le porzioni dei cibi iperproteici ed iperlipidici (sia stracotti che poco cotti), limitare le bevande alcoliche, fare attenzione alla digeribilità del latte ecc.

Riassumendo le linee guida per un'alimentazione mirata alla riduzione dei sintomi della MRGE (anche preventiva verso l'esofagite e l'esofago di Barrett), ricordiamo che risulta INDISPENSABILEEVITARE:

  • Alimenti ricchi di grassi
  • Grosse porzioni in genere e soprattutto di cibi iperproteici e/o iperlipidici, sia stracotti che crudi
  • Caffè, tè, alcolici, bibite gassate e acide
  • Cioccolato, menta e spezie
  • Cipolla e aglio
  • Cibi molto freddi e molto caldi
  • Pasti serali abbondanti e latte prima del sonno
  • Di coricarsi dopo i pasti
  • Di mangiare velocemente masticando poco
  • Di eseguire sforzi fisici dopo i pasti
  • Di indossare vestiti e cinture troppo stretti dopo i pasti.

NB. E' invece CONSIGLIATO l'utilizzo di chewin-gum in quanto può facilitare la clearance esofagea stimolando la salivazione e la frequenza della deglutizione.
Un corretto stile di vita è in grado di ridurre la sintomatologia nel 20-30% dei casi.


Bibliografia:
  • Manuale di gastrenterologia per dietisti – Coordinamento Nazionale Docenti Universitari di Gastroenterologia – Editrice Gastroenterologica Italiana – pag 03:07

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer