Calcoli renali - Video: Cause e Fattori di Rischio
La calcolosi renale, detta anche nefrolitiasi, è una malattia
caratterizzata dalla presenza di piccoli “sassolini” lungo il decorso delle vie
urinarie. Questi sassolini, che sono degli aggregati solidi detti appunto
calcoli renali, derivano dalla precipitazione e dall’aggregazione di alcune sostanze normalmente presenti
nelle
urine. La
formazione dei calcoli renali è favorita da diversi fattori, tra cui una dieta
squilibrata e alcuni processi infiammatori. Inoltre, viene data molta
importanza alla predisposizione familiare e alla scarsa assunzione di liquidi. Una volta formati, con il
passare del tempo, i calcoli tendono a passare dal rene alle vie urinarie inferiori, quindi all’uretere, da qui alla
vescica e infine nell'uretra per essere espulsi all'esterno con le urine.
Specie se di piccole
dimensioni, i calcoli renali possono essere asintomatici ed essere eliminati
spontaneamente senza arrecare alcun disturbo al paziente. In molti casi, però, i
calcoli renali finiscono col provocare un
fortissimo dolore nella regione lombare,
quindi nella bassa schiena. Tale dolore è proprio caratteristico della calcolosi
renale e per le sue peculiarità ed i sintomi cui si associa rientra nel quadro
più generale della cosiddetta “colica renale”.
In
altri casi, se il calcolo è di
grandi dimensioni può addirittura
ostruire l’uretere e lesionarlo e persino ostacolare il normale deflusso
dell’urina. Vi ricordo, infatti, che l'uretere è quel sottile tubicino che trasporta l'urina dal rene alla vescica.
Una sua ostruzione può quindi favorire,
tra l’altro, lo sviluppo di una pielonefrite, ossia l’infiammazione del rene. Per
tali motivi, in simili circostanze, il calcolo deve essere immediatamente
rimosso, mediante un intervento opportuno, spesso chirurgico. Intervenire tempestivamente è importante non
solo per alleviare il dolore ma anche per evitare pericolose complicazioni, che
possono addirittura compromettere la funzionalità del rene colpito. Ad ogni
modo, fortunatamente, il più delle volte i calcoli misurano meno di 5 mm di
diametro, e vengono perciò eliminati spontaneamente senza troppi problemi o con
il supporto di misure che ne favoriscono l’espulsione.
Prima
di esaminare più nel dettaglio le cause della calcolosi renale, un brevissimo
richiamo anatomico e fisiologico può aiutarci a capire meglio l'argomento.
I
reni sono due
organi che appartengono al sistema urinario, localizzati nella
regione posteriore della cavità addominale, approssimativamente a livello della
12ª costola. La loro forma è paragonata
a quella di un fagiolo, proprio per
la netta somiglianza con il legume che ben conosciamo. La funzione primaria dei reni consiste nel produrre l’urina, filtrando il
sangue dalle sostanze di rifiuto o comunque presenti in eccesso. Da
ciascun rene, come abbiamo visto, parte un sottile tubicino chiamato uretere, deputato
al trasporto d'urina. I due ureteri, di destra e di sinistra, riversano il
proprio contenuto in un organo cavo, chiamato vescica urinaria, che accumula l’urina
tra una minzione e l'altra. Quando la vescica si riempie oltre un certo
livello, il soggetto avverte il bisogno di urinare; così, con l'atto chiamato
minzione la vescica si svuota e l’urina viene espulsa all'esterno attraverso un
singolo tubicino collegato alla vescica e chiamato uretra.
Dopo questa premessa, si può
intuire come i calcoli renali siano la conseguenza di una perdita di equilibrio
tra le varie sostanze presenti nelle urine. La loro formazione, infatti, è
favorita da elevate concentrazioni di
sostanze poco solubili nelle urine, come, per esempio, sali di calcio o acido
urico, o ancora i calcoli si possono formare quando il flusso urinario è
rallentato. In quest'ultimo caso, tali sostanze permangono più a lungo nelle
vie urinarie, quindi hanno tutto il tempo per precipitare ed aggregarsi. Se un composto insolubile è più
concentrato rispetto alla norma può dare origine, quindi, ad una sovrasaturazione
delle urine, quindi rischia di precipitare ed unirsi a formare dei cristalli.
Questi cristalli, fondendosi tra loro nei calici renali, finiscono per dare
vita a veri e propri sassolini. Per fare un paragone, la formazione dei calcoli
renali è conseguenza di un processo chimico simile a quello che determina la
precipitazione dello zucchero in una tazzina di caffè troppo zuccherata.
Anche le modificazioni del pH
urinario possono promuovere la formazione dei calcoli renali.
In condizioni fisiologiche, la
formazione dei calcoli non avviene per la presenza nelle urine di sostanze,
come l'acido citrico, che impediscono la precipitazione e la cristallizzazione
dei sali, legandoli a sé per formare dei complessi solubili. Purtroppo, questi
meccanismi inibitori non sempre garantiscono una protezione del tutto efficace.
Di conseguenza, si possono formare dei calcoli renali, che a
seconda dei casi possono
essere piccoli come dei granelli di sabbia o grandi addirittura come delle palline
da golf. I calcoli possono inoltre avere contorni lisci o apparire come masse
dalla superficie irregolare e frastagliata. Non è raro, poi, riscontrare calcoli
multipli in un rene.
Quando un calcolo renale inizia
a formarsi, le evoluzioni possibili sono due.
Nel primo caso, il calcolo
continua a crescere, per l’accumulo progressivo di sali precipitati. La
crescita del calcolo può quindi continuare fino ad occupare interamente la
cavità nella quale si trova, quasi come se fosse uno stampo. In questi casi, il
rene interessato può perdere completamente la propria funzione.
Nel secondo caso, che è quello più
comune, il materiale precipitato viene invece trascinato dal flusso urinario ed
espulso. Il rischio, in questi casi, è che il calcolo, defluendo con le urine,
crei delle lesioni sulle pareti delle vie urinarie ed allora la situazione si
complica. Da ciò, può conseguire la comparsa di sangue nell’urina oppure, se il
calcolo raggiunge un punto più ristretto dell’uretere, può determinarne l’occlusione
provocando una colica renale o perfino un blocco della minzione.
Per quanto riguarda le cause
vere e proprie della calcolosi renale, ancora una volta dobbiamo ricondurci
alla presenza di specifiche sostanze nell'urina. I calcoli renali, infatti,
possono essere costituiti da varie componenti urinarie, singole o in
combinazione tra loro. In particolare, i calcoli renali possono avere origine
calcica, mista, urica, infettiva o cistinica.
La circostanza più comune prevede
la formazione di calcoli renali di natura calcica; la loro formazione deriva
quindi dall'aggregazione di ossalato di calcio e fosfato di calcio.
Anche l’eccessiva quantità
di acido urico può però generare calcoli renali molto fastidiosi. Questa tipologia
di calcoli si osserva, di solito, nel contesto di un’iperuricemia, in pazienti
con gotta o con una malattia maligna del
sangue.
Molto più rari sono, invece,
i calcoli costituiti da un aminoacido, la cistina. Queste formazioni si osservano,
in particolare, in soggetti che presentano una condizione patologica ereditaria
chiamata cistinuria. Questa malattia determina un difetto nel trasporto di alcuni
amminoacidi, tra cui la cistina, nel rene e nell’intestino.
Alla formazione dei calcoli
renali può contribuire non solo l'eccesso delle sostanze urinarie appena viste,
ma anche la carenza di altre sostanze
che, in condizioni normali, contrastano in maniera efficace il processo di
cristallizzazione. Tra queste abbiamo già accennato all'importanza dei citrati.
Infine, un capitolo a parte
meritano i calcoli derivanti dalle infezioni delle vie urinarie. Alcuni batteri, infatti, producono delle sostanze
proteiche che facilitano la precipitazione dei sali nelle urine. Ad esempio, i calcoli di fosfato di magnesio e ammonio, noti
anche come calcoli di struvite, si osservano soprattutto nelle infezioni del
tratto urinario da parte di batteri produttori di ureasi, come per esempio quelli
appartenenti al genere Proteus.
Tutte queste informazioni
sulla composizione del calcolo renale sono importanti non solo a livello per
così dire didattico, ma anche per impostare il protocollo terapeutico più
adatto al singolo caso. Come vedremo meglio nel prossimo video, infatti, la
terapia della calcolosi renale si pone l'obiettivo di ridurre la concentrazione
dei sali urinari coinvolti e di aumentare le sostanze che ne inibiscono la
precipitazione.
Dal punto di vista epidemiologico,
la calcolosi urinaria è una patologia molto diffusa nel mondo occidentale. Ad
esserne colpiti sono più gli uomini rispetto alle donne, almeno nella fascia di
età che va dai 20 ai 40 anni. Tale predisposizione maschile alla calcolosi
renale è dovuta soprattutto alla minor concentrazione di citrato nelle urine
rispetto alla donna. Le donne, dal canto loro, sono più soggette al rischio di
calcolosi renale da struvite, per la maggior suscettibilità alle infezioni
urinarie.
Un altro aspetto importante da
sottolineare è che la calcolosi è una malattia con notevole tendenza a
ripresentarsi nello stesso soggetto.
Domanda: ma quali sono i
fattori che possono promuovere la formazione dei calcoli renali? Per alcune
forme si ritiene abbiano importanza alcuni fattori ereditari: chi ha casi in
famiglia di calcolosi renale è quindi più a rischio. Tra i maggiori promotori dei calcoli renali c’è comunque
la disidratazione, che può essere la conseguenza di uno scarso apporto di liquidi
con la dieta o di una loro aumentata perdita, come avviene caso di diarrea cronica o sudorazione abbondante.
Un’importante fattore di
rischio è la dieta, soprattutto se l’apporto di proteine e sodio è eccessivo.
La formazione di calcoli renali
può anche essere favorita anche dalla presenza di frequenti infezioni urinarie o di condizioni che rallentano il
deflusso delle urine, come spesso accade nelle patologie della prostata
cosiddetta ingrossata. Altre malattie predisponenti sono le anomalie anatomiche
e alcuni disturbi del metabolismo che vanno ad aumentare i livelli di calcio
nelle urine, tra cui ricordiamo l’ipertiroidismo e l’iperparatiroidismo.
Nella formazione dei calcoli
renali è chiamato in causa anche l’utilizzo di alcuni farmaci, come ad esempio l’acetazolamide, un antipertensivo
che può causare calcoli renali tramite l’aumento del pH urinario e dell’escrezione
urinaria di calcio. Almeno in linea teorica, andrebbe posta attenzione anche
all’abuso di integratori alimentari a base di sali minerali.