Artrosi del Ginocchio
Oggi parliamo di artrosi del ginocchio, una
malattia molto comune tra gli anziani che non risparmia però alcuni giovani. Vediamo
più da vicino in cosa consiste.
L’artrosi del ginocchio è
una malattia degenerativa che interessa le cartilagini di femore e tibia. Vi
ricordo brevemente che il femore è l'osso della coscia, mentre la tibia è una
delle due ossa della gamba.
All'interno
dell'articolazione del ginocchio, le estremità ossee di femore e tibia sono
rivestite da cartilagine; si tratta di uno speciale tessuto protettivo che
diminuisce gli attriti evitando problemi di usura. Oltre alla cartilagine,
partecipano alla riduzione degli attriti anche il liquido sinoviale, che bagna e
nutre le cartilagini, e i menischi, mentre muscoli, legamenti, tendini ed altre
strutture si preoccupano di stabilizzare l'intera articolazione durante i
movimenti.
L'artrosi del ginocchio è
quindi una malattia della cartilagine articolare di tibia e perone. A poco a poco
questa cartilagine si consuma, fino ad esporre le ossa sottostanti. Il
conseguente attrito crea un danno articolare, che tende inesorabilmente a peggiorare
nel corso degli anni. Tutto ciò può finire per provocare dolore e menomare la
funzionalità del ginocchio, limitando i movimenti.
Ecco perché il trattamento
dev'essere precoce e mirato, in modo da limitare il più possibile le
conseguenze della malattia.
Quando la cartilagine viene
danneggiata, l’aumento dell’attrito con il movimento provoca dolore ed
infiammazione. L'articolazione cerca quindi di difendersi aumentando la
produzione di liquido sinoviale, che finisce però col provocare gonfiore del
ginocchio limitandone i movimenti e causando dolore. Anche le ossa del
ginocchio cercano di adattarsi, formando degli speroni ossei chiamati
osteofiti.
Nelle fasi più avanzate
della malattia, il ginocchio si presenta globoso per l’inspessimento della capsula
articolare, mentre i muscoli della coscia si retraggono fino a determinare un
ginocchio rigido, che tende a rimanere flesso e curvo. Anche i legamenti sono
coinvolti e subiscono danni, determinando sensazioni di cedimento o una vera e
propria instabilità.
In conclusione, l’artrosi
può essere definita proprio come una sorta di “usura” delle articolazioni, nel
caso specifico del ginocchio.
Le varie forme di artrosi
possono essere classificate in forme primitive e in forme secondarie.
L'artrosi primitiva è legata
essenzialmente all'usura dell'articolazione, conseguente all'invecchiamento e
all'eccessivo sovraccarico articolare. Spesso coinvolge più articolazioni, come
ginocchio, mani, anche e colonna vertebrale.
L’artrosi del ginocchio
secondaria, invece, rappresenta una conseguenza di traumi, interventi
chirurgici o altre condizioni patologiche. Le cause più comuni sono le
deformità scheletriche, le fratture, le infezioni e le malattie reumatologiche.
Altre volte, sono implicate cause sistemiche, come alcune malattie
dismetaboliche.
L’artrosi del ginocchio è una
malattia tipica dell’età avanzata, che colpisce soprattutto persone oltre i 60
anni e predilige il sesso femminile. In assenza di malattie o condizioni
predisponenti, il più importante e comune fattore di rischio è rappresentato
dal sovrappeso del paziente. Vanno poi considerati anche altri elementi di
rischio, come alcune attività lavorative, la predisposizione genetica ed il
cattivo allineamento del ginocchio, come un eccessivo valgismo o varismo.
Il principale sintomo con
cui si manifesta l’artrosi del ginocchio è il dolore all'articolazione. Nelle
fasi iniziali, il dolore è occasionale, aumenta durante il movimento e viene
alleviato dal riposo. Purtroppo, col passare del tempo, dato che il danno
articolare tende a peggiorare, anche il dolore si aggrava, fino a divenire permanente
e a manifestarsi anche a riposo.
Il danno articolare, oltre a
causare dolore al ginocchio, può ridurre la mobilità dell'articolazione e
renderla rigida e gonfia. La comparsa di
dolore notturno, tale da risvegliare il paziente, è tipica di uno stadio
avanzato della malattia.
L'artrosi del ginocchio è
facilmente riconoscibile ai raggi X, per cui le indagini radiologiche sono
spesso sufficienti per diagnosticare la malattia. Le radiografie delle
articolazioni colpite, da eseguirsi preferibilmente col paziente in piedi,
mostrano una riduzione dello spazio articolare; tipico è anche l’inspessimento
dell’osso al di sotto della cartilagine consumata o sofferente. Inoltre, nelle
fasi più avanzate, possono essere riscontrati osteofiti, geoidi ed irregolarità
ai margini dell'osso.
La soluzione terapeutica più
efficace per l’artrosi del ginocchio è la sostituzione dell'articolazione
danneggiata con una protesi artificiale. Chiaramente, l'intervento ha i suoi
limiti e va considerato caso per caso, scegliendo il tipo di protesi più
adatto.
Un ruolo importante è ricoperto
anche dall’artroscopia, una procedura che permette di eseguire la pulizia dell’articolazione,
rimuovendo eventuali elementi di attrito. Occorre precisare però che l’esito
delle pulizie articolari è variabile e, in molti casi, questo genere di
intervento non fa altro che ritardare l’impianto di una protesi.
Anche i trattamenti
farmacologici possono alleviare in maniera temporanea i sintomi, ma non
rappresentano una cura. Nel caso dell’artrosi del ginocchio, infatti, i farmaci
antidolorifici o antinfiammatori sono essenzialmente di supporto.
Nelle prime fasi della
malattia, quando la degenerazione cartilaginea è solo parziale, possono essere d'aiuto
delle infiltrazioni con acido ialuronico. Questa sostanza rappresenta una
componente essenziale del liquido sinoviale contenuto nello spazio articolare,
con funzione lubrificante, ammortizzante e protettiva nei confronti della
cartilagine. La terapia infiltrativa con
acido
ialuronico, quindi, migliora la sintomatologia e rallenta la progressione dell'artrosi.
Oltre che con acido
ialuronico le infiltrazioni possono essere eseguite anche con cortisone; tale
intervento è indicato però solo occasionalmente per risolvere quadri
infiammatori acuti. Infatti, in caso di terapie prolungate, il cortisone può
deteriorare la cartilagine stessa aggravando il danno.
Nei pazienti giovani, sotto
i 30/40 anni, possono essere presi in considerazione trattamenti innovativi,
come il trapianto di condrociti o di cellule staminali o ancora l'utilizzo di
fattori di crescita. Scopo di questi trattamenti è ricostruire la cartilagine
danneggiata, un obiettivo che rappresenta chiaramente il futuro della terapia
dell'artrosi.
Occorre poi aggiungere che in
caso di sovrappeso, perdere i kg di troppo significa rallentare la
degenerazione cartilaginea e diminuire il sovraccarico sull’articolazione. Inoltre,
un moderato esercizio fisico permette di conservare più a lungo la mobilità
articolare e mantenere un buon tono muscolare. Ovviamente, andrebbero evitate
la corsa, le attività traumatiche e tutti gli sport di contatto, poiché
potrebbero accelerare la progressione del danno cartilagineo.