Zanzara Tigre
Ultima modifica 25.06.2020

Generalità

La zanzara tigre (Aedes albopictus) è un tipo particolare di zanzara, che deve il proprio nome alle eleganti striature bianche presenti sul suo corpo nero.
Zanzara tigreOriginario dell'Asia Tropicale e Subtropicale, questo fastidioso insetto è giunto in Italia, probabilmente attraverso l'importazione di copertoni usati dagli Stati Uniti attorno ai primi anni '90 del XX secolo. Da allora e nel giro di pochi anni, la zanzara tigre si è diffusa largamente nel nostro Paese, anche nelle isole Sardegna e Sicilia, arrivando a costituire, in alcuni frangenti, un serio motivo di preoccupazione sanitaria e ambientale.
Rapida nell'agire e responsabile di punture pruriginose e spesso dolorose, la zanzara tigre ha una preferenza per gli ambienti freschi e ombreggiati, depone le uova laddove c'è acqua stagnante (es: sottovasi, grondaie ecc.) ed esce allo scoperto durante le ore diurne più fresche.
Nella lotta alla zanzara tigre, sono determinanti l'operato svolto dalle istituzioni sanitarie e dai comuni, e il contributo dei singoli cittadini, i quali, con semplici misure preventive, possono rendere estremamente difficile la proliferazione dell'insetto in questione.
Come si può notare, quindi, affinché risulti efficace, l'intervento contro la zanzara tigre dev'essere collettivo, ossia riguardare più componenti.

Cos'è la zanzara tigre?

La zanzara tigre, o Aedes albopictus, è un tipo di zanzara originario dell'area Tropicale e Subtropicale del Sud-Est Asiatico, che presenta delle peculiari striature bianche sul corpo e sulle zampe nere.
Sicuramente, a molti lettori sarà capitato di notare questo insetto molto particolare, specie nei mesi estivi o su qualche giornale in cui se ne descriveva la spiccata aggressività.
La zanzara tigre si contraddistingue per infliggere morsi (o punture, se si preferisce) davvero fastidiosi, più acuti delle tradizionali zanzare che popolano da più tempo l'Italia.


Classificazione scientifica della zanzara tigre

Regno: Animale
Phylum: Artropodi
Classe: Insetti
Ordine: Ditteri
Famiglia: Culicide
Genere: Aedes
Specie: Aedes albopictus


Quando e come è giunta in Europa e nel cosiddetto Mondo Occidentale?

In base alle fonti più accreditate, la zanzara tigre è giunta in Europa alla fine degli anni '70 del XX secolo. Il primo ritrovamento ebbe luogo in Albania, nel 1979, dopo l'importazione di alcune merci dalla Cina; dopodiché, i ritrovamenti successivi interessarono nell'ordine:

  • L'Italia (biennio 1990-1991, dopo l'importazione di gomme usate dalla Georgia Statunitense, Stato in cui la zanzara tigre era già diffusa da qualche tempo);
  • La Francia (1999, in particolare la Francia meridionale);
  • Il Belgio (2000);
  • Il Montenegro (2001);
  • Il Canton Ticino della Svizzera e la Grecia (2003);
  • La Spagna e la Croazia (2004);
  • L'Olanda e la Slovenia (2005);
  • La Bosnia-Erzegovina (2006).

Spostandoci al di fuori dell'Europa, negli Stati Uniti la diffusione della zanzara tigre sarebbe databile, secondo gli esperti, attorno al 1983-1984; il luogo del ritrovamento fu Memphis, nello Stato del Tennessee. Da qui, in poco tempo, l'insetto in questione si sparse in molte altre regioni della nazione Statunitense, specie nel Nord-Est. Secondo le cronache di quegli anni, un evento determinante, nella diffusione della zanzara tigre negli Stati Uniti, fu un'importazione di copertoni usati dalla Cina, che approdò a Houston nel 1985.
In Sud America, i primi ritrovamenti della zanzara tigre ebbero luogo in Brasile (1986) e Argentina (1988); in Centro America, avvennero in Messico (1988); in Africa, si ebbero in Sud-Africa (1990) e a seguire in Camerun e Nigeria (tra il 1990 e il 1991); in Medio Oriente, infine, ebbero sede in Libia e Israele (2003).

Caratteristiche

Dotata di 6 zampe e un solo paio di ali, la zanzara tigre adulta può misurare, in termini di lunghezza, dai 2 ai 10 millimetri; le dimensioni del suo corpo dipendono da due fattori: la densità della popolazione larvale e l'alimentazione all'interno della cosiddetta acqua di riproduzione. Poiché raramente questi due fattori sono ottimali, è altrettanto infrequente incappare in zanzare tigre grandi 10 millimetri.
Secondo quanto riportano gli esperti, le misure medie della zanzara tigre sono:

  • Lunghezza media dell'addome: 2,63 millimetri;
  • Lunghezza media delle ali: 2,7 millimetri;
  • Lunghezza media della proboscide: 1,88 millimetri.

I maschi della zanzara tigre sono più piccoli delle femmine di circa un 20%; tuttavia, morfologicamente, i due generi si assomigliano molto.
Come in tutte le specie di zanzare, le antenne dei maschi sono piumate e contengono una sorta di recettori uditivi, che servono a rilevare la presenza delle femmine.

La zanzara tigre è un vettore di malattie

La zanzara tigre è un potenziale vettore (cioè portatore) di diversi agenti patogeni virali; tra quest'ultimi, rientrano: il virus della dengue, il virus della Chikungunya, il virus della febbre gialla, il virus dell'encefalite di La Crosse, il cosiddetto virus Zika e il parassita della filaria, una malattia che colpisce alcuni animali (es: cani).
Occorre precisare che tutti questi agenti patogeni virali sono praticamente assenti nel nostro Paese e in generale nel Mondo sviluppato, pertanto il rischio di contrarre le suddette malattie, attraverso la zanzara tigre, è soltanto teorico (N.B: viceversa, il pericolo sussiste laddove i suddetti virus sono endemici, ossia radicati).

Cos'è un vettore?

I vettori sono organismi in grado di trasmettere agenti patogeni da un animale infetto all'uomo o a un altro animale.
Per agente patogeno, s'intende un microrganismo (es: virus, batterio, fungo o parassita) capace di scatenare una patologia.
Quindi, dire che la zanzara tigre è, nei confronti dell'essere umano, un potenziale vettore di agenti patogeni virali significa affermare che, dove questo insetto ha la possibilità di coniugarsi ai suddetti virus, può trasmetterli all'essere uomano, dopo una sua puntura.

Comportamento

La zanzara tigre è molto aggressiva. Diversamente dagli altri tipi di zanzara, svolge la propria fastidiosa attività durante le ore diurne, soprattutto in quelle più fresche (quindi al mattino presto e al tramonto); nel corso della notte, è a riposo.
La zanzara tigre ha la tendenza ad annidarsi in ambienti freschi e ombreggiati. I suoi luoghi preferiti sono l'erba alta, le siepi, i fiori e gli arbusti; tuttavia apprezza anche gli interni delle abitazioni, per la precisione le stanze più fresche.
Di norma, la zanzara tigre vola a quote basse ed è per questo motivo che, in genere, "attacca" l'essere umano alle gambe e alle caviglie.
In grado di pungere anche attraverso la stoffa degli abiti leggeri, ha una buona capacità di adattamento ai vari ambienti, il che la rende difficile da sopprimere o mantenere sotto controllo.

Ciclo vitale e riproduzione

Tutti i tipi di zanzara, compresa la zanzara tigre, presentano un ciclo vitale a fasi, che include:

  • La deposizione delle uova da parte della femmina adulta. Le uova hanno bisogno di acqua per accrescersi e passare alla fase successiva, pertanto la deposizione ha luogo in contenitori di acqua stagnante, come per esempio, i sottovasi dei fiori, le ciotole in cui si abbeverano gli animali, i tombini, gli innaffiatoi da giardino e i secchi;
  • La schiusa delle uova e il passaggio alla vita larvale. Le larve vivono appena sotto la superficie dell'acqua stagnante, in cui risiedevano le uova, e si nutrono di organismi microscopici (es: batteri) e materiale organico (es: foglie).
    In gergo specialistico, le larve sono anche dette wigglers;
  • Il passaggio da larva a pupa. È una fase che, in genere, richiede una settimana di tempo. Le pupe hanno la forma di una virgola e, di norma, non si nutrono.
    In gergo specialistico, le pupe sono anche dette tumblers;
  • La trasformazione della pupa a insetto adulto. Di solito, questa trasformazione avviene nel giro di 3 giorni.

Diversamente dagli altri tipi di zanzara – che depongono le uova direttamente nell'acqua stagnante – la zanzara tigre preferisce deporre le uova nelle parti asciutte dei contenitori di acqua stagnante, che sceglie come "casa" per la sua futura progenie.
A permetterle ciò è il fatto che alle sue uova e alle sue larve è sufficiente poca acqua, per passare alla fase successiva del ciclo vitale (tanto per avere un'idea della quantità di acqua necessaria, basta la semplice condensa che si forma in risposta agli sbalzi termici quotidiani).
Quando le condizioni di temperatura sono ottimali (in genere, nei mesi più caldi dell'anno), la zanzara tigre è in grado di completare il proprio ciclo vitale nell'arco di 10 giorni.

È la femmina o il maschio che punge l'essere umano?

Allo stesso modo di tutti gli altri tipi di zanzara, anche nel caso della zanzara tigre è la femmina a pungere l'essere umano; l'esemplare maschio, infatti, si occupa soltanto di prelevare il nettare dai fiori, risultando quindi inoffensivo.


Curiosità: perché la zanzara tigre femmina punge l'essere umano?

La zanzara tigre punge l'essere umano, allo scopo di sottrargli il sangue e utilizzare quest'ultimo per nutrire le sue uova.
Secondo attendibili studi scientifici, la quantità di sangue sottratta è davvero esigua: 2 microlitri.

Sintomi del morso della zanzara tigre ed eventuali complicanze

Le punture della zanzara tigre sono molto fastidiose. Infatti, sono responsabili di: gonfiore, irritazione, prurito intenso (che può portare al sanguinamento), arrossamento e spesso anche dolore.
Nell'eseguire la puntura, la zanzara tigre è molto rapida, tanto che risulta difficile acchiapparla o schiacciarla mentre sta compiendo la suddetta azione.
Se ne hanno la possibilità e la necessità, le zanzare tigre tendono a pungere uno stesso soggetto umano più volte. 
Negli individui particolarmente sensibili, un numero elevato di punture di zanzara tigre può scatenare una reazione allergica tale da richiedere l'intervento del medico.  

In quale stagione dell'anno è attiva?

Nel corso dell'anno, la zanzara tigre può essere presente come insetto adulto a partire da marzo inoltrato fino agli ultimi giorni di novembre - inizio dicembre. Sulla durata della sua attività incidono, ovviamente, le condizioni ambientali e climatiche: più sono favorevoli, più è rispettata la suddetta tempistica; in caso contrario, la stagione di attività si riduce.
Nella finestra temporale in cui la zanzara tigre è attiva, la sua massima densità si registra tra agosto e settembre.

Capacità di volo e spostamento

La zanzara tigre può percorrere grandi distanze e ciò le permette di migrare, senza particolari problemi, da una città a un'altra, purché sia confinante.
Secondo gli esperti, la capacità di migrazione delle zanzare tigre è strettamente dipendente dai venti: più i venti sono intensi e maggiore è tale capacità.
A ogni modo, la maggior parte delle zanzare tigre preferisce rimanere entro 1-2 chilometri dal luogo d'origine. 

Contromisure

La lotta alla zanzara tigre e alla sua diffusione spetta alle istituzioni sanitarie, ai comuni e ai singoli cittadini.
In questa lotta, il compito di istituzioni sanitarie e comuni è individuare e distruggere i focolai larvali, e svolgere una campagna di informazione al cittadino, al fine di prevenire la possibilità di deposizione delle uova; il ruolo dei singoli cittadini, invece, è seguire con attenzione le indicazioni che la suddetta campagna propone, in modo tale da semplificare la mole di lavoro che grava su istituzioni sanitarie e comuni.
In sostanza, quindi, occorre sinergia tra le parti considerate: l'operato di una parte dipende dall'operato dell'altra.

Ruolo di istituzioni sanitarie e comuni

Le istituzioni sanitarie e i comuni devono provvedere a:

  • Monitorare tutte le zone in cui c'è la possibilità di un ristagno dell'acqua, in quanto sono le aree maggiormente ricercate dalle zanzare tigre per la deposizione delle uova;
  • Rimuovere i contenitori di acqua stagnante (es: contenitori di vasi inutilizzati, pneumatici vecchi, grondaie di edifici pubblici non più funzionali ecc.) e, se ciò non è possibile, drenarli e ripulirli (è il caso, per esempio, delle piscine pubbliche);
  • Effettuare specifici trattamenti larvicidi, con cadenza almeno quindicinale, di tombini e tutte le aree di scolo urbane, in cui c'è la possibilità di un ristagno di acqua; prima dei trattamenti larvicidi sui tombini è prevista una loro accurata pulizia;
  • Effettuare trattamenti adulticidi (cioè contro le zanzare tigre adulte), mediante insetticidi di sintesi, solo in caso di infestazioni particolarmente intense. Tra gli insetticidi impiegati in tali circostanze, spiccano i cosiddetti piretroidi. I piretroidi hanno un'azione immediata, nel senso che uccidono le zanzare tigre all'istante. Poiché i piretroidi sono potenzialmente nocivi sia per l'ambiente che per la salute dell'essere umano, il loro impiego richiede estrema cautela e prevede l'allerta della popolazione residente nell'area urbana d'utilizzo.
  • Investire, per quanto possibile, sull'installazione di ovitrappole per zanzara tigre. Le ovitrappole rappresentano una soluzione economica ed ecologica;
  • Svolgere campagne informative nella lotta alla zanzara tigre che coinvolgano i cittadini di ogni fascia di età. Qualunque cittadino, infatti, può fare la sua parte, anche gli anziani che si recano con frequenza ai cimiteri, luoghi tra i più infestati dalle zanzare tigre (si pensi all'enorme numero di sottovasi presenti).

Ruolo dei cittadini

Secondo le campagne di informazione svolte da istituzioni sanitarie e comuni, è compito dei cittadini:

  • Evitare l'abbandono all'aperto di materiale in cui possa accumularsi l'acqua piovana (es: copertoni vecchi, sottovasi, annaffiatoi per fiori, bidoni ecc.);
  • Svuotare i tombini, i sottovasi e gli altri contenitori, presenti nelle proprie abitazioni, dall'acqua piovana o stagnante;
  • Svuotare le eventuali piscine gonfiabili e gli altri giochi da giardino in cui può accumularsi acqua;
  • Innaffiare orti e giardini con pompe, piuttosto che prelevare l'acqua da riserve a cielo aperto. Se ciò non è possibile, provvedere alla copertura di tali riserve con apposite zanzariere;
  • Effettuare i trattamenti larvicidi nei tombini e nelle zone di scolo delle proprie abitazioni ogni 7-10 giorni. I prodotti larvicidi sono acquistabili in farmacia; tra questi, uno dei più comuni è il cosiddetto Bacillus thuringiensis israelensis, un batterio che produce una tossina specificatamente efficace contro le larve di zanzara tigre e praticamente inoffensivo nei confronti di essere umano e ambiente.
  • Introdurre pesci rossi, ottimi predatori delle larve di zanzara tigre, nelle vasche e nelle fontane da giardino utilizzate a scopo ornamentale;
  • Evitare il ristagno di acqua piovana su teli usati per la copertura di materiale, quale per esempio la legna;
  • Pulire periodicamente i vasi portafiori dei cimiteri, in occasione delle visite ai defunti cari.

Istituzioni sanitarie e comuni tengono a precisare che il contributo dei cittadini alla lotta alla zanzara tigre è fondamentale.

Come proteggersi dalle punture di zanzara tigre

Per proteggersi dalle punture di zanzara tigre, esistono dei repellenti appositi. Tra questi repellenti, meritano una citazione particolare: il DEET (acronimo che sta per dietiltoluamide), la picaridina/icaridina e il citrodiol.
zanzara tigre saluteIl DEET è in assoluto il repellente più impiegato, grazie alla sua notevole efficacia e ai suoi tempi d'azione (i suoi effetti svaniscono dopo ben 5 ore); è controindicato nei soggetti al di sotto dei 12 anni e può danneggiare l'abbigliamento in fibre sintetiche. È disponibile in forma di crema o spray.
La picaridina/icaridina ha proprietà repellenti simili al DEET, ma dura meno (4 ore). Alcune sue varianti sono indicate anche per i bambini; non macchia i tessuti.
Infine, il citrodiol è un blando repellente, con una durata d'azione che non supera le 3 ore; è irritante per gli occhi. Il suo impiego nei bambini richiede cautela.

Trattamenti in ambienti domestici

In ambiente domestico, rappresentano un'ottima risorsa nella lotta alla zanzara tigre le piastrine per fornelletti elettrici e i vaporizzatori/emanatori elettrici per l'erogazione di insetticidi.



Per approfondire: Racchette e lampade antizanzare elettriche: come sceglierle

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Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza