Interazioni Farmacologiche: Alcol, Caffè, Latte e Sole

Interazioni Farmacologiche: Alcol, Caffè, Latte e Sole
Ultima modifica 01.04.2020
INDICE
  1. Perché non assumere Alcool insieme ai Farmaci?
  2. Caffè, Caffeina e Farmaci: interazioni pericolose
  3. Latte e Farmaci: quali associazioni evitare?
  4. Farmaci e Sole: che cosa si intende per fototossicità?
  5. Perché è importante proteggere i Farmaci dal Caldo

Perché non assumere Alcool insieme ai Farmaci?

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L'alcol - detto più correttamente etanolo o alcool etilico - potenzia gli effetti collaterali e altera il funzionamento di moltissimi farmaci. Ad esempio, i bevitori abituali smaltiscono più rapidamente non solo l'etanolo ingerito, ma anche i farmaci che a livello epatico vengono processati dallo stesso sistema enzimatico che metabolizza l'etanolo. In caso di somministrazione contemporanea di alcool e medicinali, invece, il rischio di un sovradosaggio di questi ultimi, in quanto parte dei sistemi detossificanti del fegato impegnati nello smaltimento dell'alcool etilico.

I rischi maggiori si corrono assumendo alcolici insieme a farmaci che agiscono direttamente sul sistema nervoso, come i farmaci per la depressione, per le malattie psichiatriche, per l'ansia, per l'epilessia o per l'insonnia. Infatti, anche quando assunto a piccole dosi, l'alcool può aumentare gli effetti sedativi prodotti da questi farmaci (ridotto livello di vigilanza, compromissione delle capacità di giudizio e criticità, alterazioni dell'umore più o meno gravi fino al coma nei casi d'abuso maggiore). Non a caso, nella storia, i cocktail di alcool e barbiturici sono stati responsabili della morte, accidentale o per suicidio, di diversi personaggi famosi.

Altre interazioni degne di nota:

  • Alcool e analgesici (farmaci per il controllo del dolore): aumentato rischio di sanguinamenti gastrici connessi all'utilizzo di FANS; aumentato rischio di danno epatico da sovradosaggio di paracetamolo (acetaminofene).
  • Alcool e antibiotici (in particolare cefalosporine): aumento dei tipici malesseri associati a una sbornia, come arrossamento della cute e del torace, vampate di calore, mal di testavomitoipotensione e palpitazioni. Sconsigliata per gli stessi motivi anche l'associazione di alcool e antifungini.
  • Alcool e antistaminici (farmaci per le allergie): aumento della sonnolenza causata da questi medicinali.
  • Alcool e antipertensivi (farmaci per la pressione alta, come ace inibitori, beta-bloccanti, diuretici e nitrati): l'assunzione contemporanea con alcool può causare tachicardia e sbalzi pressori improvvisi.
  • Alcool e broncodilatatori (farmaci contro l'asma): aumentato rischio di nausea, vomito, irritabilità e mal di testa.
  • Alcool e narcotici (farmaci per l'anestesia): aumento dell'effetto narcotico, fino alla coma e alla morte.
  • Alcol e statine (farmaci per il colesterolo alto): aumentato rischio di tossicità epatica.
  • Alcol e sulfaniluree (farmaci per il diabete): aumentato rischio di ipoglicemia.
  • Alcool e warfarin (farmaci anticoagulanti): aumentato rischio di sanguinamento (intossicazione acuta) e riduzione dell'efficacia del farmaco (nei bevitori cronici).

Anche l'associazione di alcool agli integratori è sconsigliata; ad esempio, l'associazione di alcool e valeriana può aumentare l'effetto sedativo di quest'ultima, mentre l'associazione di etanolo e caffeina può aumentare gli effetti gastrolesivi.

Poiché anche un consumo moderato di bevande alcoliche è in grado di indurre pericolose interazioni con molti farmaci, si raccomanda - soprattutto alle donne e agli anziani, per i quali il rischio è ancor maggiore - di consultare un medico o un farmacista per maggiori e più specifiche informazioni.

Caffè, Caffeina e Farmaci: interazioni pericolose

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Sebbene in tal senso sia meno pericolosa dell'alcool, anche la caffeina può potenziare gli effetti collaterali di alcuni farmaci o alterarne il funzionamento.

La caffeina contrasta l'azione dei farmaci per l'insonnia, antagonizzandone gli effetti sedativi e aumentando le difficoltà di addormentamento.

Nei soggetti in terapia con i broncodilatatori teofillina, aminofillina o con altre xantine correlate, la caffeina può provocare eccitabilità, tachicardia, tremori e nervosismo.

La caffeina aumenta anche il rischio di effetti collaterali di alcuni farmaci usati in psichiatria, come l'antipsicotico clozapina; riduce inoltre i livelli plasmatici di litio.

Antibiotici chinolonici come enoxacina, ciprofloxaxcina, grepafloxacina, levofloxacina e norfloxacina determinano un accumulo nell'organismo di caffeina (alte dosi di caffeina nell'organismo possono causare problemi di nausea, vomito, nervosismo, ansia, tachicardia e convulsioni).

La caffeina interagisce con gli inibitori delle MAO, aumentandone gli effetti di stimolo sul simpatico. Dall'associazione di farmaci MAO-inibitori e caffeina possono quindi nascere episodi di aritmie cardiache o di grave ipertensione.

Nei soggetti in cura con anticoagulanti (coumadin - warfarin), l'azione antiaggregante della caffeina aumenta il rischio di sanguinamenti.

La caffeina riduce l'efficacia dei farmaci usati per combattere l'incontinenza urinaria.

In caso di associazione con FANS, la caffeina può amplificare l'effetto gastrolesivo di questi ultimi.

I livelli serici di caffeina possono essere aumentati dalla contemporanea assunzione di contraccettivi orali.

Ricordiamo, per concludere, che la caffeina è contenuta non solo nel caffè, ma anche in molti alimenti, come coca-cola, energy drinks e tè, e in alcuni integratori alimentari (ad esempio quelli che contengono cola, matè o guaranà).

Latte e Farmaci: quali associazioni evitare?

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Il consumo di latte, e più in generale di tutti i prodotti lattiero caseari, interferisce con l'assorbimento intestinale di alcuni antibiotici, limitandone l'efficacia.

Da evitare, in particolare, l'associazione tra latticini e tetracicline (antibiotici oggi meno usati in terapia per i problemi di farmaco-resistenza); questi farmaci hanno infatti attività chelante, cioè si legano tenacemente al calcio (ma anche al ferro e al magnesio), incluso quello presente nelle ossa e nei denti. Per questo motivo, se assunte durante la gravidanza o l'infanzia, le tetracicline possono dare problemi di malformazioni ossee e colorazione gialla dei denti del bambino. Il problema si pone anche per i gelati e per gli alimenti fortificati arricchiti di calcio, magnesio e/o ferro, e per gli integratori che li contengono.

Per quanto riguarda l'antibiotico ciprofloxacina, si consiglia di non assumerlo assieme ai latticini (come latte e yogurt) o succhi di frutta arricchiti di calcio singolarmente; tuttavia si può assumere ciprofloxacina durante un pasto di più alimenti che contiene anche latticini.

Il latte è invece consigliabile nei soggetti in terapia con antipsicotici a base di litio per il trattamento del disturbo bipolare; in questo caso l'associazione è positiva poiché riduce la frequenza di disturbi gastrici. Anche negli utilizzatori di FANS, si consiglia di assumere questi farmaci a stomaco pieno o con latte per ridurne l'effetto gastrolesivo.

Per quanto riguarda il latte di soia, invece, è stato segnalato un possibile rischio di riduzione dell'attività anticoagulante del warfarin, con conseguente aumento del rischio di trombosi.

Farmaci e Sole: che cosa si intende per fototossicità?

Quando il sole interagisce con molecole chimiche capaci di sensibilizzare la pelle, si parla di "fototossicità". A differenza di eritemi e scottature, causati soprattutto dai raggi ultravioletti corti (UVB), le reazioni tossiche sono dovute principalmente all'azione degli UVA. Alcune sostanze assorbono l'energia delle radiazioni solari e le trasferiscono ai tessuti cutanei, provocando danni al DNA o alle membrane cellulari.

I sintomi sono gli stessi della scottatura solare: arrossamento, prurito, gonfiore e bruciore, fino a vere e proprie ustioni con comparsa di bolle. Possono manifestarsi nelle aree dove è stato applicato il medicinale topico oppure, se il farmaco è assunto per via orale o parenterale, possono interessare tutte le aree esposte al sole. Anche la dose del farmaco e la frequenza del trattamento fanno la differenza. Le reazioni sono più accentuate se l'esposizione solare è stata intensa o prolungata: durano in genere alcuni giorni e possono lasciare macchie di colore bruno. Il pericolo è maggiore se l'esposizione coincide con il picco di concentrazione del principio attivo nel sangue. Tra i farmaci più comuni che possono interagire con il sole è vi sono: antibiotici (tetracicline, chinolonici e sulfamidici), contraccettivi orali (pillola), antinfiammatori (soprattutto quelli da applicare sulla pelle, come gel/cerotti a base di ketoprofene) e antistaminici (prometazina).

Un discorso a parte meritano le cosiddette reazioni fotoallergiche che avvengono solo in individui predisposti i sintomi non compaiono subito, ma una volta sensibilizzati sono scatenati anche da piccole dosi di farmaco.

In ogni caso, è bene controllare sempre quanto riportato dal foglietto illustrativo del medicinale la compatibilità con l'esposizione al sole ed utilizzare sempre un'adeguata protezione solare. Se non è possibile sospendere o rimandare la cura, bisogna evitare il sole sia durante l'assunzione del farmaco, che nelle due settimane successive.

Per approfondire: Farmaci, sole, estate e viaggi: cosa c'è da sapere? Quali sono i rischi?

Perché è importante proteggere i Farmaci dal Caldo

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Oltre i 25°C molte medicine si alterano diventando tossiche o inefficaci, pertanto non andrebbero lasciate al caldo o in auto per ore sotto il sole. Per essere certi di conservare il medicinale nel modo corretto, è bene leggere attentamente le modalità di conservazione indicate nel foglietto illustrativo e seguire alcuni accorgimenti.

Alle alte temperature, ad esempio, può sciogliersi la colla dei farmaci in cerotto, come anticoncezionaliterapia ormonale sostitutiva o antinfiammatori, rendendo difficile l'adesione alla pelle. Per quanto riguarda sciroppi e colliri, invece, possono alterarsi gli eccipienti che consentono l'assorbimento degli attivi, riducendone l'efficacia. Le pomate antinfiammatorie al calore vedono separarsi le sostanze grasse, che veicolano i principi attivi. In estate, poi, sarebbe meglio evitare l'aspirina in forma effervescente, più sensibile al calore: potrebbe risultare inefficace o dare problemi allo stomaco.

In generale, affinché l'integrità e la sicurezza dei medicinali non venga compromessa, i prodotti dovrebbero essere conservati in un luogo asciutto. In estate, possono essere utili i contenitori termici, mentre il ricorso al frigorifero deve essere limitato, in quanto anche le temperature troppo basse e l'umidità possono danneggiare i medicinali.